Giunta Bianco, chi può lasciare per candidarsi alle Regionali - Live Sicilia

Giunta Bianco, chi può lasciare per candidarsi alle Regionali

La seduzione dell'Ars potrebbe portare qualche esponente della squadra di governo a presentare, a breve, le dimissioni.

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CATANIA – Autunno 2017. Se nulla dovesse cambiare in questi mesi, le elezioni per il rinnovo dell’Ars e per la scelta del presidente della regione siciliana, dovrebbero svolgersi più o meno nel mese di ottobre dell’anno in corso. Questo potrebbe portare, tra qualche mese, alle dimissioni di alcuni esponenti della giunta Bianco che dovrebbero lasciare l’incarico nel caso in cui volessero correre per le regionali. Per partecipare alle quali, infatti, occorre presentare le dimissioni dalla carica di amministratore entro 10 giorni dalla pubblicazione del decreto di indizione dei comizi elettorali.

Questo potrebbe portare alcuni esponenti della squadra di Enzo Bianco, quasi identica dall’inizio della sindacatura, a lasciare l’incarico anzitempo. Solo tre assessori sono cambiati dall’elezione del 2013 : quello ai servizi sociali, Fiorentino Trojano, sostituito da Angelo Villari, Giuseppe Girlando, che ha lasciato alla fine dell’anno scorso, sostituito da Salvatore Parlato, e Angela Mazzola, dimessasi e sostituita dall’ex consigliere comunale di Articolo 4, Nuccio Lombardo. oggi imputato insieme a 33 colleghi di Consiglio per una presunta “gettonopoli”. Lombardi potrebbe essere il primo a presentare dimissioni per correre alle regionali, anche se i rumors danno il già assessore di Stancanelli e oggi delegato del sindaco Bianco, nuovamente candidato al consiglio comunale.

A lasciare, con maggiore probabilità, potrebbe invece essere Luigi Bosco, attuale assessore ai Lavori pubblici, nominato nel 2013 in quota Megafono. L’ex presidente dell’ordine degli ingegneri, ancora in Giunta nonostante la scomparsa in aula del gruppo che fa riferimento al presidente della Regione Crocetta, potrebbe infatti optare per un posto all’Assemblea regionale, una scelta che sarebbe logica per proseguire nella carriera politica. Le voci che danno probabile queste opzioni sono insistenti, e il fatto che Bosco si sia tesserato con il Pd – Centro storico – potrebbe essere un indizio.

Poi c’è il vicesindaco, Marco Consoli. L’ex giovanissimo presidente del Consiglio comunale, in epoca Stancanelli, oggi vicesindaco, potrebbe venir sedotto dal richiamo di Sala d’Ercole, anche se la mossa di lasciare il Megafono per passare al Centro democratico di Bruno Tabacci potrebbe indicare la volontà di andare a Roma, piuttosto che a Palermo. Così come per quanto riguarda l’attuale assessore al Welfare, Angelo Villari. L’ex segretario della Cgil cittadina è dato da molti in lizza per un posto all’Ars, anche se insistenti voci lo vorrebbero candidato blindato per le politiche. Posto che non è affatto scontato, però, in epoca di liste bloccate e Villari potrebbe vedersi sfilato il posto da qualche collega di partito, magari una donna proveniente dall’Assemblea siciliana. Questo potrebbe portarlo a dover optare necessariamente per la corsa all’Ars. Alla quale potrebbe partecipare anche Salvo Di Salvo. Anche se l’attuale assessore all’Urbanistica e, recentemente, anche alle Manutenzioni, già pupillo del compianto Lino Leanza, non avrebbe un gruppo di riferimento.

Alla corsa per l’Ars, poi, potrebbero partecipare anche alcuni consiglieri comunali, prima fra tutti la presidente del consiglio Francesca Raciti. Che, in un’intervista recente a LivesiciliaCatania ha dichiarato di non avere “in programma una candidatura alle regionali, né di lasciare il ruolo di presidente del Consiglio”. Che questo significhi la volontà di correre per un posto a Montecitorio? Non è affatto da escludersi.

Insomma, da qui a pochi mesi, la squadra di Enzo Bianco potrebbe cambiare, e di conseguenza potrebbero trovare nuovi assetti gli equilibri politici che ne sostengono l’azione di governo. A meno che non si confermino reali le voci, insistenti dall’aprile dell’anno scorso, della candidatura del primo cittadino catanese a presidente della Regione. In questo caso a dimettersi entro 10 giorni dalla pubblicazione del decreto di indizione dei comizi elettorali, dovrebbe essere anche lui.

 


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