PALERMO – Nella notte, a Palermo, si è consumata una tragedia. Il 21enne Paolo Taormina ha perso la vita in pieno centro, a pochi passi dal Teatro Massimo. Il giovane era al lavoro all’interno del locale ‘O Scruscio’ gestito dai genitori, ed è intervenuto per sedare una rissa, come hanno raccontato i testimoni, all’improvviso un ragazzo avrebbe estratto una pistola e avrebbe sparato a Paolo Taormina.
In tanti sono sconvolti per l’ennesima violenza che ha colpito il capoluogo siciliano.
Di Stefano (Federalberghi Palermo): “Profondamente addolorata”
“Stanotte Palermo si è ferita di nuovo. Un ragazzo è morto in via Spinuzza, nel cuore della nostra movida, e, secondo una prima ricostruzione, è intervenuto per sedare una rissa”. Così Rosa Di Stefano, presidente di Federalberghi Palermo, esprime il proprio dolore e la propria indignazione per la tragedia che ha scosso la città.
“Sono profondamente addolorata, come donna, come madre e come cittadina di questa città che amo e che ogni giorno, per la mia categoria, cerco di rappresentare con orgoglio. Ma oggi prevale solo il dolore, e la rabbia di chi non vuole più assistere in silenzio a questa deriva”.
Di Stefano ricorda che appena pochi giorni fa Federalberghi aveva incontrato il prefetto Mariani e il sindaco Roberto Lagalla per affrontare il tema della sicurezza in città. “La sicurezza non è un tema secondario, è la base su cui poggia tutto, il turismo, il lavoro, la vita quotidiana. Chiediamo con forza un piano forte, coordinato e visibile di presidio del territorio, per restituire fiducia e protezione a chi vive e lavora a Palermo”.
“Palermo merita notti di bellezza, non di sangue. Merita giovani che sognano, non che muoiono. E noi abbiamo il dovere morale di non abituarci mai a tutto questo”.
Il pensiero della presidente Di Stefano va infine alla vittima e ai suoi familiari. “Questo dolore deve diventare coscienza collettiva. La città ritrovi la sua anima, la sua pace e la forza di cambiare davvero”.
Lionti (Uil Sicilia): “Inaccettabile”
La Uil Sicilia, guidata da Luisella Lionti, esprime profondo dolore e sdegno per l’ennesima tragedia che ha colpito la città di Palermo: la morte di un giovane di soli 21 anni, vittima di un agguato mentre cercava di sedare una rissa. “È inaccettabile che chi si impegna per la pace e la convivenza civile venga colpito con tale violenza”, afferma la stessa segretaria generale Luisella Lionti.
“La Uil Sicilia chiede con urgenza alle istituzioni e alle forze dell’ordine di intensificare la loro presenza e azione sul territorio per garantire sicurezza e rispetto della vita soprattutto nei quartieri più sensibili della città. Esprimiamo la nostra vicinanza e solidarietà alla famiglia del giovane, ai suoi amici e a tutti coloro che lottano quotidianamente per una Palermo più giusta e sicura”. La Uil Sicilia ribadisce il proprio impegno nel sostenere ogni iniziativa volta a combattere fenomeni di violenza e a promuovere un clima di dialogo e legalità.
Badami (Cisl Palermo-Trapani): “Palermo piange l’ennesima vittima”
“L’ennesima vittima della violenza di strada, della costante voglia di sopraffazione dell’altro, dell’assenza di valori e punti di riferimento, del disorientamento totale in cui vivono alcuni giovani. Tutta Palermo piange l’ennesima giovane vita persa senza un perché, siamo vicini alla famiglia. Serve un intervento immediato i cittadini hanno paura”. Lo afferma Federica Badami segretaria generale Cisl Palermo Trapani.
