"Grigoli non si deve toccare" | Così Messina Denaro lo salvò - Live Sicilia

“Grigoli non si deve toccare” | Così Messina Denaro lo salvò

Matteo Messina Denaro

Il latitante, attraverso la sorella Patrizia, fece sapere che 'il re dei supermercati' non si doveva toccare perché la sua uccisione avrebbe fatto un grosso danno.

Il processo
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PALERMO – Per decidere se eliminare Giuseppe Grigoli, il re dei supermercati Despar prestanome del boss Matteo Messina Denaro che in aula si era, invece, detto vittima del capomafia, interpellarono direttamente il superboss latitante. Che, attraverso la sorella Patrizia fece sapere che Grigoli non si doveva toccare perché la sua uccisione avrebbe fatto un grosso danno. Il summit improvvisato in cui tutto fu deciso avvenne in carcere sotto le videocamere degli inquirenti che hanno ripreso ogni istante del dialogo tra Patrizia Messina Denaro e il marito detenuto, Vincenzo Panicola.

Le immagini sono state trasmesse in aula al processo in cui la sorella del capomafia è imputata assieme al nipote prediletto del boss, Francesco Guttadauro, di associazione mafiosa. Il dibattimento si svolge davanti al tribunale di Marsala. Nelle riprese si vede Patrizia Messina Denaro, all’epoca libera, che va a trovare il marito in carcere insieme ad altri parenti. L’uomo sarà poi condannato a 10 anni. Nei giorni precedenti Panicola le aveva chiesto di sondare il boss latitante per sapere cosa fare di Grigoli, visto che in carcere girava la voce che si fosse pentito. Il dubbio di Panicola era che il re dei supermercati fosse stato autorizzato da Messina Denaro a fare le dichiarazioni rese in aula per salvarsi il patrimonio. “Cerca tuo fratello e gli chiedi se l’ha autorizzato”, dice Panicola alla moglie. E la donna torna in carcere dal marito con la risposta.

Dalle sue parole si capisce chiaramente che ha incontrato il fratello – nessuno però l’ha pedinata in quel periodo -: siamo al 19 luglio del 2013. “Nessuno lo tocchi – dice Patrizia Messina Denaro riportando le parole del capomafia. Perché può fare danno assai. Dieci volte di più. Una catastrofe”.

(Fonte ANSA)


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