I sindacati: "Vogliamo risposte concrete | Non c'è più tempo da perdere" - Live Sicilia

I sindacati: “Vogliamo risposte concrete | Non c’è più tempo da perdere”

Lo sciopero della Formazione
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Risposte concrete. E subito. Cgil, Cisl e Uil, promotori dello sciopero generale della Formazione siciliana, sottolineano la gravità della crisi del settore. La necessità di ricevere chiarimenti immediati. Le frizioni col governo: “Che ha promesso, ma non ha mantenuto”.
“Il governo regionale – dice Mariella Maggio, segretario regionale della Cgil – ha assunto degli impegni, ma non li ha rispettati. Le richieste presenti nell’accordo quadro sottoscritte in aprile dovevano sfociare in un disegno di legge, che non è mai nato. Oggi – aggiunge – siamo a un punto di non ritorno. La Formazione deve essere adeguata al mondo del lavoro. Ma questo deve essere fatto tutelando i lavoratori. Il prossimo Prof tutto su fondi europei? Siamo d’accordo, a patto che si elaborino progetti finanziabili, al contrario di quanto spesso avvenuto finora”.
Le fa eco il segretario di Flc-Cgil, Giusto Scozzaro: “Chiediamo al governo un atto di responsabilità. Bisogna affrontare questa crisi con competenza e vorremmo che prendesse questo impegno, in prima persona, il presidente della Regione. Serve – spiega – una vera battaglia politica su tutti i fronti, anche quello della sensibilizzazione del governo nazionale, che può essere portata avanti solo dal governatore. Altrimenti – aggiunge – questa crisi, che coinvolge, ricordiamolo, migliaia di lavoratori, diventerà ingovernabile. Le responsabilità? Del governo che non ha mantenuto le promesse. Ma anche il sindacato deve fare autocritica: avremmo dovuto – conclude – presidiare meglio i luoghi di lavoro e ogni tanto scioperare anche contro gli enti”.

“Servono atti concreti. E subito. Entro luglio, altrimenti tutto sarà inutile”. Chiede risposte immediata anche il segretario regionale della Cisl Maurizio Bernava, che aggiunge: “Si sta andando verso un baratro dove le promesse si rivelano bugie. Noi chiediamo tre cose: i 60 milioni promessi da Lombardo per non gettare nella disperazione famiglie di lavoratori, un regolamento chiaro del Fondo di garanzia che va integrato con la cassa integrazione in deroga e una delibera di giunta con un piano di ristrutturazione del settore che coinvolga il ministero e le rappresentanze sindacali. Questo piano – aggiunge – deve prevedere la creazione dell’albo regionale dei formatori, il reale blocco delle assunzioni, la riqualificazione del personale e l’utilizzazione di fondi nazionali per la ristrutturazione degli enti con incentivi per i prepensionamenti. Il passaggio del Prof su fondi europei – conclude – obbligherà gli enti a rispettare paletti che finora non sono stati considerati. Questo porterà inevitabilmente alla chiusura di molti di questi. Ma bisogna distinguere la vita dell’ente da quella del lavoratore, che va tutelato in tutto e per tutto”.

“Attendiamo un impegno preciso – dice Giuseppe Raimondi, della Uil scuola – sui 60 milioni annunciati. Chiediamo anche l’istituzione di un tavolo tecnico che discuta del fondo di garanzia e degli ammortizzatori sociali in deroga. Lo spostamento del Prof sul Fondo sociale europeo – aggiunge – apre altri problemi di tutela dei lavoratori, visto che quei soldi non riconoscono, tra le altre cose, diritti come la maternità, la malattia, i permessi sindacali. E questo sarebbe un danno per tutti i lavoratori, che già sono in grandi difficoltà, come quelli del Cefop. A questo proposito – conclude – posso annunciare che, se entro sabato non avremo risposte sui lavoratori del Cefop, siamo pronti a presentare un esposto in Procura”.


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