Il giorno della censura a Razza: chi combatte in Aula, chi in corsia

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    La corrida del coronavirus
    Il popolo della Spagna, quello amante delle corride, ha dovuto rinunciare ad andare alle corride. Ma la corrida è dappertutto ed è continua. Moltissime persone impavide, come sedicenti toreri, sfidano il coronavirus.
    Il virus entra nell’arena senza nastro, con i colori dell’allevamento, che lo renderebbe identificabile. Non lo è proprio! Compie un giro completo dell’arena. I toreri credono di avere il potere di studiare le mosse per determinarne le capacità fisiche, la rapidità dei riflessi, la direzione preferita nell’attacco e via dicendo, ma il virus è invisibile. Nonostante goda di questo grande vantaggio, per provocarne la carica, i toreri arroganti che riempiono le strade (pochissimi rispetto a quelli che frequentavano le discoteche in estate), non utilizzano un grande drappo di tela rosa acceso sulla faccia esterna e giallo su quella interna, ma una mascherina azzurra sulla faccia esterna e bianca su quella interna, regolarmente mal posizionata sul viso e quasi sempre con le narici del naso ben visibili, lasciando intravvedere l’aria di sfida sottostante. Stanno vicini, tra di loro, scherzano, sino a quasi sfottere quelli più attenti, quando addirittura non li aggrediscono.
    Subito dopo è il turno dei picadores e dei banderilleros che sono gli operatori sanitari che, negli ospedali, a domicilio dei pazienti e nelle case di riposo, tentano di contenere l’assalto del virus, protetti, si fa per dire, con una sorta di armatura bianca molto sottile e con calzari anch’essi assolutamente precari.
    Non sono dotati di alcuno strumento per colpire o indebolire il virus come lo sono i picador e i banderilleros. Se avessero almeno una nubecola di gas protettivo o fossero sottoposti ad una profilassi antivirale delle alte vie aeree, per impedirne la penetrazione nei polmoni o, dall’altro lato, se i pazienti fossero messi a respirare in una zona assolutamente separata, si potrebbero creare le condizioni per mettere il virus in condizioni di inferiorità, costringendolo a tenere la testa abbassata.
    Non esistono azioni diversive per distrarre il virus o ridurne la forza e l’ardore. Esso continua imperterrito a colpire i toreri sprezzanti del pericolo e i poveri professionisti sanitari, che il pericolo lo conoscono bene. I primi hanno la commesso l’imprudenza di avere sfidato il virus, gli altri rimangono vittime di queste follie.
    Non sono solo i ragazzi a farlo; tutti pensano di poterne uscire incolumi, anche se dovessero ammalarsi e, con questo convincimento, continuano a perpetrare la sfida.
    Durante la prima ondata pandemica il personale sanitario ha ricevuto applausi da tutti; alla ripresa anche queste manifestazioni di riconoscenza sono sparite.
    Il personale sanitario, tra cui si contano a decine le vittime, riveste oggi un ruolo di secondo livello mentre i dati sulla diffusione, la data in cui saranno disponibili i vaccini, il tipo, la catena del freddo ed in ultimo, i numeri dei posti letto in terapia intensiva, impegnano in primo piano i cittadini, distraendoli ancora di più dal rispetto di poche, semplici regole comportamentali che certamente migliorerebbero l’evoluzione della pandemia.
    Che lo stolto perda la vita per la sua stupidità non è accettabile ma che persone assolutamente innocenti muoiano per comportamenti arroganti di altri, è assolutamente immorale.

    Molto francamente mi auguro che venga mandato a riposo in un contesto forse più congeniale … anche alla ricerca di un nuovo mestiere. Sarebbe da irresponsabili tenerlo. Nominerei un MEDICO DI LIVELLO e NON UN POLITICHESE.
    Già ci basta un altro imbucato al governo tale Speranza totalmente fuori mestiere. Mi auguro……

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