I lavoratori della St |scrivono a Napolitano - Live Sicilia

I lavoratori della St |scrivono a Napolitano

I 4000 dipendenti preoccupati per la cessione delle azioni ai privati. (Nella foto il Presidente della Repubblica durante la visita alla St Microelectronics)

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CATANIA – La Rappresentanze sindacali unitarie della St Microelectronics di Catania, insieme alle segreterie provinciali catanesi di Fim, Fiom, Fismic, Uglm e Uilm, hanno scritto una lettera al presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio dei Ministri, al presidente della Regione e al sindaco di Catania, Enzo Bianco, per esprimere “le forti preoccupazioni vissute dai 4000 dipendenti della STMicroelectronics di Catania in riferimento alle intenzioni di cedere a privati, in tutto o in parte, le azioni detenute oggi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze”.

Si legge nella lettera: “Riteniamo che la scelta del Governo italiano non vada nella direzione della salvaguardia e della crescita occupazionale, ma si fondi su ragioni economiche di reperimento di risorse per il bilancio dello Stato.
Il settore in cui opera STM, quello della microelettronica, in base alle esperienze vissute in Italia e in altri paesi, è un settore altamente competitivo nel quale le politiche nazionali in termini di incentivi ma anche di salvaguardia dell’occupazione e delle conoscenze giocano un ruolo fondamentale.

L’esperienza della cessione a privati di un intero settore di STMicroelectronics (quello delle memorie) crediamo sia sufficientemente emblematico per poter comprendere le nostre preoccupazioni.
Micron ha acquistato questa parte di ST, e, pur essendo un’azienda altamente competitiva (è adesso al quarto posto nella classifica dei maggiori produttori di semiconduttori), pur avendo bilanci in forte attivo, ha deciso, dopo aver trasferito brevetti e know how negli Stati Uniti, di ridurre drasticamente la sua occupazione in Italia, non per ragioni di tipo economico ma di tipo strategico.

Il Ministero ci ha sempre rassicurato sul mantenimento di STM nel controllo dello Stato, ma le notizie che appaiono come certe su tutti i giornali vanno in tutt’altra direzione, e cioè verso la vendita al fondo strategico italiano, che è partecipato al 36% da banche e fondazioni bancarie. E non si escludono ulteriori sviluppi.

Le esperienze delle privatizzazioni in Italia hanno come minimo comune denominatore la riduzione del personale, e il sito di Catania, dove ST non investe sufficientemente da molti anni e dove l’occupazione si sta riducendo consistentemente negli anni, di certo non è tra quelli che può vivere sonni tranquilli.

Crediamo che la ST rappresenti uno dei “gioielli di famiglia” dell’Italia, che non va assolutamente perduto, nè ceduto a terzi che possono avere la “tentazione” di ripetere l’operazione Micron.

Chiediamo al sindaco e al Presidente della Regione di riaprire immediatamente il ‘tavolo regionale’ che fino ad ora non ha portato i risultati che ci aspettavamo.
Chiediamo al governo di non privatizzare ST e di riferire al sindacato, così come da impegni presi durante il tavolo istituzionale, eventuali cambi di opinione rispetto alle precedenti comunicazioni sul mantenimento delle azioni nelle mani dello stato italiano. Auspichiamo che quanto detto possa esser letto nell’ottica di un miglior rapporto tra cittadini lavoratori e istituzioni e che sia da stimolo su una riflessione sulle prospettive industriali nel settore dei semiconduttori in Italia.

Per concludere ci esprimiamo riportando in calce le parole del Presidente della Repubblica in visita nel sito catanese di ST: “Questo sito è una grande risorsa, dobbiamo metterci al pari con l’Europa: e qui c’è una ferita aperta legata ai fondi europei che non riusciamo a recepire e sfruttare. È questa una grande sconfitta per le autonomie regionali del Mezzogiorno”.

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