"Giustizia vera per Paolo, altrimenti sarà morto per nulla" - Live Sicilia

“Giustizia vera per Paolo, altrimenti sarà morto per nulla”

Appello della mamma di Paolo La Rosa al processo per l'omicidio avvenuto davanti a una discoteca di Terrasini

PALERMO – “Siamo qui perché Paolo merita una giustizia che sia davvero giusta. Una giustizia che tenga conto del valore di una vita“, dice fuori dal Palazzo di giustizia Loredana Zerbo, la mamma di Paolo La Rosa assassinato a coltellate davanti a una discoteca di Terrasini.

“Solo se ci sarà una giustizia vera il nostro Paolo non sarà morto per nulla”, aggiunge attorniata dagli amici del figlio che si sono radunati con degli striscioni.

Da pochi minuti si è conclusa l’udienza davanti al giudice Piergiorgio Morosini. Alberto Pietro Mulè, reo confesso del delitto, sarà processato davanti alla Corte di assise. Per lui niente rito abbreviato: le nuove norme infatti precludono per questo tipo di reato l’accesso a riti alternativi che garantiscono lo sconto di un terzo della pena.

In abbreviato invece saranno giudicati Filippo Mulè e Rosario Namio, imputati per rissa aggravata dall’avere provocato la morte della vittima.

“Non è stata una rissa”, ripete la mamma e con i suoi legali, gli avvocati Salvatore Palazzolo e Toni Palazzotto, cercheranno di fare valere le proprie ragioni nel processo in cui si sono costituiti parte civile assieme ai comuni di Cinisi e Terrasini.

I fendenti mortali furono tre. Alberto Pietro Mulè colpì Paolo La Rosa con un coltello alla gola e all’addome. Poi, fuggì. Il procuratore aggiunto Ennio Petrigni, il sostituto Daniele Sansone e i carabinieri ricostruirono così la folle notte davanti alla discoteca Millennium di Terrasini.

Ecco cosa avvenne. Alle 3:20 giunge una telefonata ai carabinieri. C’è stato un accoltellamento. Alle 3:55 un’ambulanza è sul posto. La Rosa muore all’ospedale di Partinico. La sorella della vittima, Giuliana, racconta che il fratello ha litigato con il fidanzato, Filippo Mulè.

La lite è iniziata nel locale ed è proseguita fuori. Alberto Mulè ha colpito il fratello della ragazza con un coltello mentre era a terra. Quando sono arrivati i soccorsi Alberto era circondato da dieci ragazzi.

I carabinieri sentono alcuni testimoni. Un giovane ha sentito urlare, si è precipitato davanti alla discoteca ed ha visto “Paolo con gli occhi aperti, gli usciva sangue dalla bocca”. Il resto del racconto è raccapricciante.

Un buttafuori della discoteca riferisce che c’è stato un diverbio con un Filippo Mulè. È stato Paolo a fargli stringere la mano. Il cognato “era alticcio, mentre scendeva dalla scale, ha dato due schiaffi ad un ragazzo più grande senza motivo ed è caduto dalle scale”.

La sorella di Filippo, Mariella, fornisce invece una versione diversa: “Paolo voleva soddisfazione dal buttafuori. Mio fratello invitava Paolo a stare calmo. Paolo non contento invitava mio fratello ad andare a casa e gli tirava tre schiaffi alla nuca. Si sono azzuffati. Durante la confusione ho sentito che Paolo aveva litigato con qualcuno ma non so riferire con chi. Non ricordo altro, anche perché ho cercato di salvarlo, gli sono stato vicino”.

A completare la ricostruzione sono state le immagini delle telecamere: si vedono ragazzi partecipare alla rissa e altri cercare di separare i contendenti. Alberto Mulè estrae dalla tasca un grosso coltello colpisce La Rosa “con inaudita violenza”. L’assassino viene riconosciuto per via del cappello modello Borsalino e l’abito gessato che indossa. Era una serata di carnevale.

Infine i carabinieri ascoltano un audio che gira su Whatsapp con un altro testimone che ha ricostruisce i fatti: “… arrivò sto Paolo La Rosa e andò ad acchiappare subito a Filippo… gli va a dare quattro pugni in faccia a Filippo… ha uscito quel coltello picciotti, gli ha tagliato la giugulare a giro a giro, due coltellate nella pancia”. Anche qui i particolari del racconto si fanno raccapriccianti.

I carabinieri rintracciano Alberto Mulè. Lo conducono in caserma a Carini. E il ventunenne confessa.

La madre e il padre di Paolo, Carlo La Rosa, hanno scritto una lettera in cui chiedono alle altre famiglie che hanno patito la loro stessa sofferenza di unirsi nella battaglia per la giustizia.

Ecco il testo: “Molti di voi conosceranno quello che è successo alla mia famiglia, mentre altri si chiederanno chi sono. Sono una mamma con il cuore strappato dal petto, durante una notte di carnevale. Mentre io e mio marito dormivamo una parte della nostra vita veniva uccisa. Da quel momento viviamo la tragedia di avere perso Paolo, Il nostro amatissimo figlio che veniva brutalmente ucciso a coltellate, all’uscita della discoteca per mano di esseri crudeli e senza scrupoli che, con il loro volontario ed efferato gesto, hanno deciso di distruggere le loro e le nostra vite. Scrivo questa lettera sperando che altri genitori che purtroppo vivono questa nostra stessa tragedia possano unirsi a noi unendo le forze come in un lavoro di squadra, mettendo in campo tutte le nostre migliori energie, forse riusciremmo ad assicurare ai nostri figli il miglior grado di giustizia terrena che può essere a loro riconosciuto. Infatti nessuna condanna sarà mai abbastanza giusta, nessuna pena sarà mai adeguata per compensare il vuoto perenne che ci accompagnerà per sempre. I nostri figli non torneranno più indietro. E troppi giovani stanno morendo invano. Sento di dover fare qualcosa, di dover tracciare un cambiamento in un sistema che mi auspico faccia tanto per avere una giustizia vera che possa anche per poco alleviare le nostre sofferenze. Sono sicura che tale unione susciterebbe un effetto moltiplicatore nell’efficacia della nostra azione, diventerebbe una grande cassa di risonanza nell’opinione pubblica e ci aiuterebbe a tenere alta l’attenzione su questi fenomeni di violenza giovanile che stanno aumentando in modo esponenziale. Proviamo a fare qualcosa. facciamo sentire la nostra voce. E se anche non foste d’accordo o solamente non ve la sentiste, io sarei comunque estremamente felice di conoscervi, di raccontarvi di mio figlio Paolo e di ascoltarvi per conoscere i vostri figli”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI