L'ergastolano in fuga ripreso dalle telecamere | Nessuno, però, le stava guardando - Live Sicilia

L’ergastolano in fuga ripreso dalle telecamere | Nessuno, però, le stava guardando

Emergono clamorosi sviluppi sull'evasione di Valentin Frrokaj dal carcere Pagliarelli di Palermo. Dalle immagini di una telecamera al gancio usato per la fuga realizzato con una sbarra della cella. Una raffica di inefficienze su cui indaga la Procura.

PALERMO – Una raffica incredibile di errori. Inefficienze. Leggerezze. Culminate nelle immagini della telecamera che riprendeva quell’uomo su e giù per muri e cancellate del carcere Pagliarelli. Immagini che, però, nessuno stava guardando.

Incredibile, ma vero. Adesso il delicato compito degli investigatori, coordinati dal pubblico ministero Caterina Malagoli, è di verificare se ci siano colpe o complicità dietro le inefficienze. Se qualcuno abbia volutamente aiutato, o meno, Valentin Frrokaj, l’ergastolano albanese evaso ormai da tre giorni. Ed emergono nuovi particolari della sua fuga che lasciano a bocca aperta gli stessi inquirenti. Frrokaj, che aveva i capelli lunghi e non più rasati come nelle foto di archivio pubblicate in questi giorni, in carcere è riuscito a costruirsi un gancio che gli ha consentito di sfruttare al meglio la corda fatta con le lenzuola. L’albanese, condannato all’ergastolo per omicidio, ha staccato una sbarra dalla finestra della sua cella. Con quale arnese ci sia riuscito è un mistero. Come misterioso è il metodo con cui abbia piegato la sbarra.

La fuga di Frrokaj è iniziata nel cortile del passeggio. Qualcuno avrebbe dovuto controllarlo dallo spioncino della porta da cui si accede al cortile. Ed invece, non lo ha fatto. Sembrerebbe che dal momento della fuga all’allarme sia passato tanto, troppo tempo. Forse un’ora. Un vantaggio enorme e decisivo per fare perdere le proprie tracce.

E poi c’è la storia delle telecamera. Di quei filmati ora a disposizione degli investigatori in cui si vede il Papillon dei giorni nostri mentre scappa. Nessuno, però, degli agenti della polizia penitenziaria, aveva gli occhi sul monitor. Carenza di personale come denunciano da tempo i sindacati delle guardie? La telecamera sembrerebbe essere destinata a seguire una fase dell’arrivo dei parenti durante i colloqui in carcere. E siccome non c’erano colloqui in quel momento non c’era alcun controllo in atto.

Certo, le immagini nitide della fuga sono uno schiaffo al sistema di sicurezza che ha fatto acqua da tutte le parti. Per ultimo, c’era un solo addetto alla vigilanza sull’intera cinta muraria. L’inchiesta per ora vede indagato il solo fuggitivo. Presto il registro degli indagati potrebbe arricchirsi di altri nomi.


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