I fondi sul terremoto ad Aci Sant'Antonio: 42 indagati e 2 interdittive

I fondi sul sisma ad Aci Sant’Antonio: 42 indagati e 2 interdittive

La ricostruzione dei fatti

ACI SANT’ANTONIO (CATANIA) – Agli indagati, che nel complesso sono 42 (quarantadue), è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. La questione è quella scaturita dalle denunce presentate da due imprenditori nei confronti dell’allora sindaco del Comune di Aci Sant’Antonio, Santo Caruso e di un funzionario comunale, “accusati di supposte condotte corruttive e di illeciti nella gestione e affidamento di lavori pubblici, nonché nell’assegnazione di contributi stanziati dall’Ente comunale in favore di privati e associazioni”.

Nel mirino della Procura, il geometra Rosa Mammino, funzionario del Comune di Aci Sant’Antonio nonché coordinatrice dell’ufficio sisma e responsabile unica del procedimento per l’approvazione e liquidazione delle domande di contributo presentate dell’Ordinanza del Capo Dipartimento della Protezione Civile, e del geometra Angelo Patanè, libero professionista. Per loro è scattata l’interdittiva rispettivamente a 10 e 6 mesi.

L’inchiesta

L’indagine, iniziata nel 2019 e protrattasi sino al 2023, compiuta attraverso intercettazioni telefoniche e tra presenti, acquisizione di documentazione, perquisizioni e sequestri, sommarie informazioni testimoniali, ispezioni presso alcune abitazioni destinatarie dei contributi e consulenze tecniche, consentiva di portare alla luce un trasversale sistema illecito nella gestione dei contributi per la ricostruzione post–sisma nel quale risultavano pesantemente coinvolti, a vario titolo, pubblici amministratori, funzionari comunali, privati cittadini richiedenti il contributo per il pronto ripristino delle abitazioni danneggiate dall’evento tellurico, nonché tecnici di parte.

In particolare, emergeva che il funzionario comunale, attraverso il compimento di atti contrari ai suoi doveri d’ufficio, avrebbe fatto ottenere a privati cittadini, che alla medesima si erano affidati, l’indebita elargizione del contributo statale stanziato per il pronto ripristino delle abitazioni danneggiate dal sisma, ottenendo in cambio una remunerazione economica, consistente in una quota del compenso corrisposto al tecnico di parte geometra di cui la stessa si sarebbe avvalsa, quale suo prestanome, e con il quale avrebbe operato in correità; a ciò si aggiunga che la stessa funzionaria comunale, attraverso il compimento di artifizi e raggiri e con il contributo offerto da pubblici amministratori, funzionari comunali e dal titolare dell’impresa affidataria dei lavori, sarebbe stata destinataria dell’indebita corresponsione di contributi per il ripristino della propria abitazione.

La ricostruzione dei fatti

Nella ricostruzione effettuata dai militari dell’Arma “gli approfondimenti investigativi hanno permesso, inoltre, di accertare plurime falsificazioni dei verbali di giunta e delle relative delibere adottate, in quanto i membri della giunta comunale di Aci Sant’Antonio, in concorso con il segretario comunale, nel corso dell’anno 2019 avrebbero attestato, non conformemente al vero, la presenza di alcuni di loro a sedute alle quali n realtà non avevano partecipato, trovandosi in altre località per impegni personali”.

Ed ancora: “Nel contesto della medesima indagine sono stati accertati, infine, a carico di funzionari comunali e di taluni titolari di imprese affidatarie di lavori pubblici, diversi illeciti commessi nei lavori di ripristino del manto stradale, a seguito di condotte fraudolente poste in essere ai danni dell’ente comunale, nonché un connesso traffico illecito di rifiuti derivante dall’omesso conferimento in discarica del fresato di asfalto (rifiuto speciale non pericoloso) proveniente dai lavori di scarifica del manto stradale; fresato d’asfalto che sarebbe stato indebitamente conferito ad esclusivo vantaggio di un’impresa locale riconducibile alla funzionaria R.M. operante nel settore della movimentazione terra, in violazione delle norme in materia ambientale”.



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