“Il fallimento è di tutti se le giovani generazioni pensano che armarsi di odio e violenza, sia il modo di vivere la città. Le risse sono all’ordine del giorno, i commercianti del centro storico non si sentono al sicuro e spesso a farne le spese della violenza diffusa, che non proviene solo dalle giovani generazioni, sono anche i lavoratori”. Badami aggiunge, “ma l’accesso alle armi a Palermo, anche ai giovani, è diventato così semplice? È una riflessione che rappresenta un punto di partenza su cui possano lavorare insieme coloro i quali abbiano a cuore la città”.
“Ad aggravare tutto c’è la percezione della sicurezza della città, che sta cambiando agli occhi di coloro i quali la vivono e anche coloro i quali la guardano come turisti, e questo potrebbe provocare danni non solo economici ma anche di immagine di una città bellissima che ha sempre tanto da offrire”.
Badami conclude “bisogna rispondere uniti allo sbando con una strategia di prevenzione che partendo dalle scuole diffonda i principi di rispetto per la vita altrui, di tolleranza, di ripudio dell’uso delle armi, e a ciò serve unire misure immediate e concrete contro la malamovida e per la sicurezza dei cittadini. Lo Stato deve far sentire la sua voce, attraverso presidi del territorio che garantiscano controlli continui e costanti, agendo però, anche, su un lavoro congiunto sul fronte preventivo che sia lungimirante e strutturale, la città è ormai in emergenza”, conclude Badami.
Legacoop Sicilia: “Profonda indignazione”
Legacoop Sicilia esprime “profondo cordoglio e indignazione per l’omicidio di Paolo Taormina, giovane di 21 anni ucciso la notte scorsa notte nel quartiere Olivella di Palermo, mentre tentava di fermare una rissa per difendere un ragazzo aggredito”.
“Un gesto di coraggio e umanità – si legge in una nota – spezzato da una violenza insensata che ha colpito nel cuore della città, a pochi metri dal Teatro Massimo, davanti al locale gestito dai suoi genitori. Di fronte a questo ennesimo episodio di brutalità, non possiamo rimanere indifferenti. Come cooperatori, come cittadini, come esseri umani, sentiamo il dovere di intervenire”.
“La morte di Paolo Taormina – affermano il presidente Filippo Parrino e il responsabile Legalità Francesco Citarda – è una tragedia che ci interroga profondamente. Non bastano più parole di circostanza o misure emergenziali. È tempo di costruire un patto educativo forte e duraturo tra scuola, famiglie, società civile e cooperazione. La nostra società rischia di andare in frantumi sotto il peso di una violenza che si ripete, a Palermo come a Monreale, senza tregua. Da cooperatori, crediamo nella responsabilità condivisa. Ognuno deve fare la propria parte, con gli strumenti che ha a disposizione. Non solo deterrenza, ma prevenzione, ascolto, formazione.
“Paolo ha perso la vita per difendere un altro ragazzo. Il suo gesto ci obbliga a non voltare lo sguardo. È tempo di agire, insieme. Legacoop Sicilia si unisce al dolore della famiglia Taormina e rinnova il proprio impegno per una Sicilia più giusta, più sicura, più solidale”.
Calenda: “Palermo è il far west”
“Palermo è oramai il far west. Anche la scorsa settimana spari nel centro. Oggi un ragazzo morto. La Sicilia è una bomba ad orologeria tra delinquenza, malasanità, infiltrazioni mafiose, corruzione e sprechi. Non possiamo far finta di nulla. Il Governo deve intervenire”. Lo afferma il leader di Azione Carlo Calenda.
Il cordoglio di insegnanti e studenti Euroform
“Con profonda tristezza e commozione, apprendiamo la notizia della tragica scomparsa del nostro ex alunno Paolo Taormina, vittima di un gesto insensato. Paolo ha pagato per un gesto di altruismo, per il suo coraggio. In questo momento di grande dolore, la nostra comunità scolastica si stringe attorno alla sua famiglia, agli amici, ai suoi ex compagni, a chi lo ha conosciuto e amato. Che il ricordo di Paolo ci sproni tutti a lavorare per una società più giusta, più umana, più compassionevole”. Lo dicono i dirigenti, docenti e studenti dell’ente di formazione Euroform frequentato da Paolo Taormina.
