18 Dicembre 2012, 22:36
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PALERMO – E’ giallo su una frase sibillina pronunciata, durante un colloquio in carcere col figlio, dal boss Bernardo Provenzano. Quel riferimento a qualcuno che in carcere non gli vorrebbe bene sussurrato al citofono durante l’ora di incontro col secondogenito Francesco Paolo, reso ancora più inquietante dallo strano tentativo di suicidio che qualche mese prima vide protagonista il capomafia di Corleone. Sul senso di quelle parole la Procura di Palermo, che a maggio sondò il ‘padrino’ sulla sua disponibilità’ a pentirsi, vuole andare a fondo.
E per farlo ha cominciato col sentire il ragazzo, interrogato oggi come persona informata sui fatti dal procuratore aggiunto Vittorio Teresi e dal pm Nino Di Matteo. Francesco Paolo è arrivato in Procura nel pomeriggio ed è rimasto negli uffici dei magistrati per un’ora. Il legale, Rosalba Di Gregorio, l’ha accompagnato ma non ha partecipato visto che Francesco Paolo era stato citato come testimone e non come indagato. L’interrogatorio finirà nel fascicolo di atti relativi aperto dai pm del capoluogo siciliano a maggio per capire cosa ci sia dietro a un tentativo di suicidio che lascia aperti molti dubbi. Il boss venne trovato da un agente penitenziario con un sacchetto in testa e scattò l’allarme.
Ma sul gesto si è espresso con molte riserve il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria che, tra le righe, ha parlato di una simulazione. Uno strano episodio, dunque, a cui seguì la frase detta al figlio. Sulle capacità mentali del boss, però, i suoi familiari e l’avvocato hanno molte perplessità’ tanto da aver chiesto a più riprese e in diverse sedi giudiziarie una perizia neurologica per accertare le reali condizioni del padrino di Corleone. E proprio le riserve sullo stato mentale del padre hanno spinto il ragazzo a dire ai pm di non sapere né a quali presunti maltrattamenti il boss si sia riferito, né se le sue parole siano affidabili. Nelle ultime settimane la salute del capomafia è peggiorata. Più di una volta avrebbe perso l’equilibrio e sarebbe caduto. L’ultima e la più grave nei giorni scorsi. Il boss è stato operato ieri per un ematoma cerebrale sorto proprio dopo una caduta ed è in coma farmacologico. Per i medici le sue capacità intellettive sarebbero irrimediabilmente compromesse.
Intanto, restano gravissime le condizioni di salute del boss, operato d’urgenza ieri nell’ospedale di Parma per la riduzione di un ematoma cerebrale determinato da una caduta. Il capomafia resta in coma farmacologico. Al figlio Angelo, da ieri a Parma per avere notizie del padre, i medici hanno prospettato un quadro clinico molto grave: anche se il boss, che aveva già diverse patologie neurologiche, dovesse sopravvivere, le sue capacità cognitive potrebbero essere molto compromesse.
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18 Dicembre 2012, 22:36