"I Pip assunti? Quella norma è mia | Nel 2019 prima pagella alla giunta" - Live Sicilia

“I Pip assunti? Quella norma è mia | Nel 2019 prima pagella alla giunta”

Giuseppe Milazzo

Il capogruppo di Forza Italia all'Ars Milazzo: "Non abbiamo una maggioranza, serve realismo. Finanziaria figlia del dialogo con le opposizioni".

L'intervista
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4 min di lettura

PALERMO – La maratona della Finanziaria ormai alle spalle e il giudizio positivo su una manovra “plurale e inclusiva” che ha dato “risposte ad alcuni problemi della Sicilia”. Giuseppe Milazzo, capogruppo di Forza Italia all’Ars, racconta così il primo grande scoglio superato dal governo Musumeci nato dopo le elezioni di ottobre.

Cosa resta di questa Finanziaria?
“Restano segnali importanti e di attenzione nei confronti dei portatori di disabilità e di chi vive da anni senza tutele lavorative. Penso anche, e non solo, alle norme che accelerano il percorso di stabilizzazione dei precari”.

Si è passati però da pochi articoli a una Finanziaria monstre.
“E’ stata una manovra plurale e inclusiva. C’erano 35 norme del governo, il resto è arrivato dal lavoro del Parlamento e delle forze politiche. Non si approvavano manovre di questa entità da anni. Il governo ha accolto molte norme, anche delle opposizioni, senza pregiudizi. Ha incluso e non ha estromesso”.

E così addio alla Finanziaria ‘snella’.
“Sono contro le finanziarie snelle. Se ‘snello’ significa tagliare fuori problemi che comunque restano nella quotidianità delle famiglie siciliane e non sanare certe situazioni, allora io sono per una Finanziaria ampia”.

E’ passata anche la norma scritta di suo pugno sull’assunzione degli ex Pip alla Resais.
“Rivendico quella norma con tutta la mia forza. Sono persone che lavorano da anni e che hanno sviluppato una consolidata esperienza negli uffici pubblici. Era giusto dare loro gli stessi diritti delle persone con cui collaborano quotidianamente. E’ una categoria nata nel 1997 insieme con i lavoratori socialmente utili, ma negli anni la politica ha dimenticato i Piani di inserimento professionale che videro, di fatto, un principio di realizzazione soltanto a Palermo”.

Resta il problema di una norma che aggira il blocco assunzioni imposto in una regione che ha sete di lavoro.
“Mi chiedo come mai nessuno fece questa osservazione venti anni fa. In tutto questo periodo la politica non ha fatto altro che mantenere in vita un sussidio umiliante per queste persone, adesso c’è una prospettiva. Per la prima volta diciamo al governo nazionale che esistono queste persone e che non basta un semplice rifinanziamento”.

Prospettiva che però potrebbe finire vittima della scure di Palazzo Chigi con una impugnativa.
“Al di là dei correttivi che potrebbero arrivare dal Consiglio dei ministri, oggi per la prima volta diciamo che queste persone esistono e che non siamo davanti a un semplice rifinanziamento. Lo abbiamo scritto chiaramente nella norma: quel ‘Piano di inserimento professionale’ deve essere portato a termine. L’impugnativa potrebbe arrivare, ma se il governo difende la norma e la accompagna con una dettagliata relazione lo scoglio può essere superato. Lo stesso Musumeci non conosceva la proposta ma l’ha accolta favorevolmente. Va dato un plauso al governatore che ha visto le carte e si è reso conto che bisognava intervenire definitivamente su questa vicenda”.

Tra le ‘risposte’ rientra anche la sanatoria per chi ha occupato abusivamente un alloggio popolare?
“Nessuna sanatoria indiscriminata. Esistono principi costituzionali che mirano a tutelare le fasce deboli. Quella norma sana le situazioni venutesi a creare nel tempo. In una situazione in cui i Comuni non riescono a fare sgomberi, il nostro era un intervento necessario ma non stiamo dicendo alla gente ‘andate e occupate’. Stiamo soltanto sanando una situazione sociale”.

Giudizio positivo ma qualcosa poteva andare meglio?
“Certo, penso soprattutto alla norma che puntava a cambiare la governance dell’Istituto zooprofilattico. Andava scritta meglio. Tutta quella situazione non è stata gestita correttamente. Il governo avrebbe dovuto spiegare e concordare la sua idea coinvolgendo il Parlamento. Quando si fanno delle improvvisazioni come questa si arriva a cortocircuiti che, spero, non si registreranno più”.

La sessione di bilancio parla comunque di una maggioranza che ha dovuto cedere su tanti terreni alle opposizioni.
“Abbiamo avuto un atteggiamento collaborativo. Il mio è un sano realismo. Non abbiamo una maggioranza bulgara in aula, è necessario quindi confrontarsi con le opposizioni”.

Adesso si passa al ‘collegato’, un’altra legge omnibus ferma in commissione.
“Il testo verrà esitato con le stesse modalità della Finanziaria: massimo confronto e collaborazione senza pregiudizi”.

Il suo giudizio su questi primi mesi del governo Musumeci?
“Credo che il periodo di rodaggio per questi assessori sia finito, adesso hanno tutti gli strumenti per lavorare bene. A gennaio 2019 si farà un primo bilancio: in quell’occasione esprimeremo i nostri giudizi”.

Qual è lo stato di salute di Forza Italia in Sicilia?
“Abbiamo ritrovato grande armonia. Non nego le incomprensioni del passato ma ora sono superate e testimoniano comunque l’esistenza di un confronto vero e sincero all’interno del partito. A questo punto dobbiamo organizzarci velocemente perché credo che entro la fine del 2018 arriveranno le elezioni nazionali e bisognerà mettere in moto la macchina per la scelta dei candidati da mandare in Parlamento. Sono sicuro che il coordinatore Miccichè saprà gestire questa fase al meglio e mettere a punto delle candidature radicate fortemente con il territorio”.

Prima, però, le Amministrative. In alcuni comuni, come Trapani, siete indietro con la scelta dei candidati.
“Stiamo lavorando per colmare il gap. A Trapani c’è un dialogo avviato con gli alleati del centrodestra. Il coordinatore Miccichè sta lavorando per fare la scelta migliore”.


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