PALERMO – Manifestazione contro la dittatura, così la chiamano. Oggi alle 17.30 centinaia di persone sono scese in strada per protestare contro il GreenPass.
Le ultime misure del Governo, in vigore dal 6 agosto, prevedono il certificato verde obbligatorio per ristoranti al chiuso, eventi e sport. Ma chi è qui in Piazza Castelnuovo, al Palchetto della Musica, non ci sta.
Tra striscioni contro il Presidente del Consiglio e la campagna vaccinale, i manifestanti si abbracciano applaudono si stringono la mano. Assembrati e compatti, alzano le mani al cielo e intonano cori. Qualche esempio: “Giù le mani dai bambini”, “Norimberga” e “Figliolo vaffanculo”.
All’inizio è difficile parlare con qualcuno: “ai giornalisti non abbiamo niente da dire”. Poi – timido – si fa avanti un manifestante: “Il GreenPass è incostituzionale e lede i diritti umani: il vaccino è pericoloso”. Un altro dichiara: “Le ultime misure sono eccessive, noi copiamo sempre dalla Francia e dalla Germania”. Un ultimo ancora, a rincarare la dose: “Il vaccino è letteralmente una fregatura. Non bisogna nemmeno chiamarlo vaccino: è un disegno criminale”.
Dopo un’ora la protesta si sposta. Si lascia alle spalle il Politeama e sfila verso il Teatro Massimo, al ritmo di un tamburo e sventolando bandiere siciliane. Dopo un blocco momentaneo, prosegue per Via Maqueda e arriva fino a Piazza Pretoria. Davanti al Comune di Palermo, continuano i cori contro dittatura Governo vaccini.
Qui, come altrove, i manifestanti invocano la libertà di scelta. Nessuno, però, si preoccupa della responsabilità che ne consegue.