PALERMO – Il sostegno ai giudici di Palermo arriva dal Csm, oggi al palazzo di giustizia del capoluogo. Una delegazione del Consiglio superiore della magistratura, guidata dal vicepresidente Michele Vietti, si è infatti riunita con i vertici degli uffici giudiziari per discutere delle minacce rivolte da Totò Riina ai pm che si stanno occupando del processo sulla Trattativa Stato-mafia. Ultime, in ordine di tempo, le minacce a Nino Di Matteo. “Siamo qui per esprimere la nostra vicinanza ai magistrati che lavorano anche a rischio della propria incolumità”, ha detto Michele Vietti.
La delegazione del Csm giunta a Palermo in segno di solidarietà è composta, tra gli altri, da Bartolomeo Romano, Tommaso Virga, Pina Casella, Alberto Liguori, Antonello Racanelli, Roberto Rossi, Mariano Sciacca e Michele Vietti. E’ intervenuto anche Francesco Greco, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Palermo, insieme all’avvocato Cesare Faiella, che ha precisato: “Abbiamo espresso la nostra volontà di organizzare una manifestazione per esprimere la nostra vicinanza. Che sia la professione forense a dare solidarietà al dottore Di Matteo, è molto importante.
“Ho chiesto – ha invece detto Silvana Saguto, presidente della prime sezione penale e della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo – un potenziamento della sezione misura di prevenzione, che qui può contare soltanto su tre giudici, inclusa la sottoscritta. Basti pensare che in tribunali come Milano e Napoli, che hanno un decimo del nostro carico di lavoro, le sezioni – penale e misure di prevenzione – sono separate”. Il giudice Saguto ha inoltre parlato al Csm degli atti intimidatori e delle minacce “succede perché grazie alle misure di prevenzione si scoprono e si toccano interessi economici molto grossi e la mafia si ribella. Questo prima non succedeva”.
Nel frattempo, il vicepresidnete Csm Vietti ha rassicurato sull’aumento della protezione per Di Matteo: “Il sistema di sicurezza è stato elevato – ha spiegato – e mi auguro che un problema simile non si verifichi più”.