Il virus viveur e la speranza nella logica - Live Sicilia

Il virus viveur e la speranza nella logica

Quelle regole poco comprensibili sul coprifuoco.
IDEE IN PIAZZA
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2 min di lettura

Dopo un anno e due mesi, almeno quelli documentati, in cui la pandemia dilaga, abbiamo vissuto un clima di grande incertezza, soprattutto per quanto riguarda il continuo flusso di informazioni che ci sono state propinate, troppo spesso non chiare, contrastanti tra di loro, provenienti da fonti diverse e propinateci da opinionisti di qualsivoglia settore che si riscoprono tuttologi sul Covid 19. Senza trascurare  perfino scampoli di ideologizzazione politica camuffata da una parvenza di coesione parlamentare e governativa sotto la bandiera della salvezza nazionale. Ma a volerci pensare bene una certezza l’abbiamo sempre avuta. Quella del copri fuoco. Da tempo ormai entro le 22 tutto va chiuso, tutti devo stare dentro le loro case ed è impedita, salvo giustificato motivo, la libera circolazione. Possiamo dire che questo virus è un viveur è un virus a cui piace fare le ore piccole…  Pur comprendendo che non è certo il momento per fare ironia, quando la stessa si lega alla illogicità può diventare uno spunto interessante di riflessione. Oggi il tema del coprifuoco è al centro del dibattito politico e di scontro tra le categorie che ne pagano più le conseguenze e il Governo. La riflessione che ci conduce, tale sottile linea ironica, è quella legata all’ultimo decreto c.d. ripartenza che permette alcune riaperture, tra l’altro già avviate in molte città italiane,  soprattutto nel settore della ristorazione, ma anche relativa ai teatri, cinema e palestre che potrebbero riaprire.  Ma visto che tali categorie produttive non riaprirebbero, per così dire, all’arma bianca ma seguendo tutte le norme di sicurezza sul distanziamento, sul numero di coperti all’aperto, con il personale in sicurezza, senza assembramenti all’esterno, ecc. ecc. allora c’è da chiedersi se il coprifuoco resta alle 22 cosa succede o meglio cosa dovrebbe succedere se si desse la possibilità di chiudere alla mezzanotte, dando di fatto la possibilità di fare due tre turni di mescita in più con un consequenziale reale ristoro immediato consistente nell’aumento degli incassi.

Volendo seguire la stessa linea ironica, per non dire tragica, per i cinema e i teatri come si fa a dire che riaprono se poi tutto deve cessare alle 22? Lo spettatore che chance ha? Andare a vedere il primo tempo poi correre a casa e l’indomani tornare a vedere il secondo tempo. Se le regole vengono rispettate, garantendo  l’apertura in sicurezza fino alle 22 perché le stesse regole non possano essere postergate di due o tre ore nel medesimo stato di sicurezza.

Non ci resta che sperare nella  logica, e che essa prevalga sull’ironia di un virus che diventi sempre meno viveur e smettendo di fare le ore piccole  vada a letto presto lasciando il posto all’alterna logicità di provvedimenti che troppo spesso funzionano sulle innumerevoli pagine in cui vengono sanciti, ma trovano quasi impossibile applicazione nella vita reale.  

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