Sono ripresi gli attacchi micidiali di Israele su Gaza. Tantissime vittime, soprattutto civili, soprattutto donne e bambini, pochi i terroristi colpiti in confronto. Ciò che più turba è la volontà di chiudere qualsiasi possibilità di rifornire la popolazione di quella martoriata Striscia di cibo, medicinali, energia, acqua.
Cosa c’entra tutto ciò con una legittima azione repressiva israeliana contro i terroristi di Hamas dopo i tragici fatti del 7 ottobre del 2023? Qui di militare non c’è nulla, questa è pura vendetta su innocenti, questo è un deliberato massacro.
I nuovi raid aerei
I nuovi raid aerei su Gaza, iniziati nella notte tra il 17 e il 18 marzo scorso, segnano una ripresa dell’offensiva militare israeliana dopo un breve periodo di tregua. Il primo ministro Benjamin Netanyahu, su cui pende un mandato di arresto emesso dalla Corte Penale Internazionale per crimini di guerra e contro l’umanità ignorato da numerosi Stati, ha ordinato la ripresa dei bombardamenti accusando Hamas di non voler rilasciare gli ostaggi e dichiarando che i negoziati sarebbero proseguiti “sotto il fuoco”.
C’è innegabilmente una maggiore attenzione al conflitto tra Russia e Ucraina mentre di Gaza se ne parla meno. Sarà perché a Gaza non ci sono ricchezze nel suo sottosuolo ma solo distruzione e disperazione?
Al di là della terribile cronaca di guerra, al di là della giustizia negata e dei biechi interessi materiali una domanda, però, irrompe nelle corrette coscienze delle donne e degli uomini di buona volontà, a prescindere dai colori delle bandiere e dal credo religioso: dov’è finita la compassione? È stata forse uccisa insieme a coloro che non hanno più voce e diritti?

Basta con l’indifferenza
Come si fa a rimanere indifferenti, rafforzando le ostilità invece di cessarle, dinanzi ai piccoli cadaveri stretti tra le braccia di genitori ormai senza più lacrime? Come si fa a non commuoversi dinanzi al pianto inconsolabile di bambini che non trovano i propri genitori perché morti sotto le bombe?
Lo chiediamo ai capi di Stato, ai primi ministri, ai governi delle nazioni che giocano alla guerra e sembrano preoccuparsi delle convenienze economiche, territoriali, geopolitiche: come si fa a tollerare che un’intera popolazione prostrata e innocente non riceva più generi alimentari, presidi sanitari, luce, acqua?
La follia si è impadronita delle menti, oppure in questo pianeta puoi assumere il potere solo se sei freddo, cinico, amorale, assolutamente impermeabile al dolore e alla morte? La ragion di Stato deve prevalere ad ogni costo?
È un interrogativo che s’impone guardando alle dinamiche bellicistiche che quotidianamente devono subire milioni di essere umani colpevoli unicamente di essere nati in una determinata regione del mondo e dalla parte ‘sbagliata’.