Il 25 aprile di Ignazio La Russa, il 'partigiano' delle polemiche

Il 25 aprile di Ignazio La Russa, il ‘partigiano’ delle polemiche

Ritratto del presidente del Senato. In un giorno speciale.
IL PERSONAGGIO
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Ignazio La Russa, seconda carica dello Stato, è un partigiano – in senso generico, per carità – delle polemiche. Dove c’è una polemica c’è lui. Dove c’è lui c’è una polemica. Oggi, 25 aprile, è probabile che gli fischino le orecchie. Chi ha seguito le puntate precedenti, ma era impossibile non farlo, sa benissimo perché. Un breve ripasso per quelli che sono atterrati di recente sul pianeta può essere tuttavia utile, basta cliccare per riavvolgere il nastro. L’intemerata sull’attentato in via Rasella, con annessa (parziale) retromarcia. L’opinione sui figli eventualmente gay. Le accuse e il flash mob resistenziale a Paternò… E si tratta di alcune spigolature.

E che dire dell’ultimo fiammeggiante dibattito nato da una frase del presidente del Senato (la riprendiamo dall’Ansa): ” Scoppia la polemica politica sulle parole di Ignazio La Russa secondo cui ‘nella Costituzione non c’è alcun riferimento all’antifascismo’”. Ne è seguito un comprensibile tsunami. Un calcio di rigore inesistente fischiato dopo venti minuti di recupero contro la squadra di casa, in confronto, sarebbe una bazzecola.

Dove c’è la Russa c’è una polemica, dove c’è una polemica c’è la Russa: è vero. Bisogna aggiungere, per amore di fedeltà alle cose, che il nostro è un politico di cappa, spada e territorio. Difatti, è risultato fondamentale nello scioglimento dei nodi del centrodestra siciliano.

Erano i tempi del garbuglio tra Palazzo delle Aquile e Palazzo d’Orleans, del dilaniarsi tra il candidato sindaco di Palermo e il candidato presidente della Regione. Fu necessaria la sua aspra risolutezza, come generale sul campo di una battaglia interna per appianare gli avvallamenti e spianare diverse facce feroci. Si narra (si narra, eh) tra leggenda e realtà di una memorabile risposta a qualcuno che gli palesava perplessità, sfumature e ripensamenti. Il narratore, quando ricorda e riferisce, ha il tono di chi non ha visto in tempo arrivare il treno che, metaforicamente, lo ha travolto.

Dove c’è La Russa c’è una polemica. Dove c’è una polemica c’è La Russa, non si può negare. Ha scritto Ugo Magri su HuffPost: “Ignazio La Russa è tutto il contrario di come vorrebbe sembrare. Con le sue uscite tenta di farci credere (ma noi non abbocchiamo) che come vice-Mattarella sia stato scelto un vecchio arnese, un nostalgico col fischio e col botto, un irriducibile camerata. In realtà è tutto il contrario. Visti i risultati politici che ottiene, il presidente del Senato si dimostra semmai una quinta colonna dei ‘comunisti’, un agente provocatore della sinistra infiltrato apposta per sputtanare gli avversari”. Può essere. O magari può fare perfino comodo che ci sia uno che assorbe malumori e fischi, quasi tutti da solo, lasciando gli altri al riparo. (rp)


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