I soldi "sporchi" dei Santapaola |Chiesti 16 anni per Roberto Vacante - Live Sicilia

I soldi “sporchi” dei Santapaola |Chiesti 16 anni per Roberto Vacante

Le richieste di pena della Procura.

processo abbreviato Bulldog
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CATANIA – Al giro di boa il processo abbreviato che vede alla sbarra Roberto Vacante, boss dei Santapaola, insieme ai presunti sodali e prestanome che avrebbero partecipato al sistema criminale messo in piedi per far accrescere la cassa del clan. Il marito di Irene Santapaola rischia 16 anni di carcere: questa la richiesta di pena del pm Rocco Liguori al Gup Currò nell’ultima udienza che si è svolta all’aula bunker di Bicocca. Il sostituto procuratore, al termine della lunga requisitoria nella quale ha esaminato il massiccio apparato probatorio dell’indagine condotta dalla Squadra Mobile, ha formulato le richieste di pena anche per gli altri imputati che hanno deciso per il rito  alternativo. Condanna a otto anni e otto mesi per Giuseppe Massimiliano Caruso, otto anni invece per Santo Patanè, 10 anni e 4 mesi per Francesco Russo accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, stessa richiesta di pena per Salvatore Di Bella. Rischiano da tre anni a un anno e dieci mesi i diversi presunti prestanome che hanno optato per il giudizio abbreviato. Tre anni la richiesta per Danilo Di Maria e Giuseppe Vacante, fratello dell’imputato chiave recluso al 41 bis, due anni per Mario Aversa, un anno e dieci mesi per Nunzio Giarrusso, Daniele Furnari, Angelo Lo Re e Giacomo Savaglia. Il prossimo 11 gennaio si apriranno le arringhe dei difensori.

L’INCHIESTA. Il blitz scatta a gennaio 2016. E’ trascorso un anno da quando gli investigatori della Squadra Mobile arrestano Roberto Vacante per associazione mafiosa e intestazioni fittizia di beni. Il boss santapaoliano – secondo la ricostruzione dell’accusa – insieme a presunti sodali e prestanome (tra cui la moglie Irene Santapaola) avrebbe messo in piedi un sistema di affari illeciti che aveva come punto focale il controllo di una rete di imprese. Un tesoro societario che avrebbe permesso alla famiglia Santapaola di riciclare denaro sporco da far fruttare per accrescere la forza economica del clan e per mantenere i detenuti. Tra le società e le imprese finite sotto amministrazione giudiziaria anche la Cooperativa Bulldog Camp, da qui il nome dell’inchiesta. Il marito della nipote del capomafia Nitto è stato definito dal pentito Eugenio Sturiale colui che “ricicla i soldi della famiglia Santapaola”. Ma negli atti del processo sono state acquisite anche le dichiarazioni di altri collaboratori di giustizia che parlano del ruolo e del calibro criminale di Roberto Vacante.

LA DIFESA DI VACANTE. Gli avvocati Mario Di Giorgio e Michele Ragonese, difensori di Roberto Vacante, hanno sin dall’inizio respinto le accuse mosse dalla Procura di Catania. Roberto Vacante nega di far parte del sodalizio criminale individuato nelle contestazioni del processo Bulldog. Nega altresì che esista il sodalizio così come ricostruito dalla magistratura. Questo il punto di partenza dell’impianto difensivo degli avvocati Mario Di Giorgio e Michele Ragonese che lo assistono nel processo. A Roberto Vacante si contesta di essere capo e promotore di un gruppo criminale interno alla famiglia Santapaola.  I due avvocati hanno definitivo il compendio probatorio dell’accusa “di incerta ricostruzione”.

 


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