Immobili, il doppio fondo della Regione - Live Sicilia

Immobili, il doppio fondo della Regione

Dopo due gare andate deserte, cambia la lista
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Un altro centinaio di immobili in vendita. Dopo due gare andate deserte, la Regione siciliana è pronta a rilanciare il suo secondo fondo immobiliare. Questa volta, però, cercando di renderlo più appetibile per gli investitori. I gioielli di famiglia, infatti, sono stati praticamente tutti inseriti nel primo fondo, il Fiprs, realizzato con il raggruppamento di imprese capeggiato da Pirelli re. In questa seconda trance l’idea iniziale era quella di immettere solo gli immobili di proprietà della Regione o di enti collegati totalmente in disuso, parzialmente utilizzati o da valorizzare. Risultato? Un appeal pari a zero. E le precedenti gare lo hanno dimostrato. La Regione ha così dovuto rivedere la lista degli immobili inserendone anche una decina attualmente in uso, così da assicurare sin da subito un canone di locazione agli investitori. “La nuova lista deve adesso ricevere il via libera della giunta”, ha spiegato il ragioniere generale della Regione siciliana, Enzo Emanuele, in occasione del convegno su “La valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico quale leva di sviluppo del territorio. Il caso Regione siciliana” che si è tenuto oggi a Palazzo dei Normanni, a Palermo e che è stato moderato dal direttore di Panorama Maurizio Belpietro.

“Il secondo fondo immobiliare – ha spiegato Emanuele – comprenderà più di cento immobili, per un valore di circa 350 milioni di euro. Anche per questo secondo fondo, come era accaduto per il primo, la Regione manterrà una quota significativa”. A realizzare la due diligence è stato il consorzio Psp scarl, che in qualità di socio di minoranza partecipa con il 25% alla Sicilia patrimonio immobiliare (Spi) la cui maggioranza, il 75%, è detenuta dalla Regione. Una società, la Spi, costituita con il compito di censire e valorizzare il patrimonio immobiliare della Regione. In particolare, la Psp è un consorzio guidato dalla Sti e formato da Gefi fiduciaria, Centro Cartografico Italiano, Exitone srl, Gf Studio srl, Grs Consulting srl e Banca Nuova. Il bando vinto dal consorzio prevedeva un doppio contratto di fornitura: uno per la predisposizione del censimento del patrimonio immobiliare regionale e la fornitura del sistema informatico per la gestione del patrimonio immobiliare; e un secondo per la predisposizione delle azioni di valorizzazione del patrimonio stesso. Tra queste, la predisposizione di bandi ad hoc per la creazione di fondi chiusi immobiliari. Il primo, del quale la Regione detiene il 35%, è stato aggiudicato al Rti capeggiato da Pirelli con la partecipazione di Banca Intesa, Caboto, Mcc spa e Capitalia. Il secondo deve per l’appunto essere ancora affidato e l’ipotesi ventilata potrebbe, a questo punto, essere quella della trattativa privata. “Questi immobili che per così tanto tempo sono stati un peso – ha osservato Titti Bufardeci, assessore regionale al Turismo – in questo modo diventano una risorsa per il territorio. È un tema di particolare interesse e di grande attualità, non fosse altro perché è connesso anche al nostro bilancio regionale”. “Si tratta di una grande opportunità di sviluppo che può movimentare risorse grazie agli investimenti che si possono attivare -, ha aggiunto l’assessore regionale alla Presidenza Gaetano Armao -. Vi è una trasformazione nella concezione del patrimonio immobiliare: non più una voce di costo nel bilancio, ma un elemento di sviluppo. E valorizzare non vuol dire vendere: la vendita è solo l’extrema ratio”.

Nella lista degli immobili si trova un po’ di tutto: da ospedali ormai dismessi, come quelli di Taormina e Messina (“che possono essere trasformati in hotel e che rimarrebbero nella disponibilità del fondo stesso”, ha detto Emanuele), a palazzine per uffici amministrativi o immobili ubicati in alcune aree industriali, ruderi industriali oppure caseggiati di campagna. E intanto la Regione ha già in serbo un terzo colpo: il Pea 3. Ossia la valorizzazione di una serie di terreni che potranno essere assegnati a privati per essere destinati alla produzione di energia alternativa. Il progetto è pronto, “speriamo di mandarlo al più presto in giunta”, ha aggiunto Emanuele.

All’incontro sono intervenuti anche il presidente della Provincia di Palermo, Giovanni Avanti, il presidente della Sicilia Patrimonio Immobiliare spa (Spi) Carlo Sorci, l’amministratore delegato della Spi, Ezio Bigotti, il vicepresidente di Confindustria Sicilia Giuseppe Catanzaro, e il segretario dell’Anci Sicilia, Andrea Piraino.


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