Il No di dieci deputati regionali alla chiusura | delle sezioni staccate del Tribunale di Marsala - Live Sicilia

Il No di dieci deputati regionali alla chiusura | delle sezioni staccate del Tribunale di Marsala

Presentata una mozione, il cui primo firmatario è Nino oddo, per impedire la chiusura degli uffici di Castelvetrano e di Mazara del Vallo. "Si tratterebbe di un arretramento dello Stato in un’area che rappresenta la roccaforte del superlatitante, Matteo Messina Denaro".

PALERMO – Dieci parlamentari all’Assemblea regionale siciliana dicono no alla soppressione delle sezioni distaccate di Castelvetrano e di Mazara del Vallo, dipendenti dal Tribunale di Marsala (Trapani). Si tratterebbe di un arretramento dello Stato in un’area ad alta densità mafiosa. I parlamentari, che vanno al di là degli schieramenti politici, sostengono che Castelvetrano rappresenta la “roccaforte” del super latitante, Matteo Messina Denaro, oggi il numero uno di Cosa Nostra. Per questa ed altre ragioni legate all’amministrazione della Giustizia, i deputati siciliani, Nino Oddo, Giambattista Coltraro, Giovanni Di Giacinto, Antonio Malafarina, Nello Di Pasquale (Gruppo Crocetta), Baldassarre Gucciardi Antonella Maria Milazzo (Pd) Paolo Ruggiriello (Lista Musumeci) Giovanni Lo Sciuto (Pds-Mpa) e Girolamo Fazio Gruppo Misto) hanno presentato una mozione, primo firmatario Nino Oddo, deputato questore all’Ars, che impegna il governo della Regione, facendo propria la deliberazione della Giunta regionale di Governo finalizzata a formulare al ministro della Giustizia la richiesta di apertura di un tavolo programmatico-istituzionale “al fine di affrontare ed individuare le soluzioni più idonee per risolvere la problematica relativa alla riduzione del numero dei magistrati in servizio negli uffici giudiziari della Regione Siciliana”.

I deputati firmatari chiedono al governo Crocetta di farsi promotore nei confronti del Governo nazionale di ogni iniziativa finalizzata sospendere l’entrata in vigore dei decreti n.155 e 156 del 2012 in attesa della verifica di legittimita’ pendente innanzi alla Corte Costituzionale atteso che il ricorso si basa sul principio della “perequazione infrastrutturale” e che alcuni articoli dei citati decreti presentano profili di illegittimita’ costituzionale perche’ varati senza alcun concerto con la Regione Siciliana e quindi in palese violazione del nostro Statuto, in forza del quale la Regione siciliana vanta una specifica prerogativa in ordine ai presidi giudiziari ricadenti sul suo territorio.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI