Gaza, la scommessa di Macron e quelle immagini che spezzano il cuore

Gaza, la scommessa di Macron e quelle immagini che spezzano il cuore

Una crudeltà straziante

Non è una notizia da poco, anche considerando gli aspetti controversi che richiedono un’attenta valutazione. Il presidente francese Emmanuel Macron ha preso una decisione dirompente: la Francia riconoscerà ufficialmente lo Stato di Palestina all’Assemblea Generale dell’ONU di settembre.

Nonostante la solita aria di sufficienza di Donald Trump – “E’ una brava persona, mi piace, ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti riferendosi all’inquilino dell’Eliseo, fa il gioco di squadra, la buona notizia è che quello che dice non conta” – è un passo significativo in un momento storico delicato, segnato da atroci avvenimenti come il sistematico annientamento del popolo palestinese sotto il fuoco dell’esercito israeliano.

L’assalto e la risposta: entrambi inaccettabili

L’assalto criminale del 7 ottobre 2023 ai danni di Israele, perpetrato dai terroristi di Hamas, è assolutamente inaccettabile, ma la risposta del governo di Benjamin Netanyahu lo è altrettanto. Migliaia e migliaia di civili, estranei alle milizie di Hamas, sono stati e sono uccisi quotidianamente con ogni mezzo possibile. Sono strazianti le immagini di bambini palestinesi denutriti e prossimi alla morte.

Personalmente, non riesco a sopportarle: in quei volti scavati vedo il viso di mio nipote di 4 anni, e un’angoscia immensa mi spinge a distogliere lo sguardo.

La Francia, prima potenza del G7 e membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell’ONU a compiere questo passo, rompe con la linea occidentale che lega il riconoscimento della Palestina a un accordo con Israele.

La pace possibile

“La pace è possibile,” ha dichiarato Macron, sottolineando l’urgenza di fermare la guerra a Gaza, soccorrere i civili e costruire la soluzione dei due Stati, con Hamas ovviamente smilitarizzato.
Le reazioni, come prevedibile, sono contrastanti: l’Autorità Palestinese, Spagna, Paesi del Golfo e Hamas approvano, Israele, invece, insorge: Netanyahu definisce la mossa una “ricompensa al terrorismo”, un’affermazione che colpisce, considerando l’ordine di arresto della Corte Penale Internazionale nei suoi confronti per crimini di guerra e contro l’umanità.

Parimenti sconcertante è l’uscita piuttosto cruenta del ministro israeliano ultranazionalista Amihai Ben-Eliyahu: “Cancelleremo Gaza, sarà tutta ebraica”. Gli Stati Uniti, tramite il segretario di Stato Marco Rubio, bollano la decisione come “sconsiderata”. Ma lo è davvero? O sconsiderato è piuttosto l’ambiguo atteggiamento di Trump che aspira al Nobel per la pace ma non riesce a fermare il massacro di civili a Gaza pur avendone il potere?

Sappiamo perfettamente che senza il supporto degli USA Israele non potrebbe continuare nella sua politica di espansione territoriale, cosa ben diversa dall’indiscutibile diritto a vivere in pace e in sicurezza.

In Italia c’è disaccordo tra maggioranza e opposizioni. PD, M5S, AVS e + Europa spingono per il riconoscimento, il ministero degli Esteri Antonio Tajani la pensa diversamente: “Il riconoscimento del nuovo Stato palestinese deve avvenire in contemporanea con il riconoscimento da parte loro dello Stato di Israele”. Giorgia Meloni in linea per ora frena.

Con 147 Stati che già riconoscono la Palestina la scelta francese rafforza la causa palestinese, ma rischia di incrinare i rapporti con Israele e Stati Uniti e di dividere l’UE viste le posizioni più caute del cancelliere tedesco Friedrich Merz e del premier britannico Keir Starmer.

La scommessa di Macron

È una scommessa audace. La Francia si pone alla guida di un movimento diplomatico meno attendista, il successo dipenderà dalla capacità di tradurre il gesto in una pace concreta. Mentre guardiamo a settembre un punto è chiaro: siamo dinanzi a un elemento di svolta, carico di speranze e di tensioni.

La domanda di fondo, però, rimane: fino a quando dovremo assistere alle devastanti scene di civili inermi che muoiono di fame e malattie? Fino a quando durerà l’apocalisse di odio, morte e sofferenza nella lotta infinita tra israeliani e palestinesi?


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