Faraone: “Che fine ha fatto il governo della sicurezza?
“Che fine ha fatto il governo della sicurezza? Dicevano che con Giorgia Meloni al governo l’Italia sarebbe tornata un Paese sicuro. Invece, le strade, da Palermo a Napoli, da Roma a Torino, sono diventate il teatro di una violenza quotidiana”. Lo scrive sui social Davide Faraone, vice-presidente di Italia Viva.
“L’ultima vittima si chiamava Paolo Taormina, aveva ventun anni. È stato ucciso con un colpo alla testa mentre tentava di sedare una rissa nel cuore di Palermo. Non era un delinquente ma un ragazzo che cercava di fermare il male. Da quando a Palazzo Chigi c’è Giorgia Meloni, l’Italia ha visto una scia di sangue silenziosa. Perché quando si tagliano i fondi ai comuni, si smantellano i presìdi territoriali per mandare le forze dell’ordine in Albania a fare la guardia al bidone, si riduce la prevenzione, si costruiscono le condizioni perfette per la violenza. Lo chiediamo a Giorgia Meloni: che fine ha fatto il governo della sicurezza?”, conclude
Galvagno: “Dobbiamo fermare questa escalation di orrore e violenza”
“Dopo i tragici fatti di Monreale abbiamo sinceramente auspicato che episodi del genere non accadessero mai più. Non si può morire così!“, a scriverlo sui social è Gaetano Galvagno, presidente dell’Ars.
“Non è giusto, non è umano! Paolo aveva 20 anni e, da ciò che leggo sui giornali, stava provando a sedare una lite tra altri ragazzi nel locale dei suoi genitori. È assurdo! Difficile trovare parole adatte per descrivere il mio stato d’animo e non posso neanche immaginare come si sentano i familiari e gli amici di Paolo…”.
“La politica da sola non basta – ha concluso Galvagno -: tutti, nessuno escluso, dobbiamo fare qualcosa per fermare questa incredibile escalation di orrore e violenza che produce così tanto dolore. Le mie più sentite condoglianze alla famiglia”.
Russo e Rini: “Inaccettabile. Plauso alle forze dell’ordine per il fermo del presunto responsabile”
“Quanto accaduto questa notte a Palermo è inaccettabile. Un giovane di 20 anni, ucciso mentre lavorava solo perché ha tentato di sedare una rissa, è una ferita che colpisce tutta la nostra comunità. La ‘movida’ non può trasformarsi in un far west, dove le regole del vivere civile vengono calpestate da chi pensa di potersi imporre con la violenza restando impunito. Desideriamo esprimere il nostro plauso alle forze dell’ordine per il rapido intervento che ha portato al fermo del presunto responsabile”, lo dichiarano Raoul Russo, coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, e Antonio Rini, presidente cittadino di FdI.
“È urgente — aggiungono Russo e Rini — istituire un tavolo di coordinamento tra le forze dell’ordine e le associazioni di categoria per avviare una vera collaborazione pubblico-privato sulla sicurezza ed istituire un patto civico pubblico che permetta di trovare le formule che diano la possibilità di rafforzare il presidio del territori a tutela della legalità. Esprimiamo la nostra vicinanza alla famiglia del giovane ucciso. Nessuno può permettersi un simile disprezzo per la vita umana: non possono esistere zone franche dove la legalità viene sospesa”.
Ridulfo (Cgil): “Palermo tornata all’anno zero”
“A Palermo la statistica adesso è cambiata. Basterà un morto ammazzato di 21 anni a fare cambiare la politica dei governi nazionale e locale? Il signor ministro dell’Interno, sua eccellenza il Prefetto e il professor signor sindaco di Palermo ci parleranno ancora di statistica e di percezione?”. Lo chiede il segretario della Cgil Palermo, Mario Ridulfo, dopo l’omicidio la notte scorsa di un 21enne.
