PALERMO – I sindacati a Musumeci: “La Regione ci ascolti”. I segretari generali delle organizzazioni sindacali, Michele Pagliaro della Cgil, Mimmo Milazzo della Cisl e Claudio Barone della Uil hanno inviato una lettera al presidente della Regione. Vogliono essere ascoltati e coinvolti nelle scelte del governo e per questo in una nota chiedono di essere convocati al più presto. Lo scopo è “concordare una strategia di confronto idonea ad affrontare le situazioni emergenziali e i problemi strutturali” della Sicilia. “Con il governo – denunciano nella richiesta – abbiamo avuto una relazione frammentaria ed episodica”.
I sindacati confederali, insomma, iniziano ad incalzare il governo regionale. “Abbiamo avuto un paio di incontri con il presidente Musumeci e con una buona parte della giunta e abbiamo affrontato a livello generale tutti i problemi esistenti. Adesso però – questa la linea su cui concordano i tre segretari generali – vogliamo che il governo ci renda partecipi della visione che ha dello sviluppo della Sicilia. È in carica già da dieci mesi ed è l’ora di iniziare a fornire risposte”.
“Fin ora – dice Claudio Barone della Uil- abbiamo avuto un confronto sporadico e poche volte è stato presente il presidente della Regione. Certamente c’è stato un dialogo sulle crisi che si sono presentate ma abbiamo bisogno di iniziare ad affrontare i problemi strutturali. Il governo scelga la linea che intende seguire. Noi – prosegue –auspichiamo nel metodo del confronto ma se non dovesse convocarci allora dovremo dare voce ai bisogni della gente con la mobilitazione”.
Barone fa qualche esempio delle situazioni che i sindacati intendono affrontare: le ex provincie, le stabilizzazioni, le imprese in fuga, la lentezza delle politiche di investimento e i precari degli enti locali. “Sono più di otto mila persone – dice il segretario della Uil – che aspettano la stabilizzazione. Ci era stato detto che si sarebbe arrivati a una soluzione entro dicembre per evitare l’ennesima proroga annuale. Al governo chiediamo di andare oltre le dichiarazioni di principio e di entrare nel merito della questione”. Un elenco di questioni condiviso anche da Milazzo della Cisl e del Pagliaro della Cgil.
Mimmo Milazzo, segretario generale della Cisl valuta come positivi gli incontri finora svolti con il governo della Regione. “Adesso – afferma – le organizzazioni sindacali vogliono essere parte attiva dell’ammodernamento della pubblica amministrazione che si intende attuare a livello regionale e locale. Certamente non possiamo accettare l’atteggiamento avuto per l’approvazione della rete ospedaliera, in occasione della quale non c’è stato confronto”.
Milazzo poi sottolinea l’importanza del tema degli investimenti e cioè dell’utilizzo di fondi europei e di quelli del patto per il Sud. “La lunga crisi del lavoro edile continua e se non riusciamo a far ripartire questo settore, come sempre si dice l’economia siciliana non potrà crescere. C’è un imbuto sulla fase della progettazione forse per l’inadeguatezza degli uffici comunali e forse per lo stallo che ha creato il codice degli appalti. La Regione ha competenza primaria e se lo Stato non interviene forse è opportuno che lo faccia. Come sindacato – conclude – vogliamo fare la nostra parte per dare una risposta alla crisi occupazionale che in Sicilia continua ad essere forte”.
“La condizione economica e sociale della Sicilia – dice Michele Pagliaro della Cgil – in questi mesi non è migliorata mentre i siciliani si aspettando che il presidente Musumeci incarni un cambiamento per questa terra. Lui invece sembra impegnato a rincorrere la Lega di Salvini per le vicende elettorali mentre l’azione della maggioranza è a corrente alternata. Abbiamo avuto – prosegue il segretario generale – rassicurazioni sul fatto che i decreti per il patto per il Sud sarebbero partiti al più presto e ancora non abbiamo visto la loro emanazione per quanto la scadenza sia fissata per il 31 dicembre 2018. Le ex provincie rischiano il default. Il trasporto pubblico locale è in crisi. – e conclude – Ci aspettiamo che il governatore ci dica verso quale direzione va il governo della Regione. In assenza di risposte concorderemo la strada con gli altri segretari generali ma è chiaro che i sindacati abbiano solo la mobilitazione come strumento per farsi sentire”.