I sondaggi tra paure e speranze | I numeri a 15 giorni dalle Regionali - Live Sicilia

I sondaggi tra paure e speranze | I numeri a 15 giorni dalle Regionali

Si riduce il divario tra Musumeci e Cancelleri. Scandali più decisivi nel centrodestra che nel M5S. L’enigma del consenso di Fava e Micari.

PALERMO – C’è una tendenza, un enigma e qualche variabile in grado ancora di incidere. Questo raccontano i sondaggi per le elezioni regionali siciliane. Pubblicati – quelli ufficiali – negli ultimi 30-40 giorni, raccontano sostanzialmente tre cose: un probabile testa a testa tra Nello Musumeci e Giancarlo Cancelleri, la difficoltà a inquadrare l’effettivo consenso di Claudio Fava (e indirettamente, di Fabrizio Micari), infine il fatto che gli ‘scandali’ piccoli o grandi che siano, sembrano incidere più sul centrodestra che nel Movimento cinque stelle.

I numeri più recenti

Gli ultimi sondaggi – ultimi in tutti i sensi, da domani non sarà possibile pubblicarne altri – sono concordi. Quello di Demopolis pubblicato da ieri sera da Live Sicilia e quello di Demos&Pi e Demetra commissionato da Repubblica confermano una “corsa a due” emersa già dalle primissime rilevazioni. Cambia qualcosa – poco in realtà – in termini di percentuali. Demopolis dà Musumeci al 36 per cento, appena un punto in più di Cancelleri, mentre Demos attribuisce al candidato del centrodestra il 35,5 per cento e a Cancelleri il 33,2. Un altro sondaggio di questi giorni, condotto dal meno noto istituto Msr sr-Keix per conto del sito marketingpolitica.com, dà invece Cancelleri avanti di pochi voti su Musumeci. Al di là dei decimali, che ovviamente muteranno dopo il voto vero, resta la fotografia di una tendenza.

Le incognite Fava e Micari

E anche di quell’enigma cui accennavamo: quanto valgono i candidati del centrosinistra? Come, insomma, si divideranno quella fetta di voto, Fabrizio Micari e Claudio Fava? A questo quesito, i sondaggi danno risposte assai diverse. Non si parla in questo caso di decimali, ma di decine di migliaia di voti che ballano: se Demos “piazza” Micari al 15,7 e Fava al 13,8 per cento, Demopolis registra per il rettore un 21 per cento e per il vicepresidente della commissione antimafia solo il 7 per cento. Se si può trovare una costante a questi numeri così diversi è più o meno il “bacino elettorale” rappresentato dai due candidati: circa il 28-29 per cento. Lontano, comunque da quello che fa capo ai due favoriti.

Cosa è cambiato nelle ultime settimane

Questa, la fotografia di oggi. Ma cosa è cambiato nel corso della campagna elettorale? Per orientarsi, va limitato lo sguardo ai sondaggi, per così dire, ufficiali. Quelli cioè raccolti e pubblicati dal governo nazionale nella pagina “sondaggipoliticoelettorali.it”. Il primo di questi risale al primo settembre ed è stato commissionato dal movimento di Musumeci “#DiventeràBellissima” alla Lorien. In quei giorni, mancava ancora il candidato del centrosinistra e la situazione era abbastanza fluida. Ma c’è un dato che può essere preso in considerazione, quello riferito alla credibilità dei candidati: Musumeci era considerato affidabile dal 38,4 per cento, Cancelleri dal 33,1 (era Giovanni La Via quello col maggiore consenso su questo aspetto, con oltre il 44 per cento, ma alla fine non sarà lui il candidato). Questo dato va messo per un attimo da parte, servirà tra un po’.