“Purtroppo si, può succedere a ognuno dei nostri figli. Palermo è tornata all’ anno zero – aggiunge Ridulfo – lo avevamo detto dopo i fatti di cronaca dello scorso mese di luglio: tutta la città è caratterizzata da una illegalità diffusa, tollerata e, a tratti, giustificata che produce degrado sociale. Per questo, da un lato denunciamo l’assenza di politiche di prevenzione e di cura, soprattutto nei casi di soggetti che fanno uso di droghe, e dall’altro un carente controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine, non solo nel centro città. Lo Stato batta un colpo prima che ci scappi il morto, avevamo detto. Purtroppo il morto adesso c’è scappato e si aggiunge ai giovani di Monreale uccisi e a una crescente sequenza di allarmi – conclude Ridulfo- adesso si apra una discussione pubblica senza minimizzare.
“Lo ripetiamo: senza una chiara assunzione di responsabilità da parte dei responsabili dell’ordine e della sicurezza della nostra città e poi di tutti i cittadini, purtroppo potrebbe pure non essere l’ultimo”.
Alfano: “Palermo ostaggio di violenza quotidiana”
“Palermo è ostaggio di una violenza quotidiana che sta travolgendo ogni forma di legalità e sicurezza” Lo dice Sonia Alfano, responsabile nazionale del dipartimento legalità di Azione, che annuncia la presentazione di un’interrogazione parlamentare da parte del segretario nazionale del partito, Carlo Calenda, al ministro dell’Interno, dopo l’omicidio di un giovane a Palermo.
“Mi chiedo cos’altro debba accadere perché il Prefetto di Palermo intervenga – dice Alfano – Ogni giorno la città è teatro di vere e proprie scene di guerriglia urbana. Non si può più parlare di regolamenti di conti tra clan o di scaramucce tra giovani: oggi nessuno è più al sicuro. I cittadini vivono nella paura e i turisti iniziano a fuggire, dopo essere stati vittime di aggressioni sanguinarie. I tour operator stanno valutando se continuare a proporre Palermo come meta turistica.”
“Quella di Paolo è solo l’ultima tragedia in una lunga lista di vittime innocenti. È inaccettabile assistere a questa escalation senza che si muova foglia – prosegue – Il Prefetto, il sindaco, gli assessori: cos’altro deve accadere perché si avverta la necessità di affrontare il problema sicurezza a Palermo? Questa inerzia sta confermando che questa città è fuori dal controllo dello Stato ed è segnale gravissimo”.
Teresi: “Basta parlare di percezione. Si rimuova il Prefetto”
“La morte di un ventunenne in pieno centro a Palermo ci obbliga a guardare in faccia una realtà che non possiamo più ignorare. Un ragazzo è stato ucciso. Una vita spezzata. Una famiglia distrutta. E dietro questo dolore, una domanda che riguarda tutti noi: come è possibile che armi da fuoco circolino così facilmente tra giovanissimi?”. Così Fabio Teresi, consigliere comunale del Partito Democratico di Palermo, commenta l’ennesimo episodio di violenza che ha insanguinato la città.
Basta parlare di “percezione”. “Mentre un altro giovane perde la vita, il Prefetto e il Sindaco Lagalla continuano a parlare di ‘percezione’ del problema sicurezza. Percezione? Ditelo alle famiglie che piangono i loro figli. Ditelo a chi ha paura a uscire la sera. Ditelo a quel ragazzo di 21 anni: era forse solo ‘percezione’ il proiettile che lo ha ucciso? Quando un’arma spara in pieno centro città, quando i ragazzi si ammazzano tra loro con una facilità disarmante, quando le famiglie hanno paura, non stiamo parlando di percezioni. Stiamo parlando di morti vere, di sangue vero, di un’emergenza vera che le istituzioni continuano a minimizzare dietro la retorica delle statistiche e dei sofismi linguistici.”
“È ora che il Prefetto si assuma la propria responsabilità e se pensa di continuare a dire che a Palermo non esiste un caso sicurezza è venuto il momento forse di cambiare città Palermo ha bisogno di chi ha il coraggio di chiamare le cose con il loro nome, di chi mette la sicurezza dei cittadini davanti alle convenzioni politiche, di chi agisce invece di nascondersi dietro le parole. Non è una richiesta ideologica: è l’unica risposta dignitosa a chi, senza rossore, minimizza mentre i palermitani muoiono”.
