Tradimenti e schiaffoni, il diario politico in Sicilia

Il ‘tradimento’ e gli ‘schiaffi’ tra ScN e Pd: così la politica si infiamma

Cosa è successo nel fine settimana, tra polemiche e scontri
IL DIARIO POLITICO
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Superata, con annesse polemiche (che continuano come vedremo), la Finanziaria, intorno al Palazzo, non cessa la produzione di argomenti belligeranti che hanno infiammato il weekend. Ecco il riassunto dei due principali terreni di scontro di un contesto politico in perenne fibrillazione dialettica, raccontati da un diario che sarà un appuntamento fisso.

Il tridente e il ‘tradimento’

A margine di una conferenza stampa sulla sanità siciliana, il renziano Davide Faraone ha reintrodotto il concetto di ‘tradimento’. “Lombardo, Lagalla e Miccichè sostengono un possibile Schifani bis? – ha detto -. Tutti quelli che dicono, oggi, che sosterranno Schifani, sono quelli che, vedrete, lo tradiranno due mesi prima della scelta del candidato per la Regione. Più dicono così, più stanno mentendo e stanno dicendo che pensano il contrario”.

Una posizione coerente con le ultime del proconsole siciliano di Italia Viva. Faraone si è costruito il ruolo di oppositore tuttocampista. A prescindere del merito, che ognuno potrà valutare, se il presidente Schifani va in una direzione, lui si muove in quella contraria. Su tutto.

Cuffaro, Romano, Lombardo, Miccichè

Bisogna ricordare che non soltanto da lì arrivano gli strali. LiveSicilia.it nel tempo ha registrato le reazioni di altre voci nel campo governativo, circa il cosiddetto ‘tridente’.

“Io sono d’accordo (sulla riconferma, ndr), ci mancherebbe – ha detto Totò Cuffaro della Dc -. Sono un amico sincero e leale di Renato Schifani e spero che anche loro siano leali. Ma, a prescindere, penso pure che il presidente stia lavorando benissimo”.

E Saverio Romano di ‘Noi Moderati’, sempre sul presidente della Regione: “Parliamo di un’ottima figura politica, un profilo alto. Dipenderà tutto dalla sua volontà di proseguire un lavoro faticoso. Lui potrebbe non essere stanco, ma io starei attento, se fossi Schifani. Potrebbero essere certi compagni di viaggio a farlo stancare..”.

Raffaele Lombardo, con i suoi compagni di cordata, ha sempre rispedito al mittente i ‘cattivi pensieri’: nessuna imboscata in vista, nessuno sgambetto. Entusiasta Gianfranco Miccichè, dopo la ‘paciata’: “Vorrei dire che vado fiero di una cosa, che dico quello che penso e ritengo che la politica – ha detto, rivolto a Schifani – ti riporterà ad essere presidente della Regione e che la politica pretenderà che tu sia ancora il presidente della Regione. Non dare la presidenza a te sarebbe una cosa sciagurata. Lo dico nella speranza che la prossima volta tra noi si parta diversamente, ma di questo ne sono sicuro“.

Caruso ‘taglia corto’

Sarebbe complicato – a rifletterci un po’ – smentire, successivamente, parole così indefettibili. Dal canto suo, Marcello Caruso, coordinatore regionale di Forza Italia, in una intervista di qualche settimana fa, ha ‘tagliato corto’.

“La conferma del presidente – ha detto Caruso – sta nei risultati, non negli endorsement che sono apprezzati e apprezzabili. Lo dicono i fatti: c’è un governo regionale che sta facendo molto bene. Penso al risanamento dei conti, al miglioramento dell’economia, all’occupazione in crescita, alla piaga dei rifiuti che si sta affrontando con i termovalorizzatori. Chi ha a cuore il bene della Sicilia non può che convenire”.

Barbagallo attacca il centrodestra…

Altro giro, altra polemica. ‘Schiaffi’ (per fortuna soltanto metaforici) sono volati tra il Pd e Sud chiama Nord, il movimento di Cateno De Luca che vive un momento di sintonia con Palazzo d’Orleans.

Un centrodestra senza una visione della Sicilia e che è costretto, per riuscire a garantirsi una maggioranza, a parcellizzare la spesa assecondando le richieste dei deputati e alimentando una campagna acquisti continua”. Così ha tuonato il segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo, intervenendo sulla manovra finanziaria approvata a Palazzo dei Normanni.

E ancora: “Nella parcellizzazione delle risorse e nei contributi ad personam – ha detto Barbagallo – si annida il metodo di costruzione del consenso del centrodestra in Sicilia. Il peggiore di sempre. Promettere utilità come finanziamenti, in cambio di consensi elettorali è un reato grave per il nostro ordinamento giuridico”.

… ScN risponde

“Solidarietà ai deputati dell’Ars del Pd per le goffe affermazioni del loro segretario Barbagallo che addirittura ha annunciato di denunciarli alla Corte dei Conti. Siamo davanti a esternazioni deliranti che mostrano lo stato politico-confusionale del segretario del Pd siciliano che ha deciso di fare una mera sceneggiata sulla finanziaria denigrando anche l’intenso lavoro fatto dalle opposizioni, con in testa proprio i deputati del Pd. Con ogni probabilità su imposizione di Roma”. Ecco la risposta congiunta Laura Castelli, presidente di Sud chiama Nord e Danilo Lo Giudice, coordinatore regionale.

Una reprimenda che ha chiamato la controreplica del pidino Sergio Lima: “Siamo davanti ad un classico caso in cui gli ex oppositori, convertitisi sulla via di palazzo d’Orleans, diventano i più zelanti difensori del governo”. E così via, nell’ampliarsi di una diatriba tendente all’infinito.

Il menu politico del weekend, qui riassunto, prevede in sottofondo il consueto campionario di tensioni del Partito Democratico in viaggio verso un congresso che si annuncia politicamente intenso, al confine con lo psicodramma. E non sarebbe nemmeno la prima volta.


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