Biondino, Galatolo e l'8 dicembre | Il faccia a faccia mancato - Live Sicilia

Biondino, Galatolo e l’8 dicembre | Il faccia a faccia mancato

Era tutto pronto a ridosso del Natale di due anni fa. Girolamo Biondino stava per incontrare Vito Galatolo. Poi, il presunto reggente del mandanento palermitano di San Lorenzo fiutò la presenza degli investigatori. Microspie e pedinamenti svelano i retroscena di una giornata concitata.

 

IL BLITZ APOCALISSE
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PALERMO – Ci furono grandi preparativi nel dicembre di due anni fa a Palermo. Era tutto pronto per il grande incontro fra Girolamo Biondino e Vito Galatolo. Sono finiti entrambi in carcere nel blitz Apocalisse. Sono accusati il primo – arrestato dai finanzieri della Polizia valutaria – di essere il capo mandamento di San Lorenzo-Tommaso Natale e il secondo – su di lui hanno indagato gli uomini della Squadra mobile – di avere guidato la famiglia dell’Acquasanta. Solo la prudenza di Biondino gli suggerì di defilarsi all’ultimo minuto. Forse aveva capito di essere pedinato. Alla fine Galatolo avrebbe incontrato solo i rappresentanti delle famiglie di Partanna Mondello e Tommaso Natale.

L’occasione si presentò fra l’8 e il 9 dicembre 2012. Galatolo si trovava in città per seguire un processo. Era stato da poco scarcerato. Aveva, però, il divieto di soggiorno a Palermo e si era trasferito a Mestre. Con un apposito permesso gli era stato dato il via libera per presenziare alle udienze.

L’organizzazione dell’incontro sarebbe stata affidata ad Antonino Di Maggio e Tommaso Genovese, entrambi indagati. Alle ore 19.05 dell’8 dicembre di due anni fa Genovese è in macchina con Roberto Sardisco, braccio destro di Silvio Guerrera, considerato il reggente della famiglia di Tommaso Natale. A bordo di una Fiat 500 raggiungono un bar a Tommaso Natale. Il solo Sardisco scende dalla macchina e sale su un furgone. Alla guida c’è un altro indagato, Francesco Ferrante. Assieme arrivano al civico 61 di via Barcarello dove c’è la villetta di Mimmo Biondino. Ferrante ha in mano un vassoio di dolci. Entrano in casa. Pochi minuti dopo Sardisco telefona a Guerrera: “Domani alle dieci”. Secondo gli investigatori, è la conferma dell’appuntamento. Poi, sempre Sardisco avverte Genovese – “Domani alle dieci e mezza” – che a sua volta contatta Di Maggio. Spetta a quest’ultimo avvertire Galatolo che lo attende a cena assieme alla moglie: “… telefonò Vito e ha detto che potete scendere che aspetta a noi per mangiare”.

Il 9 dicembre gli investigatori sono pronti a monitorare gli spostamenti di tutti i protagonisti. Quattro minuti dopo le 9 Guerrera è in macchina con Francesco Caporrimo. Sardisco passa sotto casa di Tommaso Contino, in cella con l’accusa di essere il capo della famiglia di Partanna Mondello. Nel frattempo, Biondino esce di casa a piedi. Percorre le vie Barcarello, del Tritone e del Mandarino e sale sulla Citroen C4 di Guerrera. La macchina è imbottita di microspie. Biondino si informa: “Che c’è Vito?”. Risposta affermativa. Guerrera, però, spiega che “a Masino non l’ho potuto trovare”. Biondino si rammarica: “Ci voleva Masino… ci voleva per certi discorsi… Masino ci vuole perché sa tanti discorsi”. Poi inizia a innervosirsi: “Dove dobbiamo salire? Là? Neanche io lo so, dove vuoi posteggiare posteggi, dove ci portano queste teste di minchia… li prenderei a calci nel culo a queste teste di… entra là dentro… abbiamo tante cose… da discutere”.

Gli inquirenti li hanno seguito passo dopo passo. Dopo aver percorso le vie Rosario Nicoletti, Partanna Mondello ed Emilio Salgari si sono fermati in via Jack London. Sono scesi dalla macchina per entrare nel condominio al civico 31 di via Partanna Mondello. È qui che abita Di Maggio. Dopo pochi minuti, però, Biondino e Guerrera escono. Salgono in macchina e vengono intercettati in via Lanza di Scalea. L’incontro è saltato. Biondino deve avere fiutato qualcosa. Forse i movimenti delle forze dell’ordine.

Nel pomeriggio della stessa giornata vengono monitorati nuovi spostamenti. C’è una novità importante: Biondino si è defilato. Guerrera e Contino si spostano a bordo di una Smart. “Dobbiamo andare in corso Tukory… è da stamattina che mi rompo i… – spiega Guerrera – mi stavano facendo attummuliari stamattina. Stamattina non ti ho potuto trovare… hanno una cosa urgente, subito”. Alle 17 e 30 arrivano in via Lincoln. Ci sono Di Maggio, Genovese, Sardisco, Contino e Guerrera. A questo punto le loro tracce si perdono. Secondo gli investigatori, avrebbero incontrato da qualche parte Vito Galatolo.


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