“Non provate nemmeno a derubricare questo come un ‘problema del centro storico’. Il problema è Palermo. Tutta Palermo. Dalla Vucciria allo Zen, da Brancaccio a Mondello, da Borgo Vecchio alla Noce. Ogni quartiere ha le sue ferite aperte. Parlare di sicurezza non è di destra o di sinistra.
È ora di pretendere che la politica – tutta la politica – metta la sicurezza dei cittadini al centro, con strumenti concreti: contrasto alla criminalità organizzata, recupero delle periferie, educazione, lavoro, cultura della legalità. La sicurezza è un diritto di tutti. Difendiamolo senza paura di essere fraintesi, e pretendiamo che chi ci governa smetta di nascondersi dietro le parole e inizi ad agire. O si faccia da parte. Per tutta Palermo. Per tutti i palermitani”.
La consulta per la Pace: “Venga proclamato il lutto cittadino”
La Consulta per la Pace, i Diritti Umani, la Nonviolenza e il Disarmo del Comune di Palermo esprime profondo cordoglio e indignazione per il barbaro omicidio di Paolo Taormina, avvenuto nella notte tra sabato e domenica nel cuore del centro storico, in via Spinuzza. Paolo, di appena 21 anni, avrebbe tentato di fermare una rissa per difendere un ragazzo aggredito. Il suo gesto, mosso da un senso di giustizia e umanità, è stato stroncato da una pallottola alla testa. Palermo perde un giovane che ha scelto di opporsi alla violenza, pagandone il prezzo più alto.
“Di fronte a un atto di tale brutalità non possiamo restare in silenzio – dichiara il portavoce della Consulta, Francesco Lo Cascio -. Il gesto di Paolo ci chiede di reagire, di scegliere la nonviolenza come pratica quotidiana, di non voltare lo sguardo davanti all’ingiustizia e all’indifferenza. Palermo deve ritrovare il senso profondo della convivenza civile”.
La Consulta condanna con fermezza ogni forma di violenza e invita la città a una riflessione collettiva: non possiamo abituarci al sangue nei luoghi della socialità, né alla presenza di armi tra i nostri giovani. La movida deve tornare a essere spazio di incontro, non di scontro, scrive in una nota la Consulta.
A partire da questo drammatico episodio, la Consulta propone l’avvio di un “Patto cittadino per la notte nonviolenta”, un percorso di dialogo tra istituzioni, gestori dei locali, mondo dell’associazionismo e forze dell’ordine, per costruire insieme una cultura della convivenza e della responsabilità comune. La Consulta chiede inoltre al sindaco Roberto Lagalla di proclamare il lutto cittadino, invitando le scuole a una riflessione sul tema. “Manifestiamo la nostra disponibilità a collaborare per eventuali incontri”, conclude il portavoce Francesco Lo Cascio.
Confesercenti: “Violenza nella mala movida è emergenza sociale”
“L’ultimo episodio di cronaca nera che ha avuto come teatro la città di Palermo ripropone situazioni di estrema violenza urbana che si inseriscono nel fenomeno, sempre più diffuso, della cosiddetta mala movida. Sono fatti che destano profonda preoccupazione e che meritano la massima attenzione da parte di tutte le componenti sociali”. Lo afferma, in una nota, Confesercenti Sicilia sull’omicidio della notte scorsa del 21enne Paolo Taormina.
“Non possiamo delegare soltanto alle forze dell’ordine il compito di fronteggiare questi episodi – dichiara il presidente Vittorio Messina – siamo di fronte a un fenomeno che interroga la società nel suo insieme. Le primarie agenzie educative, la famiglia e la scuola, devono tornare a essere punti di riferimento forti per le nuove generazioni, mentre la politica non può abdicare al proprio ruolo, anche pedagogico”.
