Gioco d’azzardo per favorire i Santapaola: 31 a giudizio I NOMI

Gioco d’azzardo per favorire i Santapaola: 31 a giudizio I NOMI

È l’esito dell’udienza preliminare Doppio Gioco

CATANIA – Trentuno imputati, provenienti da otto province e tre regioni del Sud d’Italia. Ma c’è anche un residente in Polonia. Sono loro i rinviati a giudizio nell’ambito dell’inchiesta sul gioco d’azzardo che avrebbe favorito il clan Santapaola. Si è chiusa così l’udienza preliminare “Doppio Gioco”, dal titolo dell’operazione condotta due anni e mezzo fa dalla Guardia di Finanza di Catania e dallo Scico. Per altri 40 è arrivata la prescrizione.

I pugliesi e il siciliano

La prima accusa di associazione a delinquere finalizzata al gioco d’azzardo clandestino, all’omessa dichiarazione delle imposte sui redditi e sul valore aggiunto e alla truffa ai danni dello Stato è contestata solo a quattro degli imputati (più altri per cui si procede con altri riti). È contestata ai baresi Alfonso Ferorelli e Antonello Viola, al pratese residente in Polonia Gianbruno Torrano e a un unico siciliano (tra coloro che faranno il rito ordinario), ovvero l’ennese Filippo Zimbili, residente a Regalbuto. I reati sono aggravati, tra l’altro, dall’aver favorito Cosa Nostra.

Zimbili, secondo l’accusa, al pari di altri avrebbe operato come esecutore alle direttive dai capi ai fini della gestione di attività economiche finanziate dal reimpiego dei proventi illeciti. Inoltre avrebbero trasportato denaro in contanti per eludere la normativa antiriciclaggio e in materia di esportazione di valuta in Italia e all’Estero. In Germania, Malta e Polonia. In 31 dovranno comparire dal prossimo 9 gennaio dinanzi ai giudici della terza sezione penale collegiale di Catania.

La seconda ipotesi associativa

Vi è poi una seconda ipotesi di associazione a delinquere. Anche in questo caso le finalità associative, per l’accusa, avrebbero favorito i Santapaola Ercolano. È contestata, tra gli imputati (per alcuni si procede a parte, per altri, a cui non è contestata l’aggravante, il reato si è prescritto), a tre catanesi. Sono Carmelo Di Salvo, Danilo Maria Giuffrida e Aldo Scalia, ritenuti “partecipi all’associazione”.

Anche qui l’ipotesi associativa è legata alla presunta attività di gioco clandestino, omessa dichiarazione delle imposte sui redditi e sul valore aggiunto e truffa ai danni dello Stato. Giuffrida sarebbe stato diretto collaboratore dei vertici dell’organizzazione. Di Salvo avrebbe eseguito le direttive dei vertici e Scalia avrebbe gestito i flussi finanziari.

Gli altri nomi

Fra i rinviati a giudizio, residenti nelle province di Catania, Trapani, Siracusa, Crotone, Messina, Enna, Ragusa e Bari, undici sono catanesi. Oltre ai già citati Di Salvo, Giuffrida e Scalia, sono Orazio Bonaccorso, William Crali, Antonino Agatino Epaminonda, Ugo Giuseppe Gasparini, Francesco Nania, Anna Maria Rinzivillo, Carmelo Santapaola e Gaetano Sciacca. Ci sono poi i trapanesi Vincenzo Abate di Alcamo e Maurizio Guzzo di Castelvetrano e altri due ennesi: Graziella Barberi di Regalbuto e Angelo Mangione di Leonforte.

Poi figurano i siracusani Giuseppe Boscarino, Antonello Agnello di Canicattini Bagni, Michele Alessandro di Lentini, Giuseppe Angelico di Palazzolo Acreide, Bernardo Castello e Corrado Casto di Noto, Gaetano Timpanaro di Augusta. Infine tra i rinviati a giudizio figurano Antonio Colacchio di Isola Capo Rizzuto, Sebastiano De Matteo di Barcellona Pozzo di Gotto, Alfonso Ferorelli di Bari, Giuseppe Palmisciano di Giardini Naxos, Salvatore Sparacio di Messina e Emilio Taranto di Comiso.

Le accuse cadute in prescrizione

I rinvii a giudizio sono stati disposti dal Gup Stefano Montoneri, che ha ordinato il “non doversi procedere”, dunque ha dichiarato estinti i reati per prescrizione, in riferimento alla posizione di oltre 40 persone. L’inchiesta, si ricorda, smantellò gli interessi del clan Santapaola-Ercolano, coinvolto in una rete di punti vendita diffusa nel sud Italia con lo scopo di operare attraverso l’esercizio di gioco illegale online.

L’organizzazione criminale avrebbe avuto a disposizione 30 “skin” e oltre 780 domini registrati per esercitare abusivamente il gioco, appoggiandosi a software house e società con licenza maltese. 


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