I familiari di Beppe Montana | si costituiscono contro Ciancio - Live Sicilia

I familiari di Beppe Montana | si costituiscono contro Ciancio

Ciancio non pubblicò il necrologio del commissario Beppe Montana ucciso dalla mafia. Nel 2012, però, è stato pubblicato il necrologio del boss Pippo Ercolano. Sul caso è sceso in campo Tony Zermo, per difendere Ciancio. TUTTI I DOCUMENTI.

CATANIA- Gerlando e Dario Montana, fratelli di Beppe Montana, il commissario di polizia ucciso dalla mafia nel 1985, hanno dato mandato all’avvocato Goffredo D’Antona per costituirsi parte civile nel processo a carico di Mario Ciancio, il noto editore e imprenditore catanese.

La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio di Ciancio con l’accusa di concorso esterno all’ associazione mafiosa, l’editore ha respinto ogni addebito, ma nell’avviso di conclusione indagini svelato dal mensile “S” sono contenuti tutti i capi d’accusa, uno dei quali riguarda proprio il ruolo di Ciancio come editore. L’imprenditore catanese avrebbe messo “a disposizione dell’organizzazione criminale la propria attività economica, finanziaria e imprenditoriale avente ad oggetto, tra l’altro, l’editoria, l’emittenza televisiva, la proprietà fondiaria e l’attività edilizia, centri commerciali, centri turistici, aeroporti, posteggi ed altre lottizzazioni”.

La richiesta di costituzione parte civile è motivata con il “rifiuto da parte del direttore responsabile de “LA SICILIA” Mario Ciancio Sanfilippo di voler pubblicare sul proprio quotidiano il necrologio per il trigesimo che la famiglia Montana aveva scritto per ricordare il sacrificio di Beppe Montana e per rinnovare il disprezzo alla mafia e ai suoi anonimi sostenitori”.

“Orbene -sottolinea Goffredo D’Antona- nell’ordinanza del 15 novembre 2012 – che rigettava la richiesta di archiviazione nei confronti di Mario Ciancio Sanfilippo per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa e ordinava al Pubblico Ministero di compiere ulteriori indagini – tra i diversi aspetti valutati dal G.I.P., assumeva una “straordinaria pregnanza indiziaria” il contributo che il Ciancio Sanfilippo era in grado di offrire all’associazione mafiosa, in particolare a Cosa Nostra,  quale editore/direttore dell’unico quotidiano a Catania di larga diffusione”.

CIANCIO REPLICA CON ZERMO- Ufficialmente, secondo quanto ha scritto su La Sicilia Tony Zermo, giornalista di punta del quotidiano catanese, il necrologio in ricordo di Beppe Montana sarebbe stato rifiutato perché il testo “parlava di un delitto di mafia dagli alti mandanti”. “Chi erano -si chiede Tony Zermo- questi alti mandanti? Il presidente della Repubblica? Il capo della polizia?”. E ancora, il necrologio in ricordo del commissario ucciso dalla mafia non sarebbe stato pubblicato, sempre secondo Zermo, perché “si volevano evitare illazioni”. Eppure, a leggere il testo del necrologio rifiutato, le “illazioni” decantate da Zermo non si trovano. “La famiglia -recita il necrologio non pubblicato- con rabbioso rimpianto ricorda alla collettività il sacrificio di Beppe Montana, commissario P.S., rinnovando ogni disprezzo alla mafia e suoi anonimi sostenitori”.

PERSONE OFFESE- Secondo Goffredo D’Antona “i fratelli  di Beppe Montana, Gerlando e Dario Montana, sono da ritenersi persone  offese” nel procedimento contro Mario Ciancio. “Ciò in quanto, la famiglia Montana vedeva rifiutarsi la possibilità di ricordare il proprio caro, vittima della mafia, dal giornale più diffuso a Catania. Ciò ha contribuito, inevitabilmente, non solo a riaprire una ferita dolorosa a solo tre mesi dalla morte di Beppe Montana, ma anche ad aumentare quel senso di sconforto e di solitudine causato da un rifiuto ingiustificato ed ingiustificabile da parte del maggiore quotidiano di informazione della città”.

Il necrologio del boss Pippo Ercolano pubblicato su La Sicilia

I tre necrologi del capomafia pubblicati. Il 31 luglio del 2012, tre giorni dopo l’anniversario della morte di Beppe Montana, La Sicilia ha pubblicato tre necrologi di amici e famigliari che ricordano il boss Pippo Ercolano. In questo caso però, non sono state rinvenute “illazioni” nella fase di controllo dei testi da inserire sul quotidiano edito e diretto da Mario Ciancio. A dare l’annuncio della scomparsa ci sono tutti i figli, compreso Aldo, l’esecutore materiale (al 41bis), del vile agguato al giornalista Pippo Fava. Poi un messaggio da Luigi Carcione, che saluta lo “Zio Pippo” facendo le condoglianze ai famigliari. “Sei stato un grande amico”, dice Carcione, indagato perché, come ha svelato Report, era l’imprenditore che consentiva allo “Zio Pippo”, di apparire al lavoro e in realtà curare le forniture della cava di famiglia, anche per importanti commesse pubbliche. Quindi il ringraziamento, da parte dei famigliari del boss, “a tutto il personale sanitario della Ccmc per le cure prestate e l’affetto dimostrato. Un ringraziamento particolare al dott. P.Bosco”.

 


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