"Il Reddito non si tocca: destra contro gli ultimi, Pd ipocrita" - Live Sicilia

“Il Reddito non si tocca: destra contro gli ultimi, Pd ipocrita”

Il leader del M5s, Giuseppe Conte, a tutto campo.

CATANIA – Il leader del M5s Giuseppe Conte, fresco di sbarco in Sicilia, è pronto a lanciare l’offensiva e portare a casa un ottimo risultato sia alle politiche sia alle regionali. Dalla fine dell’alleanza giallorossa passando per i nodi della sanità siciliana e dei termovalorizzatori fino al reddito di cittadinanza, l’avvocato del popolo non fa sconti agli avversari. 

Conte, secondo lei la Sicilia si riconfermerà un granaio di voti per il m5s?  Quante chance ha Nuccio Di Paola?

Questa terra è sempre stata amica del Movimento. I siciliani sono dalla nostra parte, perché vedono in noi una forza coerente e libera, attenta ai bisogni degli ultimi. Se devo giudicare dal calore e dalle immagini di questi due giorni in Sicilia, non posso che essere ottimista. Sono certo che il Movimento nell’Isola otterrà un grande risultato, sia per il Parlamento sia per il nostro Nuccio Di Paola, che può farcela: la mia è una convinzione che cresce di ora in ora.

La decisione di venire meno al patto delle primarie siciliane non sembra però un bel biglietto da visita. Ne converrà.

Immagino che lei si stia riferendo al Partito democratico. È stato Enrico Letta a rompere il fronte progressista che avevamo faticosamente costruito, partendo dai buoni risultati del Conte II e arrivando in Sicilia con le primarie. È stato Letta a offenderci e allontanarci a poche ore dal voto per il candidato unitario della coalizione. Un atteggiamento inspiegabile perché a quel punto, magari su un palco tutti insieme, saremmo stati indicati come alleati preziosi se si parlava di Sicilia e come irresponsabili se si parlava di Roma. Uno scenario surreale e soprattutto ipocrita: avremmo mancato di rispetto ai siciliani. Poi, si potrebbe anche discutere su come mai Letta ha fatto saltare tutto a causa del nostro non voto alla fiducia a Draghi, per poi finire insieme a chi quella fiducia non l’ha votato per 55 volte. Credo che se lo stia chiedendo anche buona parte del popolo che ha partecipato a quelle primarie.

Il centrodestra siciliano punta tutto sugli inceneritori per risolvere l’emergenza rifiuti. Voi che cosa proponete?

Nel racconto sugli inceneritori manca sempre, curiosamente, un dettaglio: chi dice di volerli, non specifica mai dove vuole realizzarli. E anche ora, prima della fine di questa campagna elettorale, non ce lo diranno. Mi lasci dire, però, che l’amore per gli inceneritori non è, purtroppo, esclusiva del centrodestra, visto che uno dei motivi di dissenso col Pd è stato l’inceneritore di Roma. Prendiamo atto che qui Caterina Chinnici, persona perbene e competente che meritava di più dal suo partito, si dice contraria. Come vede anche su questo a Roma si ragiona in un modo, in Sicilia nel modo opposto. Immagino che gli elettori Dem siano piuttosto confusi. Noi, ormai è chiaro a tutti, siamo per la transizione ecologica che passa attraverso raccolta differenziata e riciclo. Anche in Sicilia mi risulta ci siano comuni virtuosi. Vuol dire che si può fare.

Sanità. Il candidato alla presidenza Renato Schifani propone di appoggiarsi alle cliniche private per smaltire le lunghe attese che si registrano nei pronto soccorso. Lei che cosa ne pensa?

Direi che è una posizione coerente con la storia del centrodestra e con la campagna elettorale del candidato Schifani. Sento parlare solo di inceneritori e cliniche private. Insomma, di questioni che potrebbero tradursi in un buon affare per qualcuno. Per noi invece serve un potenziamento della Sanità pubblica, esattamente come abbiamo fatto durante il periodo della pandemia.

