Il cerchio magico e la sfida di Crocetta |Braccio di ferro su Fiumefreddo - Live Sicilia

Il cerchio magico e la sfida di Crocetta |Braccio di ferro su Fiumefreddo

Il governatore pensa al presidente di Riscossione Sicilia per l'assessorato alle Attività produttive. Aveva già tentato di piazzarlo in giunta qualche settimana fa dopo l'addio di Caleca. I democratici non ci stanno.

Gli scenari
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PALERMO – Ci risiamo col cerchio magico. Le dimissioni di Linda Vancheri offrono un nuovo (si fa per dire) pretesto per ravvivare le frizioni tra Rosario Crocetta e il Pd. Il nome su cui il governatore vuole puntare per rimpiazzare la funzionaria di Confindustria che ha lasciato la giunta è quello di Antonio Fiumefreddo.

Il governatore vuole ritentare la carta dell’ex avversario diventato amico, già inserito in giunta nell’aprile dell’anno scorso, e che solo pochi giorni dopo la nomina aveva dovuto togliere il disturbo, risultando non gradito a parte della maggioranza, e in particolare al Pd. Erano i giorni di Pasqua, e l’avvocato, già assessore di centrodestra a Catania e già vicino a Raffaele Lombardo con cui però poi ruppe, scrisse in quell’occasione una memorabile lettera di dimissioni, in cui tra l’altro si leggeva: “A questa consapevolezza si aggiunge la mia Fede, che è il Credo in Gesù, figlio di Dio nato dalla Vergine, crocifisso morto e resuscitato, cosicché l’indicibile dolore provocatomi in questi giorni è piccola croce rispetto a quella imposta al Cristo, ma completa, umilmente, quelle sofferenze sante mentre sono già beati quanti sono perseguitati a causa della fede, e quanti perseguono la giustizia. Che tutto ciò, poi, avvenga nella settimana della Passione, è un privilegio di cui non sono degno”.

Crocetta ora torna alla carica. Nella ricostruzione dei quotidiani il governatore vorrebbe “promuovere” il presidente di Riscossione Sicilia riconoscendogli di avergli “salvato la vita”, dopo che scoppiato lo scandalo della presunta intercettazione sulla frase di Tutino, Fiumefreddo si presentò dal governatore che rimuginava propositi suicidi. Meriti su meriti, evidentemente, considerato che un anno e tre mesi fa, quando Crocetta lo aveva già piazzato in giunta sfruttando la casella appannaggio dei Democratici riformisti, la medaglia del salvatore non era ancora appuntata al petto del penalista catanese. Che Crocetta aveva riprovato a (ri)fare assessore pochi giorni fa, dopo le dimissioni a sorpresa di Nino Caleca. In quella circostanza (anche questa precedente al provvidenziale salvataggio) Crocetta, senza troppo clamore mediatico, tentò di appiopparlo a Sicilia democratica, che rispose con un no grazie, accettando alla fine il nome di Rosaria Barresi.

Ma l’ingresso in giunta di Fiumereddo non entusiasma il Pd, che sarebbe pronto a mettersi di traverso. Il posto vacante rientra tra quelli appannaggio del presidente, e il Pd con i suoi sei assessori in giunta certo non chiederà altre poltrone. Ma dopo che nei giorni più caldi della crisi scatenata dall’affaire Borsellino, il segretario del Pd Fausto Raciti si era scagliato proprio contro il cerchio magico del governatore, il fatto che alla prima nomina importante Crocetta tenti di attingere proprio dal suddetto cerchio magico ha il sapore della sfida.

Se ne parlerà in un vertice di maggioranza che dovrebbe essere convocato in settimana. E che sarà anche l’occasione per cominciare a ragionare del percorso da compiere da qui alla fine della legislatura. Sulla cui durata i deputati continuano a sperare, malgrado tutto.


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