Gli tolgono la figlia, accusato di aver calunniato il medico e assolto

Gli tolgono la figlia, accusato di aver calunniato il medico, assolto

Il processo è durato quattro anni

PALERMO – Il processo si chiude con l’assoluzione. L’imputato G.M. non ha calunniato il medico contro cui rivolse l’accusa di avere curato male la figlia tetraplegica. È stata una lunga battaglia giudiziaria, nel corso della quale aveva addirittura perso la patria potestà.

La bimba nasce nel 2010 con una grave patologia invalidante. I genitori sono calabresi, ma la figlia ha necessità di essere ricoverata in un reparto dove c’è la rianimazione pediatrica.

Approdano così all’Ospedale dei bambini di Palermo, città dove decidono di trasferirsi. In particolare nel reparto allora diretto da Giuseppe Re.

I rapporti tra Montera e Re si fanno tesi. Specie dopo che Re attiva un procedimento innanzi al Tribunale dei minorenni per la revoca della potestà genitoriale. Il medico ritiene che il padre non si prenda cura della figlia nei più elementari obblighi quotidiani. La bimba avrebbe addirittura preso i pidocchi.

Da gennaio a dicembre 2018, nelle more del procedimento, la piccola viene estromessa dall’ambiente familiare e affidata all’Ospedale, senza che i genitori potessero in alcun modo vederla. Alla fine il Tribunale dei minorenni, dopo avere disposto una perizia, attesta la perfetta idoneità dei genitori alla gestione della figlia, che rientra nel proprio nucleo familiare.

I rapporti con il primario sono logori. L’imputato lo denuncia: sostiene che gli sia stato negato di visionare la cartella clinica, lo accusa di non fornire informazioni ai genitori e di avere mal gestito la piccola paziente (ad esempio modificando il regime alimentare).

Il padre, assistito dagli avvocati Giuseppe Seminara e Riccardo Lo Bue, finisce sotto processo per calunnia. Dopo 4 anni di dibattimento il giudice della V sezione del Tribunale di Palermo, Ivana Vassallo, lo ha assolto perché il fatto non costituisce reato.


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