Seminara, i verbali: “Voglio serenità |E' tutto più grande di noi” - Live Sicilia

Seminara, i verbali: “Voglio serenità |E’ tutto più grande di noi”

La primavera dei Santapaola a Librino, spaccio ed estorsioni a Zia Lisa e San Cristoforo. (Nella foto l'arsenale sequestrato grazie alle rivelazioni di Davide Seminara). PRIMA PUNTATA

MAFIA - LE RIVELAZIONI
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CATANIA- “Io desidero la serenità, dopo 15 anni la cosa è diventata più grande di noi, un tempo il gruppo Nizza non si occupava di estorsioni e altro, faceva solo droga, rapine e furti, rispettavamo i Santapaola; poi io e Andrea siamo stati arrestati, hanno ucciso Concetto Gelso, nel tempo tutto è cambiato”.

Inizia da lontano il pentito Davide Seminara, uomo fidato della mafia che comanda a Librino, da qualche mese collaboratore di giustizia. “Sono entrato a far parte del gruppo Nizza, tramite Fabrizio Nizza che conoscevo. Nel 1989 sono tornato al viale Moncada e lui spacciava fumo, da quel momento si è consolidata l’amicizia”.

LA PRIMAVERA CON I SANTAPAOLA- Seminara ricorda che Fabrizio e Daniele Nizza avevano “rapporti stretti con Salvuccio Scheletro…facevano business insieme”. “All’epoca facevano rapine e droga, marijuana -dice il pentito- in particolare a Librino vicino al palazzo di cemento, in viale Moncada 10, vicino la casa di Fabrizio”. Seminara e i suoi “picciotti” erano “particolarmente vicini” a Nino Santapaola, ma anche a Peppe Mirabile. “Conosco anche Paolo Mirabile -aggiunge il collaboratore- l’ho conosciuto nel 2010, quando è uscito dal carcere e si doveva occupare di Monte Po, cosa che poi non è avvenuta: è infatti entrato in contrasto con Daniele e Fabrizio Nizza”.

VENTI GIORNI DI CARCERE PER 70 CHILI DI DROGA- Il pentito illustra il suo curriculum criminale. “Nel 2001 sono stato tratto in arresto, sono stato trovato in possesso di 70 chili di marijuana a Villa San Giovanni, sono stato 20 giorni in carcere, poi scarcerato e sottoposto agli arresti domiciliari per tre mesi, sino alla scadenza dei termini”. Dopo la conclusione dei dmiciliari, Seminara è a piede libero, si occupa di rapine, ne fa una a Firenze e si becca 4 anni: resta in carcere fino al dicembre 2005. “Durante quest’ultimo periodo di carcerazione ho avuto dei contrasti perché non venivo pensato dai Nizza, non mi venivano corrisposte somme con continuità da Giovanni, Andrea e Salvatore Nizza”.

I NIZZA E LO STIPENDIO- Davide Seminara entra ed esce di galera, litiga con i boss dei Nizza, ma poi fa la pace. Nel 2007 i carabinieri lo trovano in possesso delle armi del gruppo Nizza, erano custodite all’interno di un borsone. Il collaboratore ha detto ai magistrati chi si occupava di movimentare le armi per il clan, ma questa parte di verbale è segretata.

Sino al 2010 resta in carcere, i Nizza gli corrispondono mille euro al mese, prima era “Andrea” a versare lo stipendio, poi, dopo l’arresto nell’operazione Revenge, la contabilità dei Nizza passa al fratello Fabrizio.

Ed è proprio quest’ultimo a garantire a Seminara, una volta scarcerato, una sistemazione, esattamente “lì sotto”, a San Cristoforo. Qui il collaboratore viene in contatto con una sorta di maestro del clan, che gli spiega quali fossero le imprese sotto estorsione, “così me ne sarei occupato io”.

VILLAGGIO SANT’AGATA- Responsabile del Villaggio Sant’Agata è stato “Rizzotto”. “L’ho conosciuto a Piazza Lanza -confida Seminara agli inquirenti- lui era stato arrestato con altri per armi a Misterbianco. Era stato fatto uomo d’onore nel periodo in cui venne arrestato Santo La Causa…si dovevano ricoprire i posti che erano rimasti vuoti a causa degli arresti di La Causa, Barbagallo e altri”. A “fare uomo d’onore” Rizzotto sarebbero stati i boss Daniele e Fabrizio Nizza e Orazio Magrì. Nel 2010 Seminara inizia a gestire le estorsioni del quartiere Zia Lisa, accompagnava un affiliato a riscuotere i soldi.

SAN CRISTOFORO- “Nizza mi disse di scendere a San Cristoforo perché era giunto un ordine di carcerazione per Rosario Lombardo, così Daniele mi diede l’incarico di gestire la piazza di spaccio di via Stella Polare e tutte le altre di San Cristoforo”. Il collaboratore sta parlando di stradine che fruttano, ciascuna, 20mila euro al giorno con lo spaccio: un fiume di soldi in mano alla mafia. In quel momento “Alessandro Ponzo, che gestiva lo spaccio a San Giovanni Galermo, si era avvicinato a Daniele chiedendogli di allearsi con lui”.

Seminara si occupava di rifornire le piazze. Ai magistrati ha fatto nomi e cognomi di tutti i componenti della filiera della droga. A San Giovanni Galermo c’è una centrale, in cui gli stupefacenti vengono “tagliati”, uomini fidatissimi si occupano della distribuzione ai vari spacciataori”.

CONTINUA…

 

 

 


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