Palermo, controlli contro scommesse clandestine - Live Sicilia

Giro di vite contro le scommesse clandestine, multe per oltre un milione

In azione carabinieri e funzionari Adm
PALERMO
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PALERMO – Alla fine il bilancio è cospicuo, con buone entrate previste per le casse dello Stato grazie a multe per 1,1 milioni di euro e al ricalcolo delle imposte non versate. Giro di vite dei carabinieri e dei funzionari dei Monopoli Adm in Sicilia. In tutto sono stati scoperti nove punti di scommesse clandestine, mentre le persone denunciate sono state 15: queste dovranno rispondere di esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse. I controlli hanno portato anche al sequestro di venti apparecchiature informatiche.

Giro di vite

In azione i carabinieri di Palermo assieme ai funzionari dei Monopoli Adm (sempre di Palermo) e delle sezioni operative di Catania, Messina, Trapani. Un giro di vite effettuato con la collaborazione dell’ufficio Antifrode e controlli. Gli uffici di accertamento calcoleranno, secondo quanto comunicano i carabinieri, l’imposta unica evasa nel settore delle scommesse che invece, nei centri autorizzati, viene calcolata automaticamente al momento della giocata e versata dal concessionario per i giochi.

I controlli a Palermo

Questi i controlli principali: a Palermo, i militari della Stazione Olivuzza, in una sala in via Perpignano, hanno denunciato due persone e verbalizzato sanzioni per 110.000 euro, mentre nella zona di via Pitrè il titolare di un internet point è stato sanzionato per 200.000 euro. I carabinieri della Stazioni di Villagrazia e di Brancaccio, sempre insieme al personale dell’Agenzia delle Dogane, hanno, invece, deferito in stato di libertà due persone che gestivano due sale giochi, una a Bonagia e l’altra in corso dei Mille. Nella borgata Molara sono stati i militari della stazione Mezzo Monreale a elevare sanzioni per 20.000 euro e a sequestrare le apparecchiature di una sala scommesse. A Borgo Nuovo, i carabinieri hanno denunciato penalmente il titolare ed il gestore di una sala scommesse e contestato sanzioni complessive per 200.000 euro, mentre in via Trabucco i militari di Resuttana Colli hanno verbalizzato per 10.000 euro.

I controlli in provincia

Termini Imerese e a Trabia sono state controllate e sanzionate due sale scommesse. Il bilancio delle operazioni è stato di tre persone denunciate e 105.000 euro di sanzioni contestate. A Terrasini due sale scommesse sono ste sequestrate, tre persone sono state denunciate e sono state contestate sanzioni per 20.000 euro. A Misilmeri il titolare di una sala è stato denunciato e gli sono state contestate 50.000 euro di sanzioni.

La replica della società Stanleybet Malta LTD

“La notizia dei controlli effettuati dai carabinieri e dai funzionari ADM presso i punti scommesse clandestini con la contestazione di esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse e la pubblicazione dell’immagine di un centro Stanleybet richiede dei necessari chiarimenti e indispensabili puntualizzazioni”. Lo si legge in una nota di replica inviata da uno studio legale per conto di Stanleybet Malta LTD. La nota poi prosegue: “In materia di giochi e scommesse, si rammenta che la piena legittimità dei Centri Stanleybet è stata riconosciuta dalla costante giurisprudenza nazionale e comunitaria. L’attività dei Centri Trasmissione Dati costituisce, infatti, la legittima modalità attraverso cui Stanleybet esercita le libertà fondamentali di stabilimento e di prestazione dei servizi riconosciute ai cittadini e alle imprese dagli artt. 49 e 56 del Trattato FUE così come interpretati nelle sentenze Gambelli del 06.11.2003, causa C-243/01, Placanica del 06.03.2007, cause riunite C-338/04, C339/04 e C-360/04, Costa e Cifone del 16.02.2012, cause riunite C-72/10 e C-77/10 e da ultimo Laezza del 28.01.2016 nella causa C-375/14. Tale attività – prosegue ancora la nota – rappresenta l’unica possibilità, di fatto e di diritto, per operare all’interno del mercato italiano, poiché a Stanleybet (non per sua colpa, bensì a causa delle discriminazioni poste in essere in proprio danno da pregresse misure legislative, regolamentari, amministrative e giudiziarie) è stato reiteratamente impedito di partecipare alle procedure pubbliche sinora indette per il rilascio della concessione statale per la raccolta di scommesse”.

La nota dell’azienda poi prosegue: “Lo Stato italiano ha indetto tre gare per l’assegnazione del titolo concessorio per la raccolta di scommesse su rete fisica. Tutte e tre le procedure sono state oggetto di censura da parte della Corte UE che ne ha rilevato sotto molteplici riguardi il carattere discriminatorio e sproporzionato delle condizioni di affidamento, suscettibili di aver illegittimamente escluso dalla partecipazione il bookmaker Stanley e, per l’effetto, impedito a quest’ultimo l’acquisizione del titolo concessorio nazionale. La sentenza Gambelli (Causa C-243/01) del 2003 e Placanica (Cause riunite C-338/04, C-359/04 e C360/04) della Corte di Giustizia UE del 2007 hanno censurato la gara per l’affidamento in concessione dei diritti per l’esercizio dei giochi del 1999, la sentenza Costa Cifone (Cause riunite C-72/10 e C77/10) del 2012 ha dichiarato che lo Stato italiano con la gara Bersani di affidamento di oltre 16.000 diritti concessori ha protetto e tutelato i concessionari statali, la sentenza Laezza (causa C-375/14) del 28 Gennaio 2016 e la successiva giurisprudenza nazionale hanno affermato che anche la gara Monti per l’affidamento in concessione di 2000 diritti è in contrasto con il diritto dell’Unione e che il sistema concessorio italiano ha discriminato la Stanleybet. Sulla liceità, legittimità e regolarità dei Centri trasmissione dati collegati con la Stanleybet si sono pronunziate innumerevoli autorità giudiziarie che hanno verificato la condotta delle agenzie, hanno ribadito l’esclusione del reato, hanno disposto il dissequestro dei locali e dell’attrezzatura e hanno consentito la ripresa dell’attività di trasmissione dati. In tutti i provvedimenti si proclama la prevalenza del diritto comunitario di Stanley con disapplicazione della normativa italiana così come interpretato dalla costante giurisprudenza della Corte di Giustizia UE. Sulle selezioni di gara e sulle conseguenti discriminazioni in danno di Stanley, i Giudici italiani, compreso quelli di Palermo, si sono uniformati sulla disapplicazione della normativa italiana in favore di principi comunitari”.


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