Blocco sine die delle assunzioni nelle partecipate, pioggia di delibere di giunta e un “caso Magda Di Liberto” pronto a scoppiare. Mentre ancora si attendono le dimissioni ufficiali di Diego Cammarata, annunciate per stamane alle 10 ma mai arrivate, l’attività amministrativa del Comune di Palermo non si ferma e mette a segno alcuni risultati.
Partiamo dal consiglio comunale, riunitosi ieri sera. A parte l’ennesimo rinvio del regolamento sui gazebo, va segnalata la direttiva con cui Sala delle Lapidi proroga per altri due anni lo stop agli avanzamenti di carriera e soprattutto impone il blocco alle assunzioni nelle società partecipate fino a tempo indeterminato. O meglio, fin quando l’Aula non deciderà diversamente. Un provvedimento di non poco conto, se si considera che il blocco delle assunzioni, decretato nel gennaio del 2009 in seguito agli scandali sulle assunzioni clientelari e le spese “allegre” delle partecipate, scadeva proprio all’inizio del 2012. Il rischio, insomma, era che in campagna elettorale si scatenasse la caccia al posto di lavoro. Un pericolo scongiurato dal consiglio comunale al fine di evitare – come si legge nella nota – “possibili interpretazioni del superamento delle citate direttive”. Ma Sala delle Lapidi non si è limitata a questo. L’Ufficio di Presidenza ha infatti inviato al capo del governo, Mario Monti, la mozione approvata dall’Aula e presentata dal consigliere Alberto Mangano, con cui si invita l’Esecutivo a tagliare le spese militari, definite “strutture di morte”, per destinare i soldi risparmiati a pensioni e servizi sociali.
Passiamo alla giunta. Le dimissioni ufficiali di Cammarata, date per certe per stamane ma finora non arrivate, hanno spinto ieri gli assessori a presentare tutte le delibere in sospeso, onde approvarle prima delle dimissioni che costringeranno la giunta a potersi occupare solo dei “provvedimenti indifferibili”. La giunta (assente Cammarata) ha così approvato, in un colpo solo, ben 18 delibere che spaziano dalle manutenzioni al personale, passando per il sociale. Oltre a provvedimenti di routine, come l’adeguamento all’iva di alcuni progetti e la proroga di un centinaio precari, la giunta ha votato una mobilità interna orizzontale per i lavoratori comunali, con l’obiettivo di spostare alcuni dipendenti verso settori in sofferenza come, per esempio, la Polizia municipale, bisognosa di agenti e dirigenti, e il comparto seppellitori dei servizi cimiteriali. Il comune, inoltre, provvederà alla messa in sicurezza del centro femminile “Santa Caterina” di Biagio Conte, in via Garibaldi, ad interventi in favore della scuola media Leonardo Da Vinci e alla ristrutturazione del Palchetto della musica di piazza Castelnuovo, periodicamente vandalizzato. La giunta ha inoltre dato il via libera alla creazione di una scuola materna allo Zen, che conterà quattro sezioni, e all’ingresso di due esperti esterni nel nucleo di valutazione del Personale comunale. Recuperato quasi un milione di euro da somme non spese che verrà impiegato per l’assistenza domiciliare integrata in favore di disabili o malati terminali, la giunta ha approvato le linee guida per l’accreditamento dei servizi socio-assistenziali del distretto sanitario 42: i servizi, quindi, non verranno più affidati tramite appalti, ma saranno i cittadini a poter scegliere, fra una rosa di strutture accreditate, a quale centro rivolgersi aprendo così alla concorrenza anche in questo settore.
Infine una curiosità. Domenica scorsa, alla vigilia dell’annuncio delle dimissioni, era trapelata la notizia di una sistemazione “dorata” per Magda Di Liberto, vicecapo di gabinetto e braccio destro del sindaco Cammarata, a capo del suo cerimoniale. La Di Liberto, infatti, è un funzionario del Comune che però, negli ultimi anni, è stata promossa a dirigente per nomina fiduciaria del primo cittadino. Terminato il mandato del sindaco, sarebbe tornata a fare il funzionario, già sostituita da Vincenzo Tantillo del Suap, che lascia il posto a Rosa Vicari. Di qui l’escamotage: licenziarsi e trasferirsi alla Croce Rossa siciliana, che la avrebbe assunta come dirigente evitando il “declassamento”. Ma, dopo il licenziamento dal Comune, ecco l’amara sorpresa: la Croce Rossa non può assumerla come dirigente, ma al massimo come funzionario. Una brutta sorpresa per l’entourage del primo cittadino e soprattutto per la diretta interessata, che si è così trovata senza posto al comune e con una destinazione sgradita alla Croce Rossa. Tuttavia, un comma legislativo permetterà alla Di Liberto di rientrare al comune anche se licenziata, ma sempre come funzionario, sempre che non siano maturati i requisiti per la pensione. Che sia questo intoppo il motivo delle ritardate dimissioni del sindaco?