Il governo dei licenziati - Live Sicilia

Il governo dei licenziati

Crocetta ha già annunciato l'azzeramento della giunta, che arriverà probabilmente in giornata. Intanto, tra riunioni e tavoli romani, gli assessori vanno avanti come se nulla fosse.

Le ultime ore dell'esecutivo
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PALERMO – Qualcuno di loro sta volando a Roma, per partecipare a incontri concordati in precedenza. Qualcun altro convoca conferenze stampa. Qualcun altro ancora sta lavorando per capire come correggere una legge impugnata dallo Stato. È la folle giornata di un governo che non c’è più. Azzerato. Raso al suolo dal presidente della Regione che ha comunicato la sua decisione, ieri, al segretario regionale Raciti e anche al vicesegretario nazionale Guerini.

Il governo, insomma, non c’è più. Ma gli assessori continuano muoversi, a lavorare, come se non fossero già stati licenziati. In un clima irreale, condito dai continui incontri di queste ore. Stamattina è il turno del sottosegretario Davide Faraone che dovrebbe incontrare il premier Matteo Renzi o, più probabilmente, i suoi più stretti collaboratori. Perché è chiaro che la vicenda siciliana è strettamente legata alle scelte romane. In termini politici, certamente. Ma anche in quelli, assai più concreti, relativi ai soldi. I renziani, insomma, in queste ore dovranno decidere se “mettere la faccia” sul proseguimento di questa avventura al fianco di Rosario Crocetta. Un connubio che – al di là delle liti, degli attacchi e delle divisioni – non è mai venuto meno in questi tre anni di legislatura. Sono sempre stati presenti, infatti, all’interno dei vari esecutivi, assessori riferibili a quell’area del Pd. Nei giorni scorsi si era diffusa la convinzione che il governo romano, un po’ sulla scia di quanto accaduto per Ignazio Marino nella Capitale, volesse accelerare verso le elezioni anticipate. Una ipotesi talmente verosimile, da spingere lo stesso Crocetta a puntualizzare: “Se qualcuno vuole andare al voto in primavera, non proponga assessori per la nuova giunta”.

Nuova giunta che potrebbe, però, arrivare non così presto. Cioè non entro questa settimana. Se, infatti, il ritiro delle deleghe agli assessori pare cosa ormai imminente, altro discorso è la formazione del nuovo governo, che dovrà passare attraverso alcuni passaggi “politici”. E, come detto, mai come in questo caso, la politica si incrocia col denaro. Quello, cioè, che dovrà mettere Roma per consentire alla Regione di chiudere un bilancio difficilissimo. Le cifre illustrate dall’assessore (uscente anche lui) all’Economia Alessandro Baccei sono terrificanti: due miliardi servirebbero per mettere in piedi la manovra. E senza l’impegno del governo Renzi, difficilmente molti big dei partiti (visto che si va verso un governo politico) pare abbiano intenzione di entrare al governo. Al loro posto potrebbero essere proposti altri parlamentari “di area”. Per farla breve, se Roma non “coprirà” l’operazione rimpasto e soprattutto non darà l’avallo a un governo che dovrà portare a termine la legislatura, difficilmente i vari Antonello Cracolici o Giuseppe Lupo entreranno in prima persona. Più probabili gli altri nomi, rimbalzati in questi giorni. Deputati comunque di “prima fascia” come Bruno Marziano, Anthony Barbagallo, Mariella Maggio, per il Pd. Mentre gli altri partiti potrebbero lanciare una vera e propria corsa verso la giunta, alla quale potrebbero prendere parte, tra gli altri, Totò Lentini, Luisa Lantieri, Giovanni Di Giacinto, Beppe Picciolo, Michele Cimino e Mimmo Turano. Si vedrà.

Intanto, ancora per qualche ora esistono dodici assessori in carica. Che vanno avanti, apparentemente, come se nulla fosse. Nonostante l’azzeramento della giunta fosse stato già annunciato da Crocetta tra sabato e domenica scorsi. Eppure nelle ultime ore ecco una serie di conferenze stampa convocate dagli assessori già virtuali. Da quella di Alessandro Baccei sui conti della Regione, a quella di ieri dell’assessore alle Infrastrutture Giovanni Pizzo sulle autostrade siciliane, passando per quella di oggi voluta dall’assessore ai Beni culturali Antonino Purpura. Che ha commentato le notizie sul prossimo rimpasto manifestando una certa serenità: “La politica – ha detto – ha le sue regole, ha chiamato i tecnici a lavorare al governo, se la politica ha deciso di cambiare il registro del governo ne ha il pieno diritto e il dovere di farlo. Ho svolto questo lavoro in senso reale e autentico. Se me lo chiederanno continuerò”. Ma l’ipotesi più credibile è quella che vedrebbe Purpura, insieme alla quasi totalità dei colleghi, fuori dalla giunta: “Mi affido alla politica, – ha aggiunto – non faccio scommesse, ho operato in piena serenità con il massimo impegno nel rispetto delle istituzioni. Se mi confermano va bene, altrimenti torno a fare il mio lavoro”. Nelle stesse ore, l’assessore Pizzo volava a Roma per il tavolo relativo alla legge sugli appalti, impugnata dal governo Renzi. Ieri, in conferenza stampa, aveva spiegato: “Io continuo a lavorare come se dovessi restare in carica trent’anni. Ho quattro figli, tre dei quali sono già stati costretti a emigrare. Mi sforzerò fino all’ultimo di fare qualcosa per evitare che anche il mio quarto figlio, ancora un ragazzo, vada via”.

Nel frattempo, stando almeno alle parole di Crocetta, l’assessore all’Energia Contrafatto, insieme agli altri soggetti interessati, sta verificando la possibilità di “sistemare” la riforma sull’acqua impugnata da Roma, la collega dell’Agricoltura Rosaria Barresi si è recata in commissione Ambiente all’Ars per un’audizione, mentre Cleo Li Calzi, assessore al Turismo, sta partecipando a una serie di riunioni in assessorato già previste da tempo: “Finché non arriva alcuna comunicazione ufficiale, non vedo perché non dovrei lavorare”, spiega. E la comunicazione ufficiale, come detto, potrebbe arrivare tra stasera e domattina. Da quel momento, partirà la grande corsa verso la giunta. Ma ci sono una serie di tappe ancora, tra il governo “virtuale” e quello reale. Bisognerà capire cosa vuole fare Renzi. Poi servirà una direzione regionale del Pd. Quindi una serie di incontri tra i partiti della maggioranza. Per dare infine il via libera al quarto governo Crocetta. Per puntare dritto al cinquantesimo assessore in tre anni.


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