“La nuova giunta sarà fatta dagli uomini e dalle forze che sostengono questo governo, e da tanti tecnici”.
Quindi non ci saranno più gli assessori del Pdl cosiddetti lealisti ?
“Chi non sta a sostenere il governo credo che non debba stare in giunta. Non debbo, però, emettere sentenze io in materia, anche a scanso di ulteriori polemiche”. Così il governatore di Sicilia Raffaele Lombardo, stamattina nella sede di Catania della Regione Sicilia, impelagato in un nugolo di convegni e riunioni, ha risposto alle nostre domande.
Presidente, sta già lavorando alla nuova formazione ?
“Per la verità non ci sto lavorando. Ma non sarà difficile: abbiamo tempo fino al 31 del mese per risistemare assessorati e dipartimenti. Dal primo gennaio partirà la nuova rimodulazione dell’organizzazione degli uffici”.
Mi scusi se insisto, ma non potrebbe anticiparci i nomi dei nuovi assessori ?
“Le assicuro che non ci ho ancora pensato”.
I tecnici che entreranno saranno vicini al Partito Democratico ?
“Vede, già in giunta ci sono assessori che stanno apportando prestigio e competenza e non appartengono a nessun partito politico. Non c’è nulla di strano. Russo, Venturi, Caterina Chinnici. Ecco la Chinnici, vorreste definirla di parte ?”.
E col Partito democratico, che rapporto ci sarà ?
“Hanno già dichiarato che ci confronteremo sui progetti e sui programmi. E così faremo”.
Il presidente della Regione Raffaele Lombardo va dunque dritto sulla strada tracciata dalla votazione della settimana scorsa, quella che ha visto insieme Mpa e Gruppo Sicilia-Miccichè con la bonaria uscita dall’aula dei deputati pidiini.
Quella che si delinea è dunque una nuova coalizione che escluderebbe il Pdl, ovverosia il partito uscito largamente vincente dalle elezioni di un anno e mezzo fa. La presenza dell’Udc appare oramai uno sbiadito ricordo.
E il Partito Democratico, pur diviso al proprio interno tra gli interventisti, gli astensionisti ed i “non se ne parla nemmeno”, si appresta a varcare il guado ed a collocarsi in appoggio esterno al Lombardo Ter. In termini strettamente tecnici e numerici, accadrà che tutte le leggi che l’Ars sarà chiamata ad approvare, dovranno passare al vaglio ed al voto dei pidiini, i quali avranno largamente voce in capitolo su ogni decisione che conta. E parteciperanno pure – anche se nessuno lo ammette – alla rispartizione di posti ed incarichi oltretutto resa obbligatoria dall’entrata in vigore della nuova legge sugli enti locali, che rappresenta uno dei pochi esempi di larghe intese di questa legislatura.