Che effetto le fa la retromarcia di diversi politici siciliani sul reddito di cittadinanza?

Non è una retromarcia, è una finta. Il centrodestra ha come obiettivo quello di abolire il reddito di cittadinanza. I leader e gli esponenti di quei partiti lo hanno detto ovunque e in tutti i modi. Gente che guadagna 500 euro al giorno se la prende con chi riceve 500 euro al mese perché vive in una condizione di enorme difficoltà. Il Reddito non si tocca. E’ uno strumento che ha evitato l’esplosione di una vera e propria bomba sociale nel nostro Paese. Non lo diciamo noi, lo hanno detto, tra gli altri, l’Istat, Save the children, Bankitalia, la Comunità di Sant’Egidio. Ecco, il centrodestra pensa ai grossi affari degli inceneritori e vuole lasciare i più poveri nella disperazione. Non lo permetteremo.

Secondo lei la misura non va in parte ritoccata?

Tutto è migliorabile. Incluso il Reddito, che è una misura innovativa per il nostro Paese. Ma attenzione: in Germania, dove hanno impiegato diversi anni prima di mettere a regime il sistema, proprio in queste ore hanno modificato il loro “Reddito” facendolo somigliare moltissimo a quello italiano. sarebbe onesto, per una volta, ammettere che il nostro Paese ha varato una riforma di civiltà che non può e non deve essere smantellata. Il centrodestra, piuttosto, perché non sollecita i propri governatori ad assumere personale nei centri per l’impiego? In tre anni le Regioni hanno fatto solo il 30% delle assunzioni che avevamo previsto nel 2019, quando con il Conte I stanziammo 1 mld proprio per questo. Con il PNRR abbiamo messo altri 5 miliardi per rafforzare le politiche attive e i Cpi. Questi ritardi sono inaccettabili e rischiano addirittura di far saltare i progetti del Piano di Ripresa e Resilienza.

I vostri ex compagni di strada che si sono riuniti intorno a Luigi Di Maio dicono che il Movimento è morto e che oggi è soltanto un partito personalistico. Che risponde?

Questa affermazione fa un po’ sorridere. Guardi i simboli che si sono presentati alle elezioni. Quello che ha il nome del “capo” nel simbolo è il partito di Di Maio, mica il Movimento. Il Movimento è in grande salute e cresciamo nei sondaggi da quando Di Maio, tradendo i principi  sbandierati per anni, se ne è andato portando con se’ un po’ di parlamentari. Le nostre piazze e le strade che percorriamo sono colme di entusiasmo. Le loro non saprei.

Lei ha recentemente affermato che “con questo vertice del Pd non ci sono margini di dialogo”. Sembra guardare con interesse al dibattito interno che il Pd si appresterà ad affrontare all’indomani del voto. Che cosa si augura? Spera in un cambio della guardia?

Non mi permetto di entrare nel dibattito interno di un’altra forza politica. Soprattutto per il rispetto che nutro per la gente che in questi anni ha votato Pd e adesso si scopre, giustamente, disorientata dalle scelte di questa dirigenza. Le divergenze tra noi e i vertici Dem sono politiche e sono chiarissime. Con loro, che hanno dimostrato di non avere nemmeno le idee molto chiare, che oscillano tra Draghi e Fratoianni, passando per Calenda, come si fa a costruire qualcosa? Questo Pd, poi, nell’innamoramento per una agenda Draghi di cui nessuno conosce il contenuto, ha abbandonato la nostra agenda progressista che è quella degli ultimi, non quella dei tecnici. Difesa del reddito, delle imprese che hanno puntato sul Superbonus, salario minimo legale, lotta al precariato, dignità per i lavoratori, questi sono i temi che il Pd ha abbandonato seguendo ciecamente Draghi. A difendere quei temi siamo rimasti noi. E sono certo che i siciliani ce lo riconosceranno.

[


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI