Il romanzo criminale della famiglia mafiosa Alleruzzo - Live Sicilia

Il romanzo criminale della famiglia mafiosa Alleruzzo

Alla fine degli anni 80 uccidono la moglie e il figlio del defunto boss Pippo. Oggi hanno arrestato l'altro figlio per aver ammazzato la sorella
MAFIA. CATANIA
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CATANIA – La storia della famiglia mafiosa Alleruzzo, fondata dal capomafia Pippo morto per cause naturali nel 2019 nella sua casa di Paternò, è tracciata dal sangue. Il padrino, con parentele dirette alla famiglia di Cosa nostra catanese, scatena la guerra negli anni 80. Poi però è toccato nel cuore. Contro ogni regola del “codice d’onore” di Cosa nostra i nemici uccidono la moglie Lucia Anastasi. È il 1987. E poi sarà la volta del figlio Santo. Un’emorragia che il boss non riesce a contenere. La sua vendetta però non sarà con la lupara, ma con la bocca. Pippo Alleruzzo diventerà collaboratore di giustizia. Anche se poi ritratterà. Ma intanto le indagini sono state avviate e le manette arriveranno presto per i clan rivali. 

Gli anni a cavallo tra il 1980 e il 1990 sono anni difficili per i figli del boss Alessandro, Rita e Nunziatina. Non è facile essere il figlio di un collaboratore di giustizia a Paternò. In paese “sei il figlio dell’infame, dello sbirro”. Alessandro Alleruzzo non può permettere altro disonore nella famiglia mafiosa. E allora quando esce dal carcere nel 1995 insieme al cognato Gigi Reitano decide di dover rimettere le cose in ordine. La sorella Nunzia si sarebbe macchiata di adulterio, avrebbe tradito il marito che dopo la detenzione decide di tornare a casa dai suo genitori. I suoi amanti sarebbero stati i “nemici” della famiglia Alleruzzo. Un disonore sul disonore. Una “lettera scarlatta” che Alessandro avrebbe deciso di cancellare lui stesso. La mattina del 30 maggio 1995 Nunzia uscirà di casa e non farà mai ritorno. Il figlio di 5 anni racconterà di averla vista allontanare in compagnia dello zio Alessandro. Certo non sapeva che sarebbe stata l’ultima. 

Con la macchina sarebbero andati in campagna, Alessandro avrebbe sparato due colpi di pistola direttamente in testa. Poi l’avrebbe trascinata e gettata in un pozzo. Dove i carabinieri la ritroveranno tre anni dopo grazie a una precisa segnalazione anonima.

Un altro lutto per Pippo Alleruzzo.


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