PALERMO – Era stato escluso dall’albo degli operatori della Formazione professionale per un vecchio patteggiamento. Ricevuta la notifica, aveva presentato una memoria per ricordare un dettaglio: il patteggiamento non equivale alla condanna. Così, dopo un nuovo rifiuto, il sessantacinquenne agrigentino R. M., 65 anni, si è rivolto al Consiglio di giustizia amministrativa, che ha accolto il ricorso dell’avvocato Girolamo Rubino sospendendo l’esclusione.
Il punto è l’equivalenza fra patteggiamento e condanna. La riforma del patteggiamento, infatti, è entrata in vigore nel 2001, dopo la sentenza che riguarda R. M., e – come ha annotato Rubino nel suo ricorso – la Corte costituzionale ha specificato l’incostituzionalità dell’applicazione dell’equivalenza alle sentenze precedenti. Il Cga, con una sentenza pronunciata dal collegio composto da Marco Lipari (presidente) e Giuseppe Barone (consigliere), ha accolto la richiesta cautelare. L’agrigentino, quindi, dovrà essere riammesso nell’albo regionale degli operatori della formazione professionale.