Il primo sondaggio sui candidati in corsa risale invece al 6 settembre: l’istituto è Demopolis. Il risultato? Cancelleri al 35 per cento, Musumeci al 34 per cento, Micari al 22 per cento e Fava al 6 per cento. A guardar bene, più o meno le stesse percentuali registrate dallo stesso Demopolis nel sondaggio di ieri, se si esclude ovviamente il fatto il cambio di posizioni tra il primo e il secondo, sempre comunque staccati di appena un punto. Insomma, a guardare il primo e l’ultimo sondaggio sembra sia cambiato poco o nulla. In realtà, il ritorno alle percentuali “di partenza” ha seguito un percorso tortuoso, influenzato da alcune variabili. Due su tutte: l’avvio della vera e propria campagna elettorale (con i candidati impegnati in incontri, convegni, confronti), e la presentazione delle liste degli aspiranti deputati regionali.

Lo spartiacque del 5 ottobre

Una data spartiacque è quindi il 5 ottobre, giorno di presentazione delle liste. Come ci arrivano i candidati? La risposta arriva da tre sondaggi effettuati tra il 25 settembre e il 5 ottobre appunto da Piepoli, Tecnè e Demopolis. In tutti i casi, Musumeci viene dato in testa, ma mentre nelle rilevazioni di fine settembre la sua percentuale oscilla tra il 36 e il 38 per cento, qualcosa cambia a ridosso del 5 ottobre: Musumeci scende al 34,5 per cento. E con questa lieve flessione, ecco ridursi la forbice con Cancelleri: da 7-8 punti ad appena due punti e mezzo. Sembra l’inizio di una rimonta.

Il peso degli scandali

Dovuta a cosa? Sono quelli i giorni in cui diventano ufficiali alcune delle candidature più controverse nelle liste del centrodestra: da quella di Luigi Genovese, figlio di Francantonio, nel collegio di Messina, a quella di Riccardo Pellegrino a Catania. Inizia a emergere in quei giorni, insomma, il tema dei presunti “impresentabili”. Cavalcato dal Movimento cinque stelle, non senza qualche inciampo e strafalcione. Nel frattempo, però, i sondaggi raccontano un altro fatto, speculare a questo. Mentre infatti Musumeci sembra risentire dei contraccolpi dovuti a quelle candidature e alle polemiche (anche quelle interne alla coalizione), nel mondo grillino non lasciano il segno le notizie sulle Regionarie sospese e sull’indagine a carico del sindaco di Bagheria Patrizio Cinque (ancora meno le notizie che giungono da Roma o da Torino). Una tendenza a giudicare in modo diverso le vicende a seconda del “campo di gioco” che sembra un dato costante nel mondo grillino. Se, infatti, di fronte a volte a casi di incensurati (magari discutibili sul piano dell’opportunità) è montata la critica spietata, di fronte alla vicenda bagherese, solo per fare un esempio, per qualche ora si è accarezzata l’idea di un corteo di “solidarietà” per il sindaco.

Nei sondaggi successivi la tendenza sarà confermata. Il dato di Musumeci non crescerà più: la zavorra degli impresentabili, insomma, non gli ha forse permesso di spiccare il volo. E quel divario di 7-8 punti diventerà presto un ricordo. Demopolis confermerà questo trend il 13 ottobre, quando Musumeci verrà dato al 35 per cento e Cancelleri al 33. Ma c’è un dato, nell’ultima rilevazione Keix che pare assai indicativo: la fiducia nei confronti del candidato del centrodestra, nell’arco più o meno di un mese, è scesa di sei punti. Ben lontana dal 38 per cento rilevato dallo stesso Musumeci all’inizio della campagna elettorale e dallo stesso istituto il 22 settembre (34,6 per cento). Un effetto, probabilmente, proprio delle polemiche sulle liste.

E così, il testa a testa è servito. E le ultime due settimane somigliano adesso a una “volata”, gomito a gomito. Una volata per la vittoria, mentre dietro se ne giocherà un’altra: quella tutta interna al centrosinistra, tra Micari e Fava. Lì una tendenza non c’è. E nemmeno la presentazione delle liste, invocata dal rettore come la “svolta”, ha cambiato molto le carte in tavola. Solo il voto, scioglierà l’enigma sul peso dei due candidati.


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