CATANIA – Il tempio della musica lirica etnea riapre le porte a chiunque voglia visitarlo, si potrà percorrere la sala, il Foyer, i palchi e ascoltare le storie legate a uno dei teatri lirici più importanti al mondo.
Elfi Mayr è una guida della associazione Guide Turistiche Catania di origini austriache ed è stata lei ad avere accolto i primi turisti in visita al teatro dedicato al cigno catanese Vincenzo Bellini.
“In effetti non c’è una ripresa turistica vera e propria, ne in città, ne in Sicilia in generale – dice Elfi – stiamo muovendo, per ora, solo piccoli passi. Sù il sipario su un “gioiello della città”, una vera e propria punta di diamante. Quando entri in questo teatro ti senti quasi trasportare in un’epoca, immaginaria, di fine ’800, senti il fruscio degli abiti in sala e vieni proiettato in una dimensione che fa diventare il Bellini il luogo del cuore”.
Il teatro Vincenzo Bellini fu inaugurato nel 1890 dopo l’epidemia di colera che aveva colpito la città.
Finito di costruire dall’architetto Carlo Sada dopo diverse vicissitudini con l’amministrazione comunale dell’epoca.
Dalla facciata in stile neobarocco che prende ispirazione dal classico sansoviniano della Marciana a Venezia lo sguardo del visitatore viene proiettato all’interno del teatro, il petite foyer, e dove il busto bronzeo dell’architetto Sada è ben visibile fino a entrare nel “cucchiaio” una delle sale per la riproduzione del suono più importanti al mondo, progettata apposta dalla stesso architetto.
“Partendo dal presupposto che il Vincenzo Bellini è il teatro, in Europa, con la migliore acustica – continua Elfi – e a livello mondiale solo al Sydeny Opera House possiamo trovare un’acustica eguale basta entrare per ascoltare anche solo la propria voce. Una cassa armonica naturale tutta in legno e il tetto, a esempio, con un soffitto costruito utilizzando le canne del fiume Simeto. La lava che sta sotto al teatro non assorbe l’acustica, ma questi sono solo alcune delle caratteristiche di un teatro che ha visto sul suo palco i migliori interpreti lirici del mondo. Tranne Enrico Caruso”.
Già Enrico Caruso, considerato dalla critica uno dei più grandi tenori al mondo, non si è mai esibito al Bellini.
“C’è un perché in effetti, una storia più di gossip che legata alla musica lirica in se – spiega Elfi – Enrico Caruso aveva una storia d’amore con un soprano del Bellini. Si chiamava Rina Giacchetti e quando i “Nobili” che reggevano le sorti del teatro Bellini scoprirono questa storia licenziarono il soprano. Da quel momento Enrico Caruso rifiutò qualunque ruolo al teatro Vincenzo Bellini”.
Ma questa è solo una delle tante storie che sono racchiuse all’interno dello scrigno dedicato al compositore etneo. Flavia Nicolosi è un’altra guida dell’associazione Guide Turistiche Catania.
“Il teatro Bellini e la sua costruzione si fondono con lo sfruttamento delle risorse naturali del nostro territorio – racconta Flavia – basti pensare al sistema di raffreddamento che sfrutta l’acqua del fiume Amenano con tubi che salgono attraverso i palchi all’interno della sala”.
Una scoperta continua, il teatro Vincenzo Bellini, per tutti i suoi visitatori tra storie, gossip e meraviglie. Il teatro Bellini sarà aperto alle visite, per adesso, dal martedi al venerdi dalle ore 09,00 alle ore 14,00 sarà possibile prenotare on line o andare direttamente al botteghino in piazza Bellini.