I rifiuti, Cintola e la verità - Live Sicilia

I rifiuti, Cintola e la verità

La riforma sulla munnizza langue
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Totò Cintola, diciamolo, è l’emblema del potere che egli stesso critica, appiccandogli il fuoco. Ma la verità è capricciosa, non visita quasi mai le anime illibate. Esplode davanti agli occhi di coloro che la sputano fuori, dopo una vita nella menzogna. Totò Cintola – non stiamo qui a valutare nello specifico,  né ci permettiamo di schiaffeggiare la persona, o la sua moralità, il giudizio è storico, collettivo e oggettivo – come moltissimi onorevoli siciliani, è stato una decalcomania, magari inconsapevole e in buona fede, della menzogna generica, onnicomprensiva. Della bugia della politica siciliana. Della politica siciliana che ha raccontato la menzogna, in tutti questi anni, di essere vera, di perseguire l’interesse generale. E il fatto che un vecchio arnese (politico) come Totò Cintola abbia gridato – per calcolo misterioso o per indignazione tardiva – il suo “re è nudo”  rappresenta un monito di ironica chiarezza che comunque fa bene a tutti gli altri.
Possiamo dire che il suddetto abbia torto quando sostiene che una cattiva legge sui rifiuti sia meglio di una buona, con la munnizza alle porte? Le nuove non conducono sulla strada maestra dell’ottimismo. Sulla riforma degli Ato e dei rifiuti la maggioranza “asfittica” (Cintola dixit) appare spaccata. Come avevamo facilmente previsto, l’asse tra Lombardo e Miccichè scricchiola. La questione di lana caprina – parrebbe di capire, ma non ne siamo sicuri –  riguarda l’autonomia dei Comuni rispetto al servizio di raccolta. Un pasticcio ingarbugliato che non è nemmeno semplice raccontare e che rappresenta il casus belli. Dietro ci sono le grandi manovre al fronte. Il Pd si avvicina all’ingresso in giunta, Miccichè, che considera l’avvenimento alla stregua di un’eresia, tira calci. Totò Cintola dice che ciò accade sulla pelle dei siciliani. E che siamo davanti a uno scontro per il potere, uno scontro universale che non risparmia la decenza di nessuno. Sarà anche un consumato arnese della vecchia politica, l’onorevole Cintola. Ma chi può dargli torto?


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