Futuro della raffineria Eni| Il vescovo sfilerà con la Camusso - Live Sicilia

Futuro della raffineria Eni| Il vescovo sfilerà con la Camusso

Il vescovo della diocesi di Piazza Armerina-Gela, Rosario Gisana, sfilerà lunedì insieme al segratario nazionale Cgil, Susanna Camusso e il segretario regionale della Cisl, Maurizio Bernava nella manifestazione dedicata al futuro della raffineria nissena.

GELA (CALTANISSETTA) – In tre giorni, da lunedì a mercoledì, probabilmente si deciderà il futuro della raffineria di Gela. Si comincia con la mobilitazione del comprensorio gelese. Massiccia l’adesione delle categorie produttive alla giornata di lotta e al corteo che partirà alle 9 dal museo archeologico per raggiungere piazza Umberto, dove si terrà un comizio di Cgil, Cisl e Uil. In testa ci saranno il segretario nazionale della Cgil, Susanna Camusso, il segretario nazionale della Uiltec-Uil (chimica, energia e tessile), Paolo Pirani, e il segretario regionale della Cisl, Maurizio Bernava. Al loro fianco sfilerà il vescovo della diocesi di Piazza Armerina-Gela, Rosario Gisana, autore di una lettera ai vertici dell’Eni con cui sollecita “non tagli ma investimenti”. A Gela, in difesa dei 3.500 posti di lavoro, da 20 giorni va avanti lo sciopero. Le vie d’accesso al petrolchimico sono rimaste costantemente presidiate da picchetti di lavoratori del diretto e dell’indotto, che hanno consentito il passaggio solo al personale precettato dal prefetto di Caltanissetta per motivi di sicurezza. Martedì a Roma, altra manifestazione sindacale in occasione dello sciopero di 8 ore dei 30 mila dipendenti dell’Eni e di 2 ore delle maestranze degli altri gruppi petroliferi operanti in Italia, per sollecitare il superamento della profonda crisi in atto nel sistema della raffinazione italiana, culminata con l’annunciata chiusura di tre raffinerie su cinque. “L’annuncio shock dell’Eni – dicono i segretari nazionali di Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil, Miceli, Gigli e Pirani – rischia di mettere in discussione l’intero impianto strategico della chimica e della raffinazione in Italia. No a colpi di spugna su accordi e investimenti già sottoscritti, come a Gela e a Marghera”.


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