“Io ragiono da magistrato, e per il magistrato quando una cosa non è provata non esiste”. Lo ha detto Piero Luigi Vigna, ex procuratore nazionale antimafia, tornando sulla polemica aperta dal suo libro-intervista ‘In difesa della giustizia’, nel quale il magistrato afferma che i mandanti ‘occulti’ delle stragi del ’93-94, se non sono stati trovati, ”per la Giustizia semplicemente non esistono”. Vigna, che ha parlato a margine del convegno ‘Etica e Sport’ a Firenze, ha ricordato che “sono vent’anni che i fatti sono avvenuti, e si sono esercitati nella ricerca i più grandi cervelli della magistratura italiana, compreso il mio, che purtroppo all’inizio dissi ‘Dobbiamo trovare i mandanti a volto coperto’, e non ci sono riusciti. Lo stesso Brusca, per quanto io non dia eccessiva importanza alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, afferma che il presidente del Consiglio non c’entra nulla con le stragi”. Secondo il magistrato, “i discorsi che fa Spatuzza sulle dichiarazioni che gli avrebbe fatto Giuseppe Graviano, che avrebbe detto ‘Abbiamo il Paese nelle mani’, pongono i giudici di fronte a un problema: lui riferisce una cosa per sentito dire, che non ha nessun valore probatorio. Bisogna che chi lo avrebbe detto, lo confermasse: ma la conferma non c’é stata. Anche se ci fosse la conferma, siamo sicuri che dicesse una cosa vera, oppure faceva una millanteria per convogliare il gruppo criminale su certe azioni?”. Vigna ha concluso sottolineando come si ipotizzi che “Berlusconi avrebbe promesso qualche aiuto per le stragi”, ricordando però che “se uno non lo mantiene, viene bacchettato: quando non è stata mantenuta la promessa di aiuto per il maxiprocesso, furono ammazzati Salvo Lima e Ignazio Salvo. Comunque, se non vedo non credo”.
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