Il cedimento del viadotto |Il danno è da trenta milioni - Live Sicilia

Il cedimento del viadotto |Il danno è da trenta milioni

Anas, Regione e protezione civile stimano i costi del ripristino del viadotto. L'impegno: "Un collegamento più veloce entro l'estate".

L'incontro romano
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PALERMO – Il danno è da trenta milioni di euro. Ma la stima è solo preliminare. Si è concluso con una prima valutazione dei costi del cedimento del viadotto Himera l’incontro romano tra il presidente dell’Anas Pietro Ciucci e il governatore Rosario Crocetta, gli assessori regionali alle Infrastrutture e al Territorio Giovanni Pizzo e Maurizio Croce, il capo del dipartimento regionale Protezione civile Calogero Foti, il direttore del dipartimento Infrastrutture Fulvio Bellomo e i tecnici di Anas e Regione: obiettivo dell’incontro, come spiegato da LiveSicilia oggi, definire il calendario che porterà al ripristino dei collegamenti fra Palermo e Catania.
Un percorso alternativo e più veloce, secondo l’Anas, dovrà essere individuato entro un paio di mesi. Cioè entro l’estate: per questo motivo, domani Anas, Regione e Protezione civile effettueranno un nuovo sopralluogo sul viadotto per valutare come procedere. Allo studio c’è l’ipotesi, anticipata oggi da LiveSicilia, di aprire la carreggiata non danneggiata dopo la rimozione del pilone caduto, una mossa la cui fattibilità è però ancora tutta da valutare. Certo è che Ciucci “ha confermato il massimo impegno dell’Anas per risolvere l’emergenza viabilità e si è dichiarato disponibile a reperire le risorse necessarie nell’ambito del contratto di programma 2015, d’intesa con il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio”, come si legge in una nota dell’Anas. Che però specifica, en passant, che il viadotto Himera “non aveva mai fatto registrare problemi strutturali”. Come dire: la colpa non è nostra.
Intanto, la Regione farà la sua parte. “La Regione Siciliana – specificano Anas e Regione – aveva già deliberato il 12 marzo scorso lo stato di calamità naturale della zona, in conseguenza delle precipitazioni piovose eccezionali abbattutesi sul territorio tra metà febbraio e inizio marzo, richiedendo lo stato di emergenza”. Adesso dovranno essere messi in campo “interventi di protezione del territorio, che dovranno essere autorizzati dal governo”. Insomma: bisogna risolvere il rischio frane. Perché altrimenti i trenta milioni da spendere per il viadotto saranno solo i primi di una serie.

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