La guerra di Leoluca Orlando contro i commissari dell’Amia non si ferma. Anzi. Il sindaco di Palermo ha nuovamente scritto al ministro per lo Sviluppo economico, Corrado Passera, attaccando la gestione commissariale sia sulla conduzione dell’azienda che sulla gestione dell’emergenza Bellolampo.
Una lettera che fa il paio con quella mandata esattamente una settimana fa: ma sei i contenuti sono simili, i toni risultano assai più accesi. Il bersaglio, comunque, sono sempre loro, i tre commissari. Che proprio a Livesicilia, due giorni fa, si erano detti pronti a dialogare con Palazzo delle Aquile.
“A due mesi dal proprio insediamento questa amministrazione comunale sente il dovere di tracciare un primo bilancio sugli effetti della gestione commissariale in Amia”, scrive il Professore che parte proprio dall’incendio alla discarica di Bellolampo. Emergenza che “ha messo in evidenza i limiti di una gestione che evidentemente è stata improntata al mantenimento dello status quo ante, più che a determinare effettivi mutamenti strutturali nel modello di business dell’azienda”. I commissari vengono accusati inoltre di interventi manageriali inadeguati e di aver accumulato “perdite consolidate per circa 60 milioni di euro, con una previsione per il solo 2012 di un deficit 28,5 milioni”.
Un j’accuse a tutto campo, che si rifa anche allo studio commissionato nel 2007 dalla stessa Amia alla Medhelan che ha messo a confronto la società palermitana con le omologhe Ama (Roma), Amiat (Torino), Amsa (Milano), Amiu (Genova) e Asia (Napoli). “Dallo studio – si legge nella lettera – emerge che il ricavo medio per tonnellata di rifiuto smaltita di Amia (370) è ben superiore alla media delle altre società (343). Emerge, in altri termini, che il corrispettivo riconosciuto dal Comune per tonnellata smaltita è più che congrua rispetto al valore riconosciuto alle società considerate”. Insomma, non è vero che l’Amia ha bisogno di altri soldi e che il contratto di servizio, come spesso sostenuto dai vertici di piazzetta Cairoli, sia inadeguato.
Ma le pecche dell’operato dei commissari riguardano anche l’emergenza Bellolampo. Per Orlando i tre nominati da Passera non avrebbero allertato per tempo dell’incendio, non avrebbero predisposto le adeguate misure di sicurezza né mezzi idonei per il primo intervento. “Già tali evidenze sono sufficienti – continua la nota – per riscontrare la mancata messa in sicurezza della discarica di Bellolampo, tanto in termini di prevenzione quanto in termini di programmazione e gestione degli eventi calamitosi e dolosi”. Un’insufficienza gestionale, dice Orlando, venuta fuori anche dai tavoli tenutisi alla Regione in questi giorni.
E come se non bastasse, sul finire della missiva, ecco altre due sfilettate: una raccolta differenziata ferma al 2% e la mancata trasparenza su procedure e costi per lo smaltimento del percolato, spedito in Calabria a costi esorbitanti come scritto anche dalla Commissione parlamentare d’inchiesta. Uno stato di cose certo non creato dai commissari, ma che sono colpevoli di non essere intervenuti per correggerlo.
“Noi non vogliamo alimentare nessuna polemica – risponde il commissario Paolo Lupi – vogliamo solo sederci e cercare di salvare di salvare quest’azienda. Aspettiamo che il Comune faccia i suoi passi, anziché chiacchiere. Le polemiche alimentate dal sindaco servono a distogliere l’attenzione dai problemi che si trova a dover affrontare il Comune”.