Il “re delle cliniche” siciliane Michele Aiello ha presentato ricorso contro la radiazione dall’Ordine degli Ingegneri, decisa dopo la condanna dell’imprenditore a 14 anni nel processo “Talpe alla Dda”. La notizia sarà pubblicata nel prossimo numero di “S”, il magazine che guarda dentro la cronaca, in edicola da sabato 21 marzo: per commentare l’opposizione dell’ex patron della clinica Villa Santa Teresa il mensile ha intervistato il presidente dell’Ordine nazionale degli ingegneri, Paolo Stefanelli, che parla “di grandissime colpe” degli Ordini, che non hanno “svolto appieno le proprie funzioni in questi anni”.
Stefanelli, che del ricorso sarà giudice, ovviamente non entra nel merito della vicenda, ma non si tira indietro di fronte alle responsabilità dell’organismo di autogoverno della categoria: “Per la tutela degli interessi della collettività – dice Stefanelli – bisogna avere il controllo della correttezza e della moralità dei propri iscritti. Garantire la correttezza è il primo compito. Non parlo della ‘specchiata condotta’, ma la collusione con la mafia è fra i reati più gravi”. Per il presidente nazionale degli ingegneri “bisogna stare attenti ai confini della moralità, non per salvaguardare l’immagine dell’ingegnere, ma nell’interesse della collettività. Abbiamo colpe gravissime per avere poco e male esercitato un potere che dichiara la morte professionale delle persone. Una cosa forte. Il legislatore contava su di noi e non siamo stati in grado di esercitarlo. Tutti farebbero meglio ad alzare la guardia a stare molto attenti a ciò che accade ai propri iscritti, esercitando un controllo maggiore”.
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