Gli eroi con il camice bianco | nel tempo del coronavirus - Live Sicilia

Gli eroi con il camice bianco | nel tempo del coronavirus

Il popolo dei camici bianchi nei giorni dell'epidemia.

Pure nel tempo difficile del coronavirus, c’è un piccolo eroe silenzioso che si alza ogni mattina, oppure ogni notte, per affrontare la paura di tutti: per lui è normale in tutte le occasioni.

E’ un giovane medico appena approdato sulla zattera malcerta del Servizio Sanitario Nazionale. E’ un vecchio dottore che ha visto cateteri, sangue, morti e malattie; eppure non ha mai rinunciato a coltivare sul suo balcone, con l’estate o con l’inverno, una piantina chiamata ‘Speranza’. E’ un’infermiera che ha appena dato il buongiorno a un figlio bambino e il papà non c’è. E’ un infermiere pieno di acciacchi e di dolori cronici, ma ha deciso di andare.

Può essere burbero, affabile, bravo, meno bravo, sereno o preoccupato, ma va, senza tentennare, quando viene coinvolto.

Certo, è un lavoro, ti pagano, prendi uno stipendio, ci campi la famiglia. Ma, con tutto il rispetto, ci sono lavori e lavori. E quando dalla sveltezza delle tue dita dipende l’esistenza degli altri, anche se non sempre lo ammetti, diventa una missione.

Guardiamolo, questo dottore, questa infermiera, questo operatore del 118, questo ausiliario, questo ‘chiunque sia’ che indossa il camice e corre in soccorso del mondo, ogni volta che il mondo chiama, senza pretendere niente che non sia il suo dovere.

Da tanti anni la politica lo delude: gli promette strutture, assistenza, gratificazioni, ma poi non succede quasi mai. E i pazienti più arrabbiati, per i guasti a cui la stessa politica non provvede, se la prendono con lui, perché è sempre lui il soldato in trincea con il cerino in mano. Anni di umiliazioni, di botte, di disillusioni. Giovinezze accartocciate nel sacrificio. Vecchiaie a passare la notte di guardia con quella luce negli occhi che dice al sofferente: io sono qui, non ti abbandono, la tua battaglia è la mia battaglia.

Accade anche adesso, come è accaduto ieri, anche stamattina, nel tempo difficile del coronavirus, a Palermo, non solo a Palermo. Non dimentichiamolo.


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