"Il Pd abbandonerà Lombardo | Mpa col centrodestra? Vediamo" - Live Sicilia

“Il Pd abbandonerà Lombardo | Mpa col centrodestra? Vediamo”

Il leader nazionale del Cantiere popolare-Pid spiega: "Il centrodestra può tornare unito, ma non si può avere preclusioni per nessuno, nemmeno per l'Mpa".

Intervista a Saverio Romano
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5 min di lettura

“Lombardo rischia di essere abbandonato dalle stesse persone che finora hanno vissuto solo grazie a lui”. Il suo Cantiere popolare a Palermo ha sfondato, con due liste (una è “Amo Palermo”, di Marianna Caronia) che hanno superato complessivamente il 13%. Adesso, Saverio Romano guarda oltre. Persino oltre le divisioni con un governatore “che ha fallito nella sua attività di governo”, ma con il quale, in fondo, il dialogo è sempre possibile: “Oggi non possono essere sollevate preclusioni per nessuno. Ma si dovrà ragionare sui programmi”.
Insomma, un presidente della Regione lasciato da solo.

“Certamente. Oggi Lombardo è stato abbandonato da quelle stesse persone che hanno vissuto di luce riflessa, che oggi governano perché c’è lui”.
Si riferisce al Pd.

“Una parte di quel partito non sopporta più l’alleanza con Lombardo, è evidente. Ma le dimissioni del governatore erano proprio in mano al Pd”.
In che senso?

“Penso che Cracolici e Lumia abbiano spinto per le dimissioni, in cambio della promessa di una alleanza elettorale”.
Però adesso il partito è spaccato.

“Certo, una parte vuole l’alleanza con Idv e Sel… vedremo giorno 27 che accade”.
Se accade che il Pd svolta a sinistra e lascia Lombardo, è possibile la ripresa di un dialogo tra il governatore e i partiti del centrodestra?

“Intanto va precisata una cosa. L’era Lombardo si è già chiusa. Quella parentesi va messa immediatamente alle spalle. Partiamo da lì”.
Per andare dove?

“Io penso che alla Regionali le alleanze debbano fondarsi sui programmi. Dobbiamo discutere attorno a quelli”.
Quindi, se c’è una sintonia…

“Se l’Mpa vuole aderire a un programma condiviso, ne possiamo parlare. Ma se quel partito punta a ricalcare l’azione di governo condivisa con Cracolici e Lumia, allora è inutile ogni dialogo”.
Sembra quasi un invito a sedersi al tavolo.

“Noi diciamo solo che un partito come il Pid non può avere alcuna preclusione con movimenti di ispirazione centrista come l’Mpa. Ma gli autonomisti devono cambiare rotta rispetto agli ultimi anno di governo”.
E i vostri alleati alla Regione del Pdl come la pensano? In che rapporti siete?

“I rapporti sono buoni. Certo, su Palermo forse hanno commesso alcuni errori”.
A cosa si riferisce?

“Dati alla mano, se avessero aderito alla nostra proposta di candidare Marianna Caronia per il centrodestra unito, saremmo andati almeno al ballottaggio”.
Ma il Pdl ha scelto Costa.

“E ha scelto soprattutto di parlare il vecchio linguaggio dei partiti, mentre i palermitani volevano parlare dei problemi, delle cose concrete. Ed è un peccato…”
E ha stravinto Orlando

“Orlando ha vinto perché s’è presentato come l’usato sicuro. I palermitani hanno rifiutato le solite logiche degli schieramenti contrapposti. Certo, mi fanno una certa pena quei dirigenti politici che, dopo aver perso, si affannano a dire che sorreggeranno il nuovo sindaco, invece di proporre un’alternativa a Orlando. Anche perché i numeri in questo senso sarebbero anche incoraggianti”.
In che senso?

“Guardi, sebbene siano andati al ballottaggio due candidati del centrosinistra, è evidente la presenza di un’ampia fetta di elettorato rappresentato dai partiti che stanno oggi, per intenderci, all’opposizione del governo Lombardo”.
Una “traccia” in vista delle prossime elezioni Regionali?

“Certo, bisognerebbe lavorare a un’alleanza larga, di moderati”.
E in questa alleanza vede anche l’Udc?

“Nessun problema. In fondo anche loro hanno capito che Lombardo è stato in questi anni il principale avversario di Palermo e della Sicilia, a causa del suo disimpegno e del suo disinteresse”.
Eppure in campagna elettorale Gianpiero D’Alia non ha risparmiato frecce acuminate contro il vostro candidato, definito “una Caronia qualsiasi…”.

“Lasci perdere. In campagna elettorale se ne dicono tante… Adesso bisogna un po’ disintossicarsi dalle scorie di queste contrapposizioni, andare oltre”.
E come farete? Tra i partiti del centrodestra le ferite sembrano in alcuni casi troppo profonde.

“Intanto impegnandoci tutti a fare un bagno di umiltà. E iniziamo noi del Pid, nonostante siamo stati, nel centrodestra, quelli capaci di ottenere il miglior risultato a Palermo”.
Eppure l’Udc sembra guardare a sinistra, dialogare col Pd.

“So che D’Alia è blandito da Cracolici, Lumia e da molti democratici…”.
Sembra che non la convinca però l’alleanza a sinistra dei centristi.

“Non molto. Ritengo si tratti di pretattica, per capire cosa si può ottenere in vista delle Regionali”.
È possibile che il centrodestra si possa ritrovare attorno a un nome che metta tutti d’accordo? Si fa sempre più incessantemente quello di Roberto Lagalla.

“Io le posso dire questo: come spiego anche in un mio libro che sarà presentato il 31 maggio (“Democrazia apparente”, ndr) stiamo vivendo in un periodo di grande crisi per i partiti. Ed è normale che in questi momenti, la ricerca di persone autorevoli fuori dalle forze politiche tradizionali possa rappresentare il miglior collante per una coalizione larga”.
Una coalizione e un presidente che dovranno occuparsi di una Regione con diversi problemi…

“Io credo che i problemi hanno tutti un’origine politica, rappresentata dalla gestione di Raffaele Lombardo. Un presidente che ha prima spaccato una coalizione, poi i singoli partiti, alla fine ha criticato persino il suo partito. Ora mi chiedo: visto che ha accusato tutti, possibile che il problema sia proprio lui?”.
Però, mi pare di capire che lei sia ancora più critico nei confronti degli alleati di Lombardo…

“Forse è così. Gente che non ha esitato e non esiterà ad abbandonarlo al primo cambio di vento”.
La vicenda giudiziaria del governatore è stata in alcuni casi, anche all’Ars, avvicinata alla sua (Romano è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, ndr).
Cosa pensa di chi, magari, nei suoi confronti aveva chiesto le dimissioni immediate da ministro e invece di fronte alla vicenda del governatore afferma principi più “garantisti”.
“Io dico solo che l’opportunismo di alcuni soggetti politici è una vera vergogna. Ma per Lombardo, mi dispiace”.
Insomma, col governatore il dialogo può riprendere.

“Gliel’ho detto. Nessuna preclusione. Ma si stacchi da certi alleati, volti pagina rispetto al passato. Allora, e solo allora, potremo lavorare a un programma condiviso nell’interesse della Sicilia”.


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