Ieri il Covid, oggi le nozze: la storia di Laura e Francesco

Ieri il Covid, oggi le nozze: la storia di Laura e Francesco

Lei dottoressa. Lui infermiere. Sono guariti dal virus. E si sono sposati
LA STORIA DI UN GRANDE AMORE
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PALERMO- L’amore è più forte del Covid, perché ama la vita. Non può evitare il dolore o la fine, ma può proteggere l’intimità di ogni fisionomia umana, consegnandola al suo per sempre. Per sempre è la promessa che gli sposi si scambiano all’altare. Per sempre è il dono che si erano già fatti, e che adesso ha ricevuto una ulteriore benedizione, Laura e Francesco. Un per sempre immenso, come un cartello illuminato e gigantesco, di notte, in autostrada.

Laura Di Stefano è una dottoressa del pronto soccorso del Civico. Francesco Costa è un infermiere del pronto soccorso del ‘Cervello’. Sono insieme da tanto e da tanto si scambiano vero amore. Hanno una figlia piccola e hanno avuto il Covid. Venerdì scorso si sono sposati. Lo avevano deciso da un po’, da quando Francesco, per primo, ha preso il virus.

Lui racconta. “Era l’inizio di maggio dell’anno scorso, quando ancora la battaglia era l’inizio. Dall’ospedale ho chiamato mia moglie: non posso tornare a casa. Lei pensava che scherzassi. Purtroppo ero positivo al Covid. Avevo fatto il tampone dopo avere perso l’olfatto. Sapevo che al pronto soccorso il rischio era alto e che prima o poi…”. Lei racconta: “C’è caduto il mondo addosso. Francesco ricoverato e non conoscevamo che strada avrebbe imboccato la malattia. Io sola a casa, isolata, con una bambina piccola”. Francesco, ancora, racconta: “Pensavo che mi avrebbero intubato e contavo i giorni”.

Laura prende un respiro: “Lì è accaduta una cosa meravigliosa. Siamo stati circondati dall’affetto di tutti. Ed è stato in quel momento che abbiamo deciso di sposarci, anche per ringraziare chi ci stava accanto, per celebrare una festa e una speranza insieme”.

Francesco guarisce e il Covid travolge Laura a dicembre, prima che cominciasse la stagione dei vaccini. Durante la sua convalescenza, Francesco era andato in campagna per stare lontano e non contagiare. “Io mi sono chiusa in camera – dice lei -. Mio marito badava a tutto. Cucinava, pensava a nostra figlia. Un altra volta il mondo c’era caduto addosso. E ancora tanta solidarietà, tanti amici e colleghi che ci organizzavano la spesa, che la lasciavano dietro la porta… Siamo stati lontani dalle nostre famiglie, ma il peggio è passato e ci siamo sposati”.

Nelle foto del matrimonio, la felicità che si coglie è una bella secchiata d’acqua tiepida, dopo il gelo dei mesi scorsi. Sorride la squadra del ‘Cervello’, sorride la squadra del Civico, medici, infermieri e operatori, finalmente liberi dalle bardature delle corsie. Loro hanno visto. Loro sanno. Loro si sono sostituiti ai parenti di chi era costretto a morire in solitudine.

Ma è vero che l’amore è più forte del Covid. Un altro Francesco, vissuto qualche anno fa, scriveva per la sua Laura: “Piaga per allentar d’arco non sana”. Significa questo: se l’amore ti ha colpito una volta con la sua freccia, ti ha colpito per sempre. E, per fortuna, non guarisci più.


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