CATANIA – Da qualche anno c’è un lombardo che fa un po’ tremare i polsi dei Santapaola di Catania. Vito Di Gregorio finito in manette nel 2018 nell’ambito di un inchiesta della magistratura di Roma ha cominciato a riempire verbali e verbali. Le sue conoscenze sono dirette maggiormente legate ai fratelli Placenti di Misterbianco, gli specialisti delle scommesse di Cosa nostra catanese. Per un momento i boss di Lineri, frazione misterbianchese, avrebbero pensato di fare affari direttamente a Milano e Vito Di Gregorio avrebbe dovuto essere il ‘punto’ di contatto. Il pentito è stato anche uno di quelli che ha puntato il dito nei confronti di Carmelo Santapaola, cugino dei Placenti ed ex vicesindaco del comune di Misterbianco finito nei guai nell’ambito dell’inchiesta Revolution Bet. Un’indagine che ha portato poi anche allo scioglimento per mafia del comune dei costumi del Carnevale. Va ricordato che ultimamente Santapaola è stato dichiarato ‘candidabile’ dalla Corte d’Appello di Catania che ha rigettato un ricorso del Viminale.
Ma torniamo al pentito del nord Italia. Le sue dichiarazioni sono finite anche nei tanti faldoni dell’inchiesta Agorà. L’ultimo blitz del Ros che ha decapitato l’organigramma militare di Cosa nostra catanese, che dopo gli arresti di Chaos (e quindi del reggente Antonio Tomaselli) ha cercato di rimettersi in carreggiata e riprendere anche in mano la carta delle estorsioni. Ma le indagini raccontano di una cabina di regia e non di un ‘boss di vertice’ di spessore capace di dirigere l’intera famiglia mafiosa.
Vito Di Gregorio in particolare parla di Salvatore Rinaldi, Turi Millimachini, che dalla sua ‘officina’ in Zia Lisa avrebbe incontrato gli affiliati organizzando summit, seguiti in diretta dal Ros grazie alle cimici.
Nei verbali del 2019 il pentito lombardo, che si è ‘autodefinito’ affiliato al gruppo di Lineri, ha parlato del boss arrestato lo scorso giugno. Le sue conoscenze però risalirebbero nel tempo. Ma ‘certifica’ i rapporti tra Catania e il calatino. “Turi Rinaldi detto Millemacchine… è uno storico santapaoliano, stipendiato e con il quale ho condiviso un periodo di carcerazione a Siracusa (nel 2004 e 2005). Faceva parte del gruppo del Villaggio e mi venne segnalato da Michele Marchese grosso affiliato di Battaglia… Ho visto Turi Millemacchine – ha detto ai pm – l’ultima volta nel 2013 e per quanto ne so è ovviamente ancora vicino al gruppo mafioso Santapaola. So – dice ancora Di Gregorio – che aveva rapporti con il calatino anche perché in carcere era affiancato nelle discussioni proprio ad esponenti mafiosi della zona di Caltagirone, tra cui gli Scalzo”