Il supersbirro che trovava |le raffinerie delle cosche - Live Sicilia

Il supersbirro che trovava |le raffinerie delle cosche

Pubblichiamo la biografia di Boris Giuliano, scritta da Angelo Vecchio e tratta da "La mafia dalla A alla Z", la piccola enciclopedia di Cosa nostra edita dalla Novantacento

La biografia di Boris Giuliano
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Capo della Squadra mobile di Palermo, ucciso a quarantanove anni, il 21 luglio 1979, in un bar di via Di Blasi, a Palermo. A sparargli contro è il mafioso corleonese Leoluca Bagarella, cognato del boss Totò Riina. Giuliano è un esperto nel campo delle indagini sulla droga. Studia le “mappe” delle famiglie, analizza i nomi e le alleanze tra le cosche. È lui, nel ’79, a scoprire all’aeroporto palermitano di Punta Raisi due valigie cariche di dollari arrivate dagli Stati Uniti. Qualche giorno prima, nelle mani di Giuliano finiscono numerose foto del killer corleonese Leoluca Bagarella, trovate in un covo di via Pecori Giraldi, nel quartiere di corso dei Mille. Nel covo ci sono pure diverse armi e quattro chili di eroina.
Boris Giuliano muore per la tenacia con la quale conduce le indagini. Una ricerca lo mette sulla pista del finanziere Michele Sindona, che è ricercato dalla polizia di mezzo mondo per il fallimento di una banca. Giuliano sa che Sindona è nascosto a Palermo e arriva persino a localizzarne il rifugio. L’altra indagine che lo rende uno dei bersagli di Cosa nostra è quella su un traffico internazionale di droga, organizzato tra la Sicilia e gli Stati Uniti. È il primo investigatore a intuire che vi è un canale tra le cosche palermitane e Cosa nostra americana. In un suo rapporto si legge di un carico di centottanta chili di eroina portati a New York dalla Sicilia, attraverso la Francia e il Canada.
A capo dell’organizzazione c’è Salvatore Zizzo, capomafia di Salemi, in provincia di Trapani. E, partendo dai legami tra Zizzo e Cosa nostra americana, Giuliano trova risposta alle sue domande. È a Palermo, infatti, che la polizia scopre due raffinerie di droga: una nel quartiere Guadagna e l’altra a metà strada tra la città e l’aeroporto di Punta Raisi. Nel laboratorio lavora un chimico francese, Jean Claude Ramen. Ma l’uomo che cura il business a Palermo è il boss Gerlando Alberti, detto “U’ paccarè”.
Due anni dopo l’assassinio di Boris Giuliano è proprio nella raffineria gestita da Alberti che la polizia, seguendo la pista che aveva imboccato Giuliano, trova due chili di eroina e diversi macchinari utilizzati per la preparazione della morfina base, dalla quale, mediante un procedimento chimico, si ottiene l’eroina pura.

(La biografia di Boris Giuliano, scritta da Angelo Vecchio, è tratta da “La mafia dalla A alla Z”, la piccola enciclopedia di Cosa nostra edita dalla Novantacento. Il volume può essere acquistato cliccando qui)


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