“Dalle famiglie e dal mondo della scuola devono arrivare segnali chiari e decisi – aggiunge Messina – per contribuire a costruire una cultura del rispetto e della convivenza civile. Solo un’azione condivisa potrà affrontare con efficacia questa triste emergenza che rischia di compromettere la vivibilità delle nostre città e la serenità dei cittadini”.
Piccolotti (Avs): “Un altro episodio drammatico. Quanto dobbiamo ancora aspettare il ministro Piantedosi?”
“Ancora una volta una sparatoria e una giovane vittima nelle strade della movida. Quello di Palermo è solo l’ultimo caso di una lunga serie di episodi violenti e sparatorie di cui sono stati protagonisti giovani, legati o meno alle mafie, in tutto il meridione e segnatamente in Sicilia, Campania e Puglia”. Lo afferma Elisabetta Piccolotti di Alleanza Verdi e Sinistra.
“Quanto dobbiamo aspettare ancora – continua la deputata rossoverde della commissione cultura di Montecitorio – prima che Piantedosi si decida a mettere in campo delle azioni straordinarie per contrastare la circolazione illegale di armi, combattere la diffusione di cultura mafiosa tra le giovani generazioni sui social e presidiare con più attenzione il territorio, anche potenziando i servizi educativi e le scuole? Possibile che – conclude Piccolotti – si occupi soltanto di sgomberare gli ultimi presidi di socialità gratuita e pacifica rappresentati dai centri sociali del nord?”.
Bonanno: “Serve intervento dello Stato”
“Il dolore per l’ennesimo atto di violenza, sfociato nella morte di un giovane innocente, pesa come un macigno e mi fa sentire ancora più forte la responsabilità di fare tutto ciò che è in nostro potere per garantire sicurezza alla nostra città e ai nostri concittadini. Al cordoglio e alla vicinanza alla famiglia, che esprimiamo con profondo dolore, deve ora seguire un netto cambio di passo”. Lo afferma Domenico Bonanno, capogruppo della Democrazia cristiana al Comune di Palermo.
“Il Comune ha fatto e continua a fare – aggiunge – tutto quanto è nelle proprie competenze per incrementare la presenza della polizia municipale, ma è evidente che questo, da solo, non basta. Serve un intervento immediato e deciso da parte dello Stato”.
Chinnici: “Serve risposta forte“
“L’omicidio di Paolo Taormina, il giovane di 21 ucciso la notte scorsa a Palermo, rappresenta un episodio gravissimo e inquietante. La città si sta stringendo attorno alla famiglia di un giovane, a cui va la nostra vicinanza, che ha perso la vita nel tentativo di sedare una rissa. Una morte assurda e ingiustificabile che esige una risposta delle istituzioni forte e unitaria”. Lo dice Dario Chinnici, capogruppo di Lavoriamo per Palermo – Grande Sicilia al consiglio comunale.
“Chiediamo al governo nazionale – aggiunge – di lavorare in sinergia per un intervento immediato sul fronte della sicurezza urbana e del controllo del territorio, con l’impiego dell’esercito e il potenziamento delle forze dell’ordine per una presenza capillare dello Stato. Al contempo bisogna investire sul piano sociale ed educativo per evitare che simili episodi possano ripetersi”.
“Esprimiamo i più forti sensi di cordoglio, vicinanza e solidarietà ai genitori di Paolo Taormina, a nome del Partito Democratico della Sicilia, che si farà promotore di azioni e proposte in tutte le sedi istituzionali possibili, perché la questione giovanile e l’emergenza sicurezza diventino priorità assoluta dell’agenda politica regionale. Miti mafiosi, disprezzo per la vita e il prossimo, abuso di sostanze stupefacenti e accesso facile alle armi sfociano in violenze da metropoli americane, rendendo i nostri giovani carne da macello”.
Chinnici e Albanese: “Rispondere coi fatti”
Lo dichiarano Valentina Chinnici, vicesegretaria PD Sicilia e deputata regionale all’Ars e Mari Albanese, componente della segreteria regionale con delega al welfare e disuguaglianze sociali in seguito all’omicidio del giovane Paolo Taormina, avvenuto stanotte nel centro storico di Palermo.
