AGRIGENTO – Rompe il silenzio Marcello Giavarini, il patron dell’Akragas che parla dopo il silenzio stampa della società in seguito alla sconfitta di Martina Franca. L’imprenditore di ritorno della Bulgari arriva in sala stampa con la delusione sul volto e il rammarico per gli ultimi giorni in cui è mancato l’appoggio dei tifosi, i quali su Facebook hanno molto discusso sulle posizione di Legrottaglie e del suo staff.
A fare tremare sono le parole iniziali del patron: “Sto cominciando a dubitare del mio investimento – esordisce Giavarini – in questa settimana ho sentito sui social tante persone che si lamentavano dell’operato di Legerottaglie e chiedevano la sua testa, questo non mi sta bene. Il mister ha tutta la mia fiducia e gode della mia stima, per questo non intendo apportare nessuna modifica allo staffa tecnico della squadra. L’Akragas ha avuto alcuni problemi – continua il presidente onorario – dovuti a degli infortuni che hanno portato dei cambiamenti al modulo di Legrottaglie, che può contare adesso solo su 15 giocatori”.
Giavarini analizza giocatore per giocatore tutti gli infortuni che hanno condizionato la squadra agrigentina. “Se il pubblico si lamenta dei risultati all’Esseneto, protestando, io voglio ricordare gli ottimi risultati ottenuti a Ischia, Catanzaro e Catania, Legrottaglie non può passare da brocco a campione in una settimana”. Il patron difende anche Peppino Tirri, amministratore delegato della società e suo braccio destro: “Lui va lasciato in pace, è l’uomo che cura il mio investimento in questa società, se i tifosi non vogliono lui, vado via anche io. Tirri ha operato con un budget limitato, per portare la squadra alla salvezza”.
Le delusioni più grandi arrivano però da tifosi, sponsor e strutture, settori da cui Giavarini si aspettava un diverso andamento: “Non possiamo presentare ogni domenica duemila tifosi, una piazza come Agrigento se vuole la LegaPro deve riempire lo stadio. Per riuscire a coprire le spese, il 70% dei finanziamenti deve arrivare da sponsor e tifosi, ma questo non avviene ad Agrigento, su questo sono molto deluso. Per mantenere questa categoria servono: tifosi, sponsor e l’unità dell’ambiente. Spero in meno chiacchiere e più presenze”.