PALERMO – Rosario Crocetta non ci sta. Se il governatore è uno degli sconfitti di questa tornata elettorale, visto il flop della sua candidata Michela Stancheris, le altre correnti del Pd non sono uscite vincitrici. “Non mi pare che la componente Cracolici possa dire di avere vinto le elezioni. Il suo candidato Fiandaca a Palermo, la sua città, ha avuto un buon risultato, ma altrove è stato un flop”, dice il governatore all’Ansa. “Queste elezioni le ha vinte il Pd e Renzi, non certamente le sue correnti – osserva Crocetta -. Anzi: i tre eletti nella circoscrizione Sicilia-Sardegna sono espressione soprattutto di un voto d’opinione, e solo in parte di apparato. Ora spero che il Pd sappia ritrovare l’unità, per essere un elemento fonte di stabilità e di governo della Sicilia in una situazione drammatica”.
Quanto al risultato della Stancheris, Crocetta abbozza: “Michela Stancheris, che non è siciliana ma bergamasca, ha ottenuto un risultato enorme, raccogliendo oltre 70 mila voti; per la maggior parte si tratta di preferenze secche senza accordi con altre correnti, raccolte grazie al lavoro di Michela, mio e di Beppe Lumia. Altri candidati non eletti, invece, hanno preso voti perché inseriti nelle terzine, frutto di intese pre-elettorali, avendo dietro gli apparati”.
“Michela – aggiunge Crocetta – ha ottenuto migliaia di votiin più di altri candidati del Pd nella circoscrizione Centro, alcuni eletti al Parlamento europee con 50 mila voti”.
“Un Crocetta ter? La questione non è questa – dice il governatore -. Il tema è riuscire a trovare un dialogo che consenta di portare avanti le riforme all’Assemblea regionale siciliana. Io penso a governare, se l’obiettivo di qualcuno è andare alle elezioni, pazienza. Io che ci posso fare”.
Quanto al rapporto col Pd, Crocetta mostra ottimismo: “Mi aspetto che il Pd sappia ricomporre una sintesi unitaria: in Sicilia non può essere il partito anti-Renzi. Queste elezioni si sono svolte in un clima esasperato di guerra totale, soprattutto negli ultimi dieci giorni”.