“Oltre l’indignazione – aggiunge Valentina Chinnici – occorre rispondere con i fatti: già a partire dalle prossime settimane nella nuova finanziaria regionale da 2 miliardi occorrono investimenti immediati e di respiro, con una visione complessa e strategie mirate, costruite insieme a chi fronteggia ogni giorno l’emergenza giovanile tra cui associazioni, enti del terzo settore, forze dell’ordine, istituzioni scolastiche e parrocchie”.
“Palermo, che – afferma Mari Albanese – sembra ripiombata negli anni più bui, ha bisogno di interventi straordinari immediati per il controllo del territorio e, a lungo termine, per fornire infrastrutture a quei servizi essenziali ancora troppi carenti in molte parti della città”.
“È questa l’unica strada per spezzare le spirali di povertà educativa, di sottocultura della violenza e di latitanza istituzionale che – concludono – favorisce il proliferare della fascinazione mafiosa”.
Schillaci: “Serve pugno duro“
“Ancora un morto per la malamovida. Questa volta in pieno centro a Palermo. Occorre assumersi le responsabilità quando una vita viene spezzata in questo modo. Da tempo come commissione regionale Antimafia chiediamo un incontro al prefetto di Palermo e al Comitato per l’ordine e la sicurezza. Dopo le morti di Monreale avevamo chiesto un confronto con chi ha la responsabilità dell’ordine pubblico. Il 16 ottobre prossimo ci sarà questa occasione”.
Lo afferma Roberta Schillaci, segretaria della commissione regionale Antimafia e deputata del M5s. “Occorre – aggiunge – che tutte le istituzioni facciano la propria parte e non c’è più tempo da perdere. Non è solo un problema culturale. Circolano troppe armi. Va mostrato il pugno duro ed è opportuno agire anche con perquisizioni e presidi delle forze dell’ordine nei luoghi della movida”.
Figuccia: “Palermo deve reagire”
“Una notte di violenza ha spezzato la vita di un ragazzo di appena 21 anni, colpito a morte vicino al Teatro Massimo mentre cercava di aiutare un amico. Un gesto di coraggio che racconta la parte migliore dei nostri giovani, finito nel modo più tragico”.
Così Vincenzo Figuccia, deputato questore della Lega all’Ars. “Palermo deve reagire – aggiunge – serve più sicurezza, più educazione al rispetto, più presenza dello Stato. Alla famiglia del ragazzo e a chi gli voleva bene va il mio abbraccio e il mio calore più sincero. La città si stringe attorno al dolore dei genitori”.
De Luca: “Servono controlli“
“La tragica morte del giovane di appena 21 anni a Palermo è un fatto che ci sconvolge e che non può lasciare nessuno indifferente. Un episodio di violenza brutale che dimostra, ancora una volta, quanto sia urgente ripristinare un presidio forte e costante dello Stato in molti quartieri di Palermo e delle grandi città. Il problema è sociale.
Ai familiari e ai conoscenti del giovane Paolo Taormina giungano le nostre profonde condoglianze, ma tutta Palermo deve andare una risposta concreta: non ci può essere pace senza giustizia, e non ci può essere giustizia senza sicurezza. Le istituzioni devono fare la loro parte, senza più tentennamenti”.
Lo afferma Antonio De Luca, capogruppo del M5s all’Ars. “Le famiglie e le persone che vivono le nostre città – sottolinea De Luca – non possono permettersi di vivere nella paura che arrivi il delinquente di turno a sparare come in un far west. Il diritto alla sicurezza deve essere garantito dallo Stato.
È evidente che vi sono troppe sacche di degrado sociale dove la violenza e il senso di impunità sono all’ordine del giorno. Da un lato, servono più controlli del territorio, una presenza capillare delle forze dell’ordine e il potenziamento degli organici. Dall’altro – conclude De Luca – è indispensabile investire in politiche di inclusione, cultura e formazione per offrire ai nostri giovani alternative reali alla violenza e al degrado”.

